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Mi sveglio con un mal di testa terribile.
Strofino gli occhi e guardo l'ora sul mio cellulare: 11:00 AM.
Ieri sono tornata a casa alle 2:30 e mi ha accompagnato Shawn. Ben mi ha obbligato a tornare a casa perché era "tardi". Lui però è tornato alle 5 scommetto...
Shawn è stato troppo dolce ad accompagnarmi a casa.
Peccato che la distanza Cosmo-casa mia sia così corta.
MA CHE STO PENSANDO?
Ieri comunque ero stanca morta, non ho neanche convinto mio fratello a farmi rimanere di più. Nicole per fortuna non l'ho più vista, ed è stata una serata abbastanza tranquilla.

Mi alzo dal letto e mi risiedo subito. La testa mi gira come se fosse una giostra. Mi rialzo piano e vado a fare colazione per riprendere un po' le energie.
«Buongiorno Meg!» dice mio padre mentre entro in cucina.
Cosa ci fa qui?
«Buongiorno papà» dico sorridendo e avvicinandomi per dargli un bacio sulla guancia.
«Non lavori oggi?» chiedo curiosa.
«No, vado a Toronto dopo pranzo» sorride.
Strano..

«Come è andata ieri? Sei andata da Cosmo con Ben alla fine» dice mangiando un biscotto.
«Bene. Si l'ho convinto» rispondo.
«A che ora sei tornata? E chi ti ha accompagnata? Non sarai mica tornata così tardi con Ben, vero?» chiede non lasciandomi nemmeno il tempo di collegare le parole che escono dalla sua bocca.
Io lo guardo spaventata.
«Che c'è?» ridacchia.
«Sono tornata alle 2:30 circa, mi ha accompagnata il ragazzo con cui ho fatto ripetizioni e no, non sono tornata con Ben» rispondo sorridendo.
Prendo il latte e mi siedo per fare colazione.

«E com'è sto ragazzo? Shawn, no?» chiede incuriosito.
«In che senso com'è? Sì, si chiama Shawn» rispondo sperando che il discorso finisca presto.
«È carino? Ti piace?» che chiede alzando le sopracciglia.
Alzo gli occhi e sento le guance arrossarsi. Spero non lo noti.
«No! Ma che pensi?» roteo gli occhi e gioco con i capelli.
Qualcuno mi salvi!
«Buongiorno!» Ben per fortuna arriva e si stiracchia di fronte alla porta della cucina.

«Già sveglio a quest'ora?» chiedo.
Strano si sveglia sempre verso pranzo..
«Sì, oggi devo andare a Toronto con papà» spiega tranquillo.
Guardo mio padre per saperne di più ma lui continua a leggere il giornale.
«Come a Toronto? Vengo anch'io?» chiedo spazientita. Odio quando non spiegano bene quello che hanno in programma.
Poi io devo sempre sapere tutto all'ultimo.
Papà alza finalmente gli occhi dal giornale.
«No tu resti qua e studi» dice severo.
Alzo le sopracciglia sorpresa e mi metto a giocherellare con il cellulare.

Non capisco perché si comportano così...

[...]
«Se ti va chiama qualche amico, noi arriveremo tardi sta sera» mi avverte mio padre.
Sussurro un "okay" e la porta di casa si chiude.
Ho la testa piena di pensieri.
Avrei voluto saperne di più, ma come ogni volta nessuno mi dice nulla. Faccio sempre la finta indifferente ma in realtà mi interessa.
Chiamo Alex, magari si è ripresa e oggi può farmi compagnia.
"Hey Meg!" dice felice. La sua voce non è molto roca come ieri, spero stia guarendo.
"Ciao Alex. Come va?" chiedo.
"Bene dai.. non ho più la febbre per fortuna. Oggi esco dopo una settimana!" dice entusiasta.
"Davvero? Ti va di passare da me? Starò tutto il giorno da sola.."
"Certo! Chiamiamo anche Jacob? L'ho sentito prima e ha detto che anche lui oggi poteva uscire, anche se ha ancora un po' di raffreddore" dice.
"Ovvio che si. Dopo vado a casa sua a dirglielo"
"Ok a dopo baci" saluta.
Chiudo la chiamata e mi vado a vestire più decentemente, che ora sembro una barbona.
Un jeans andrà bene.

Mi precipito fuori casa e in due passi sono già di fronte alle casa di Jacob.
«Ciao Meg!» mi saluta sua mamma.
«Ciao Emily! C'è Jacob?»
«Sì, è in camera sua. Sta meglio, oggi può uscire. Entra pure» sorride.
«Hey Meg» sento una voce roca dietro di me e mi giro.
Sorrido al moro.
«Allora come stai?» lo abbraccio.
«Bene, raffreddore a parte» dice passandosi una mano tra quei capelli che tanto adoro.
«Ti va di stare un po' da me pomeriggio? C'è anche Alex» chiedo scompigliandoli i capelli.
Lui mi guarda malissimo, odia quando lo faccio, e io gli faccio un sorriso da angioletto.
«Va bene.. mi metto la felpa e arrivo» dice.

«Torna prima di cena Jacob» avverte Emily.
«Tranquilla starò poco» Jacob alza gli occhi al cielo.
Penso che sia stufo del comportamento della madre, che tende ad essere protettiva, ma magari ce l'avessi io!

Usciamo di casa e in un attimo siamo a casa mia.
«Allora racconta un po'..» dice Jacob sprofondando sul divano e accendendo la play.
Fa sempre così quando viene a casa mia.
«Che hai fatto ieri sera?» continua ammiccando.
Alzo gli occhi al cielo.
«Non dirmi che è stato lui a dirtelo..» dico.
Lui sorride e continua ad ammiccare. Ma cosa fa?!
«No dai ora, sincera» si mette nel puffo di fronte a me «Ti piace?» chiede «dai non lo dirò a nessuno» continua sorridendo «nemmeno a lui» finisce.
In tutto questo io lo fisso e mi spunta un sorrisetto.
«Un po' » rispondo. «Ma a chi non piace Mendes, spiegami» dico.
A scuola un sacco di ragazze stanno ai suoi piedi. Ci credo, è stupendo.
No, che sto dicendo??
Jacob inizia a ridere.
«Okay, non chiedo altro..» si risiede sul divano.
«Jacob prova a dirlo a qualcuno e sei morto» dico fulminandolo con lo sguardo. Forse dovrei essere più gentile, non ha ancora fatto niente.
«Tranquilla, tranquilla..» dice spaventato.

Vado ad aprire che Alex è arrivata.
«Ciao!» l'abbraccio.
«Ciao» ricambia. Entra e si siede anche lei sul divano e saluta Jacob.
«A Megan piace Shawn» dice velocemente quell'idiota di Jacob.
«Credimi, non ti dirò più nulla» dico spazientita.
Menomale che è Alex, che tra l'altro aveva già intuito che mi piaceva.

«Vabbè dai, tanto lo sapeva già!» dice lui prendendo il joystick.
«Sei uno stupido Jacob» rimprovera Alex.
«neanch'io ti dirò più nulla» gli fa la linguaccia.
Gli adoro.
Dovrebbero mettersi insieme... okay, la smetto di shippare.
Prendo dei biscotti dalla cucina e li porto in salotto, almeno mangiamo qualcosa.

«Ma tuo padre e Ben?» chiede Alex.
Se sapessi...
«Sono a Toronto, non mi hanno neanche voluto dire perché andavano lì..» dico.
«Beh tuo padre lavora, no?» chiede Jacob.
«E Ben cosa c'entra?» chiedo.
Continuano a giocare mentre io li osservo.

«Andiamo a farci un giro?» Dico quando è finita la partita.
Annuiscono entrambi ed usciamo.

Ho un ansia addosso che nessuno immagina. Sono sicura che c'è qualcosa di strano... spero che non sia nulla di grave, anche perché se lo è mi arrabbio veramente.
Non è la prima volta che succede qualcosa e che né mio padre né Ben mi dice nulla.
Mi sento la terza in comodo... non sopporto più nessuno.

Un giretto mi farà bene... è da un po' che non esco con loro.

Ruin // Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora