19. DISTRUZIONE - Parte 1

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Keira sentì il fiato bloccarsi in gola e il suo cuore ruzzolare verso i piedi. Un portale? Un portale per dove?

Darren la fissava, studiando i suoi movimenti e l'espressione del suo viso. Forse era in attesa di una qualche reazione da parte sua, solo che Keira non sapeva davvero come sentirsi o cosa pensare. Non sapeva nemmeno se Darren la stesse prendendo in giro.

«Keira?»

La ragazza si riscosse da quella sorta di trance in cui era sprofondata e incontrò lo sguardo di Darren.

«Cosa vuol dire un portale?» riuscì a dire con la voce che sembrava provenire da un luogo lontano.

«Vuol dire esattamente questo», sospirò lui, torcendosi le mani. «Sei un passaggio da un mondo a un altro.»

Le ginocchia le cedettero definitivamente e Keira cadde sul pavimento della stanza con un tonfo, portandosi le mani alla bocca.

La luce che aveva visto in sogno, quella che scaturiva dal suo ventre, le balenò in testa di nuovo, quasi a voler sottolineare la veridicità delle parole di Darren. Le tempie cominciarono a pulsarle con violenza, costringendola a strizzare gli occhi.

Non si accorse che Darren si si era mosso finché non lo sentì prenderle le mani e stringerle tra le proprie. Erano grandi e calde e un po' di quel calore si diffuse nel corpo di Keira, aiutandola a rimettere a fuoco il momento presente.

«Mi dispiace. Non volevo dirti nulla, Keira», disse Darren con dolcezza.

La ragazza aprì gli occhi e lo fissò. «Invece devi. Ora devi spiegarmi ogni cosa.»

Lui si passò la lingua sulle labbra e distolse lo sguardo, con espressione incerta. Dopo qualche secondo di silenzio, Keira lo vide prendere un profondo respiro e poi far leva sulle gambe per rimettersi in piedi. La tirò su con sé, tenendola per le mani e quel contatto così "intimo" tra loro non diede alcun fastidio a Keira. Era strano. Molto strano.

La spinse verso il letto e la fece sedere, poi si allontanò e cominciò a camminare avanti e indietro, passandosi le mani sul viso un paio di volte. Sembrava stesse cercando di riordinare le idee, o forse stava pensando di fuggire dalla stanza e lasciarla lì, con mille domande che le ronzavano in testa .

«Quello che ti sta succedendo era scritto da molto tempo Keira...» cominciò, incerto.

Visto che la ragazza non proferiva parola, lui continuò: «Per spiegarti come stanno le cose, lascia che cominci a darti qualche informazione su di me», disse sospirando. «So che hai sentito Beth e me parlare, alcune sere fa.»

Keira strabuzzò gli occhi e fece per negare, anche se a quel punto era abbastanza inutile farlo.

«Lei è mia sorella, Keira, e noi, la nostra intera famiglia, fa parte, ormai da generazioni, di un culto che venera il dio norreno Odino. Non so se ne hai mai sentito parlare...»

Keira aggrottò le sopracciglia, confusa. Conosceva vagamente quel nome, qualche rimembranza di studi scolastici, ma non aveva alcuna conoscenza specifica in merito. «Non proprio», disse.

«Per fartela breve, nella mitologia nordica esistono due pantheon di divinità: ci sono i Vani, dei legati soprattutto alla natura, alla fertilità e al mondo contadino che risiedevano sulla terra, e poi ci sono gli Asi e sono loro che ci interessano nello specifico. Questi ultimi vivevano nel regno celeste di Asgard e da lì dominavano la Terra. A capo degli Asi c'è Odino un dio potente e temibile e numerosi sono gli dei che abitano Asgard e fanno capo a lui. Tra loro, c'era anche Loki. Questi è un dio malevolo, portatore di discordia, guerra e distruzione. A causa dei delitti commessi, egli fu imprigionato e torturato e, secondo la leggenda, tornerà il giorno del Ragnarok per combattere contro gli dei che l'hanno imprigionato, guidando le forze dell'oscurità.»

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