9 - Le monachelle italiane

99 4 0
                                    


La "ritirata strategica" di Kutuzov iniziò in direzione di Vienna, con la distruzione dei ponti sui fiumi Inn (a Braunau) e Traun (a Linz).

Il 23 ottobre le truppe russe attraversavano il fiume Enns, presso la cittadina omonima.

A mezzogiorno la colonna russa di artiglieri, soldati e vettovagliamenti si stendeva lungo tutta la città, attraversava il piccolo ponte, e proseguiva oltre.

Era una tiepida giornata autunnale, umida di quella specie di pioggia che quasi non ti bagna neanche.

I reparti con le batterie di cannoni piazzate per difendere la ritirata attraverso il fiume ed il ponte di Enns si trovavano su di un'altura soprastante.

A tratti la pioggia si faceva più fitta.

Il vento la faceva cadere di sbieco, facendo sembrare la scena un quadro con davanti una di quelle tende ricamate a righe oblique.

Quando la pioggia cessava (improvvisamente come era arrivata), il sole apriva uno squarcio luminoso che rimetteva il paesaggio a fuoco, rendendolo nitidissimo.

I raggi riflessi dall'acqua che aveva bagnato ovunque facevano sembrare il tutto uno splendido plastico artificiale ricoperto di lucida lacca.

Ai piedi dell'altura si vedeva Enns.

Con le sue case bianche dai tetti rossi e la cattedrale.

La massa fluida delle truppe russe si stringeva all'ingresso del ponte, per riallargarsi uscendone.

Là dove il Danubio faceva un'ansa, (vicino ad un'isola) si indovinava la forma di alcune barche, probabilmente traghetti.

Più oltre si vedeva il castello (lo "Schloss Ennsegg"), col suo parco circondato dalla confluenza dei due fiumi.

Sopra di esso c'era la rocciosa sponda sinistra del Danubio, coperta da boschi).

Il verde dei monti e l'azzurro delle gole conferivano al tutto qualcosa di mistico.

Dietro ad una foresta di pini, che sembrava inviolata come una vergine, spuntavano le torrette di un monastero.

Dall'altra parte dell'Enns, lontano tra le montagne, c'erano gli avamposti nemici.

Indietro, sull'altura utilizzata per proteggere la ritirata, c'era Bagration (il comandante della retroguardia russa).

Aveva accanto un ufficiale del suo seguito ed osservava tutto con un cannocchiale (in piedi in mezzo ai cannoni).

Sopra al telaio di un cannone dietro di loro c'era seduto Nevitskj (il compagno di stanza di Andreij Bolkonskij), che era stato distaccato presso la retroguardia dal comandante in capo.

Un cosacco che lo accompagnava gli aveva dato una borsa con dei dolci ed una bottiglietta di vero doppelkummel.

Lui li stava offrendo agli ufficiali che lo attorniavano allegri, chi in ginocchio, chi seduto alla turca sull'erba bagnata.

Nevitskj stava dicendo:

- ...Mica scemo, il nobile austriaco che ha fatto costruire questo castello... É proprio un bel posticino... Ma... Signori... Non fate complimenti... Servitevi pure...

Uno degli ufficiali, orgoglioso di poter parlare con un ufficiale così importante dello stato maggiore, lo ringraziò:

- Grazie, nobile signore... Si, questo posto é magnifico... Prima, quando siamo passati vicino al parco, ho visto due cervi. Anche la casa é stupenda!

Un altro ufficiale, che aveva una gran voglia di prendere un altro pezzo di dolce ma si vergognava, fingeva di essere interessato anche lui alla vista:

Guerra e pace 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora