24 - La stretta al fondoschiena

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Dopo aver cavalcato lungo tutta la prima linea il nobile Andreij decise di andare sulla collina da cui, secondo quanto gli avevano detto, si poteva vedere tutto il campo di battaglia.

Quando arrivò, scese dal suo cavallo e si avvicinò al più lontano dei quattro cannoni piazzati a terra.

L'artigliere di guardia camminava avanti e indietro davanti ai cannoni, e quando vide l'ufficiale di stato maggiore fece per mettersi sull'attenti.  Andreij però gli fece un cenno, e lui riprese la sua andatura misurata e monotona.

Davanti c'erano i cannoni.

Un po' più indietro vide i carri utilizzati per il loro rimorchio.

Più indietro ancora c'erano  alcuni artiglieri che bivaccavano, vicino a dei cavalli legati a pali piantati a terra.

A sinistra (non lontano dall'ultimo cannone) c'era una capanna nuova, fatta di rami intrecciati. Dentro si sentivano voci di ufficiali che discutevano.

Andreij ebbe la conferma che in effetti, da questa batteria si potevano vedere quasi tutti gli schieramenti russi (e buona parte di quelli nemici).

Sulla cresta della collina di fronte si vedeva il villaggio di Schöngraben; vicino ad alcuni fuochi, tre diversi gruppi di francesi bivaccavano.

Sembrava proprio che la maggior parte dei francesi fosse concentrata  nel villaggio stesso, e dietro la collina.

A sinistra del villaggio (nascosta dal fumo dei bivacchi) c'era qualcosa che sembrava essere una batteria... ma era impossibile distinguerla chiaramente ad occhio nudo.

Osservando poi il fianco destro russo, notò che si trovava su di una collina abbastanza alta; propro sopra i francesi.

Lì c'erano la nostra fanteria ed (in posizione piú avanzata) i cosiddetti "dragoni".

La batteria di Tušin (dalla quale il nobile Andrej stava osservando lo schieramento) si trovava in mezzo.

In quel punto la discesa verso il torrente che separava i russi da Schöngraben, e la salita per arrivare al villaggio, erano più dolci: la pendenza era meno ripida.

A sinistra, le nostre truppe erano coperte da un bosco dal quale salivano pennacchi di fumo, causati dai falò della nostra fanteria che in quel momento era impegnata a tagliare legna.

Andreij realizzò che i francesi erano molti più di noi.

Era chiaro, che sarebbero facilmente stati in grado di circondarci da entrambi i lati: dietro di noi c'era un ripido e profondo burrone che avrebbe ostacolato ogni tentativo di  ritirata dell'artiglieria e della cavalleria.

Il nobile Andrej prese un'agenda dalla tasca.

Si appoggiò al cannone e si mise a fare uno schema dello schieramento.

A matita, scrisse alcune note in due punti (per mostrarle a Bagration).

Aveva scritto che secondo lui si sarebbe dovuto concentrare l'artiglieria al centro e far ritirare la cavalleria indietro, prima del burrone.

Avendo vissuto per molto tempo con Kutuzov, Andreij aveva imparato ad analizzare i movimenti degli schieramenti sui campi battaglia, e ne conosceva le dinamiche.

Aveva anche studiato molto le vecchie battaglie, ed  in quella situazione di potenziale imminente combattimento istintivamente immaginava il probabile svolgersi delle operazioni.

Vedeva solo due possibili scenari di svolgimento, dell'eventuale scontro:

Se il nemico avesse attaccato il lato destro, i granatieri di Kiev ed i cacciatori del Podolsk sarebbero dovuti riuscire a mantenere la loro posizione, fino all'arrivo di rinforzi dal centro: in questo modo i dragoni avrebbero potuto poi colpire e travolgere i francesi dal fianco.

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