14 - Che disgrazia

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I trentacinquemila uomini dell'armata russa, al comando di Kutuzov, si ritiravano lungo il Danubio.

Inseguiti da centomila uomini dell'armata francese, comandata da Bonaparte.

Le truppe austriache, sfuggite alla cattura ad Ulm, si erano unite a Kutuzov a Braunau.

Ma poi si erano staccate di nuovo.

I nostri si trovarono quindi senza l'appoggio degli alleati.

Avevano i vestiti logori.

Le scarpe distrutte.

Si muovevano tra l'ostilità dei civili locali ed erano messi a dura prova dalla scarsità di rifornimenti.

I soldati erano costretti ad operare in condizioni completamente differenti da quelle per cui erano stati addestrati:

Interrompevano la ritirata soltanto quando costretti dal nemico ed eseguivano attacchi di retroguardia esclusivamente quando era strettamente necessario per rallentare i francesi.

Pensavano solo ad evitare di perdere i carri con i cannoni (che, purtroppo, si spostavano lentamente).

Dopo gli scontri a Lambach, ad Amstetten e a Melk gli stessi nemici riconobbero il coraggio e la determinazione con cui i russi combatterono.

Ma l'unico risultato ottenuto, fu di velocizzare la ritirata.

Kutuzov poteva contare solo sui suoi uomini.

Deboli ed esausti.

Difendere ancora Vienna era impensabile.

Quando Kutuzov era stato a Vienna, l'Hofkriegsrat austriaco gli aveva esposto il piano di un'offensiva appositamente studiata secondo i principi della nuova dottrina chiamata «strategia».

Adesso, invece, Kutuzov aveva davanti una sola scelta:

Se voleva evitare di perdere l'intera armata (subendo una disfatta come quella subita da Mack a Ulm), poteva sperare solo nella remota possibilità di riuscire a ricongiungersi con le truppe che arrivavano dalla Russia.

Dopo una ritirata continua (durata due settimane) prima di attraversare il Danubio, l'armata si fermò a Krems.

Sebbene tutti gli ospedali e le case di Krems (trasformate in lazzaretti) non fossero in grado di contenere tutti gli ammalati ed i feriti, il comandante supremo decise di abbandonarli lì.

Affidando loro una lettera tramite la quale si rimetteva al senso di umanità del nemico.

I soldati russi rimasti erano sfiniti.

Avevano i vestiti e gli scarponi a pezzi.

Avevano già perso (tra dispersi, malati, feriti ed uccisi) un terzo degli effettivi.

Il ventotto ottobre, Kutuzov passò con l'armata sulla sponda sinistra del Danubio.

Frapponendo il fiume fra sé ed il grosso delle forze francesi.

Il tredici attaccò la divisione di Mortier, che si trovava sulla riva sinistra del Danubio.

La sbaragliò.

Durante quest'operazione, per la prima volta venne conquistato qualche trofeo (una bandiera ed alcuni cannoni) e furono fatti prigionieri due generali nemici.

Alla fine della battaglia, i russi non avevano soltanto rallentato il nemico: avevano addirittura spinto i francesi indietro.

La sosta a Krems (e la vittoria su Mortier) valsero a rialzare sensibilmente il morale delle truppe:

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