22. SANGUE - Parte 1

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Tre giorni e un centinaio di volantini con la faccia giuliva di Bianca dopo, i ragazzi ripartirono alla volta di Roanoke e del Sunrise Institute con una nuova compagna.

«Sarà uno spasso!» disse Amy, grattando Bianca sotto il mento. La cagnetta scodinzolò e guaì felice, come se non potesse desiderare di più al mondo.

«Non dimenticarti che abbiamo questioni più importanti a cui pensare», le ricordò Darren torvo, occhieggiando Amy.

«Già, come dimenticarlo... e cosa pensi di fare? Perché non cerchi di ottenere informazioni dalla tua famiglia di assassini?» rispose Amy, sarcastica.

«La mia non è una famiglia di assassini», sibilò lui, di rimando.

«Piantatela, o vi daranno un calmante!» sbottò Keira, chiedendosi come facessero a bisticciare di una cosa del genere in mezzo ad altre dieci persone.

Lucas le mise un braccio intorno alle spalle e le diede un delicato bacio sulla tempia. Non erano più riusciti a riprendere il discorso iniziato sulla spiaggia qualche giorno prima e ogni volta che ripensava ai baci e alle carezze roventi che Lucas le aveva regalato, Keira sentiva la propria temperatura corporea schizzare alle stelle. Ancora non riusciva a credere di essersi esposta così tanto, di essersi lasciata toccare in quel modo. Eppure, quando era con lui tutto risultava così naturale, quasi come se il suo corpo chiamasse quello di Lucas e lo pregasse di toccarlo, baciarlo e...

Keira avvampò e premette la testa contro la spalla del ragazzo, nascondendo la faccia.

Smetti di pensare a queste cose!

«Tutto okay, Splendore?» le domandò lui, dolcemente.

Annuì, senza però sollevare la testa e Lucas rinsaldò la stretta, cominciando ad accarezzarle la schiena con delicatezza.

Keira si rilassò subito tra le sue braccia. Era incredibile come quel ragazzo riuscisse sempre a trovare il modo di calmarla e farla sentire al sicuro; piuttosto paradossale, visto che lui avrebbe, in teoria, dovuto ucciderla.

A quel pensiero, una morsa di terrore le compresse il petto. Si portò una mano sullo stomaco, in corrispondenza delle ultime rune che le erano apparse, sentendosi gelare.

Thurisaz, la porta tra due mondi...

Come sarebbero riusciti a uscire indenni da quella situazione? Quella cosa sarebbe davvero uscita da dentro di lei per distruggere ogni cosa?

«Kei, puoi guardarmi, per favore?» le sussurrò Lucas all'orecchio.

Keira sapeva cosa le stava chiedendo Lucas. Voleva leggerle nella mente per vedere cosa la stesse turbando e lei aveva così disperatamente bisogno di conforto che non se lo fece ripetere due volte, sollevò il viso e incontrò lo sguardo di lui.

Lucas aggrottò le sopracciglia e la scrutò con intensità, fino a che Keira non lo vide socchiudere gli occhi e sospirare piano.

«Ho paura», ammise, anche se i suoi pensieri erano abbastanza chiari a riguardo.

«Lo so, piccola, lo so.» L'avvolse stretta e restò in silenzio per alcuni minuti, durante i quali Keira si sforzò di sincronizzare il proprio respiro a quello di lui, trovando conforto nel movimento del suo petto che si alzava e abbassava, cullandola. A un certo punto, Lucas si sporse verso il sedile di fronte al loro e picchiettò sulla spalla di Darren.

Il ragazzo si voltò, interrogativo.

«Appena arriviamo all'istituto, voglio parlare con tua sorella», sibilò Lucas con un tono che non ammetteva repliche.

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