4.CONTATTO - Parte 3

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Che diavolo era successo?

Quel giorno si era ripetuto spesso quella domanda, ma ciò che era successo poco prima sulla veranda aveva del surreale! Lucas non riusciva a capire... cosa nascondevano quei due?

Perché Keira sanguinava? Non si era bevuto la storia delle schegge di legno, neanche un po'.

«Perché si fa del male da sola, no?», sbuffò Amy quando Lucas le raccontò l'accaduto. «Insomma di cosa ti stupisci? Siamo tutti pazzi qui, te ne sei scordato?» Gli sorrise maliziosa.

«Quindi pensi che si tagli? Non aveva nulla in mano le avranno sicuramente tolto ogni oggetto tagliente e perché farlo con me lì? E poi perché si è accasciata e si è presa la testa tra le mani?» Lucas espresse a voce alta tutta la sfilza di domande che gli frullavano in testa e notò lo stupore farsi strada sul viso di Amy

«Ma che ti prende Lucas? Credo di non averti mai sentito parlare così tanto! Al massimo ti esprimi per monosillabi», disse secca. La sua espressione passò dall'accigliato al malizioso quando aggiunse: «O per gemiti!»

«Piantala!», ribattè lui, scocciato. In quel momento non aveva voglia di cedere alle provocazioni di Amy. Era mai possibile che con lei non si potesse fare un discorso serio?

«Non è per questo che sono qui?», domandò sorpresa. «Non mi vuoi più?» Sfoggiò una falsissima espressione ferita.

«Non è questo... è che sono curioso», confessò il ragazzo fissando il bordo del letto e mordicchiandosi il labbro. «Non riesco a togliermelo dalla testa.»

Amy si spostò più vicina a lui fino a sfiorargli il braccio con il seno coperto solo da un top leggero.

«Lascia che ti distragga un po'...», disse con tono basso e suadente. Era straordinario come la sua voce squillante e a tratti fastidiosa potesse diventare sexy quando voleva.

Lucas le sorrise lievemente e provò un brivido di eccitazione. Amy gli stava già slacciando i jeans e, guardando nei suoi occhi verdi, Lucas lesse nella sua mente tutte le idee stuzzicanti che aveva in serbo per lui. Si lasciò così consolare e distrarre da lei, trascinandosela dietro mentre si sdraiava sul letto.

                                                                                              *

«Cos'hai visto stavolta?» indagò Josh, mentre passava un dito sul polso di Keira, tracciando i contorni del nuovo, strano segno che le si era inciso sulla pelle.

«Ho visto una grande oscurità che mi soffocava», raccontò Keira ansimando. Era parecchio provata da ciò che era successo e temeva di non riuscire a nascondere ancora per molto le ferite che apparivano sulla sua pelle.

Beth l'aveva visitata, ma, per fortuna, non le aveva chiesto di togliere il bracciale. C'era stato uno strano sguardo da parte dell'infermiera che aveva lasciato Keira alquanto disorientata, ma poteva essere stata solo una sua impressione. Lucas invece sarebbe stato un altro paio di maniche. Era con lei quando aveva avuto la visione e non aveva creduto alla storia delle schegge di legno. Sarebbe sicuramente tornato a farle delle domande.

«Cos'altro?» Josh le fasciò con delicatezza il polso, con una benda che aveva sgraffignato in infermeria senza che Beth se ne accorgesse.

«Un serpente», disse la ragazza, «una serpe che si mordeva la coda e girava velocemente.»

Josh sfoggiò un'espressione accigliata e pensierosa.

Keira era molto confusa, la scena che le si era presentata davanti quella sera era certamente inquietante, ma non certo peggiore della prima. Quella volta Keira era letteralmente andata a fuoco e la stessa sorte era toccata a sua madre e suo padre.

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