22 - Il truffatore truffato

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Il debole distaccamento di Bagration venne raggiunto inizialmente dall'esercito guidato da Murat; quest'ultimo, alla luce del successo ottenuto con l'inganno (quando era riuscito a mettere in mani francesi il ponte di Vienna), pensò di poter ingannare allo stesso modo anche Kutuzov.

Ma questa volta fu lui ad essere ingannato: credette che gli uomini di Bagration fossero l'intera armata di Kutuzov, e per essere sicuro di vincere decise che era meglio aspettare di riunirsi col grosso dell'armata francese, che stava marciando dalla parte opposta. Anche questa volta si inventò che fossero in atto trattative di pace, e pensò quindi di proporre ai russi un armistizio di tre giorni, per evitare inutili spargimenti di sangue, a condizione che i due eserciti non si
muovessero da dove si trovavano.

Il conte Nostitz (generale austriaco che si trovava tra Murat e Bagration) credette all'emissario inviatogli da Murat e si ritirò, lasciando i russi in balià dei francesi.

Un altro emissario portò a Bagration la stessa notizia delle trattative di pace, proponendogli l'armistizio di tre giorni. Il russo rispose di non essere autorizzato ad accettare o respingere un armistizio, e spedì il proprio aiutante da Kutuzov con un rapporto sulla proposta che gli era stata fatta.

Per Kutuzov l'armistizio era un'inaspettata occasione unica per guadagnare tempo e salvare l'armata: avrebbe consentito all'esausto distaccamento di Bagration di riposare, ed a lui di avanzare indisturbato verso Znaim con i carri e l'artiglieria pesante (la cui posizione era ancora sconosciuta ai francesi).

Dopo aver ricevuto la notizia Kutuzov spedì subito nel campo nemico l'aiutante generale Wintzingerode, che si trovava presso di lui.

Oltre ad accettare l'armistizio Wintzingerode fu incaricato di proporre le condizioni della capitolazione (per far perdere tempo ai francesi mentre altri aiutanti di campo inviati da Kutuzov velocizzavano lo spostamento sulla strada Krems-Znaim). L'esausto ed affamato distaccamento di Bagration avebbe poi dovuto fare il resto, combattendo isolato contro un nemico che poteva contare su di un numero di uomini otto volte superiore al suo.

Le previsioni di Kutuzov erano azzeccate: sapeva che la proposta di capitolazione (che a lui non creava problemi) gli avrebbe sicuramente fatto salvare almeno una parte dei suoi approvvigionamenti, e sapeva però anche che l'errore in cui era incorso Murat sarebbe stato scoperto.

Bonaparte si trovava a Schönbrunn (a venticinque miglia da Hollabrunn), e quando ricevette il rapporto di Murat sulla proposta di armistizio capì subito l'errore.

Scrisse a Murat la seguente lettera:

"Al commendator Murat, Schönbrunn, 25 brumaio 1805 - otto del mattino. Mi risulta impossibile trovare i termini per esprimervi il mio disappunto: voi comandate soltanto la mia avanguardia e non avete alcun diritto di stipulare armistizi senza un mio ordine esplicito. Rischiate di farmi perdere tutto il vantaggio conquistato fino ad ora. Annullate subito l'armistizio e marciate contro al nemico. Gli dichiarerete che il generale che ha firmato l'armistizio non aveva il potere di stipularlo, perché l'unico in possesso di tale requisito é l'imperatore di Russia. Se l'imperatore di Russia in persona ratificherà questo accordo lo ratificherò anche io, ma se a farlo non é che un russo qualsiasi, marciate, distruggete l'armata russa... Voi siete in condizione di conquistare i loro approvvigionamenti ed i loro cannoni. L'aiutante di campo dell'imperatore russo é un usurpatore di poteri: gli ufficiali non sono niente se non hanno potere, e questo non lo ha... Gli austriaci si sono lasciati ingannare al ponte di Vienna, e voi vi fate ingannare da un aiutante di campo dell'imperatore. Firmato: Napoléon".

Un aiutante di Bonaparte galoppò a spron battuto con questa terribile lettera per Murat.

Bonaparte stesso, non fidandosi dei suoi generali, marciò con tutta la sua guardia nazionale verso il campo di battaglia, perché aveva paura di vedersi sfuggire la vittima inerme.

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