27. LA FINE - Parte 2

99 14 5
                                    

I minuti successivi furono confusi e privi di significato.

Lucas sentiva gli altri muoversi attorno a lui, piangere, spostare i corpi dei membri della setta, imprecare.

Fenrir era al suo fianco, il muso appoggiato sulla sua coscia e gli occhi fissi su di lui.

Gli occhi di Lucas, invece, non avevano mai lasciato il viso di Keira.

«Lucas...» la mano calda di Amy si appoggiò con delicatezza sulla sua spalla.

«No», disse, senza voltarsi.

«Non possiamo restare qui, dobbiamo andarcene e trovare un modo per rintracciare Joshua», incalzò Darren.

Avrebbe voluto rispondere che non gli interessava, che non importava nulla ormai, perché il suo mondo era appena esploso in mille pezzi. Voleva solo chiudere gli occhi e non svegliarsi più, raggiungere Keira ovunque fosse e restare con lei per sempre.

«Lucas.»

Una rabbia improvvisa gli saettò nelle vene, costringendolo ad alzare la testa dall'altare e a voltarsi per fronteggiare gli altri.

«Ho detto no! Andatevene, fate quel cazzo che volete, io non la lascerò qui. Io non la lascerò... più...»

La voce gli si spezzò e Lucas si girò di nuovo verso Keira. Non sopportava l'idea che gli altri lo vedessero piangere, non quando era stato lui a infliggere a Keira il colpo mortale.

«Non ce ne andiamo senza di te, Luc, e nemmeno senza Keira. Credi che sia nostra intenzione di abbandonare qui il suo corpo?» Amy lo agguantò per un gomito, strattonandolo.

Lucas is voltò di scatto, pronto a spingerla via, a urlarle contro tutto il suo dolore e la sua frustrazione, ma si bloccò.

Il viso di Amy malcelava una disperazione che si avvicinava alla sua. Era distrutta.

Anche Darren lo era.

Lucas si rese improvvisamente conto che Keira non era importante solo per lui, ma per tutti, e che Josh era fondamentale per Keira e lui non poteva lasciare che venisse consumato da Loki, né che la setta di quel bastardo facesse di lui ciò che voleva.

«Lasciatemi cinque minuti», disse piano, guardando Amy negli occhi. «Solo cinque. Voglio restare da solo con lei.»

Amy lanciò un'occhiata a Darren e poi annuì verso Lucas.

«Ti aspettiamo nel tunnel.»

Piano, i tre uscirono seguiti da Fenrir, lasciando Lucas solo.

«Mi dispiace Keira», cominciò il ragazzo. «Avrei dovuto proteggerti, tenerti al sicuro, assicurarmi che nulla di tutto questo accadesse. Invece ti ho uccisa e Loki è comunque tornato. Ti prometto che...» prese un profondo respiro per cacciare giù il groppo che gli bloccava la gola, «troverò Josh. Lo salverò. Te lo giuro.»

Si allungò sull'altare, il viso bagnato dalle lacrime e sporco del sangue di Keira e le depositò un lieve bacio sulla fronte.

Un'immagine si delineò nella sua mente, in modo del tutto inaspettato. Un flashback, una conversazione che veniva dal passato, una verità che i suoi genitori adottivi gli avevano a lungo taciuto.

Chiuse gli occhi e vide i ricordi di suo padre, del momento in cui aveva letto nella sua mente ciò che era accaduto quando lui era venuto al mondo, come glielo avevano raccontato le suore.

Il simbolo sulla sua fronte, quello che gli aveva dato la vita, prese forma nella sua mentre, una luce celeste che squarciava il buio delle sue palpebre.

Non aveva mai visto quel simbolo, perché suo padre non l'aveva visto, sapeva solo ciò che gli avevano detto le suore, ma Lucas era sicuro che fosse proprio quello che lo aveva fatto vivere.

Riaprì gli occhi e osservò la fronte pallida di Keira, umida a causa delle sue lacrime.

Forse era una follia, ma cos'aveva da perdere?

Si sfregò l'indice della mano destra sulla ferita che si era inflitto sul braccio e lo sporcò di sangue; con la punta del dito, usando il proprio sangue come inchiostro, disegnò il simbolo che aveva visualizzato sulla fronte di Keira.

Non aveva idea di cosa aspettarsi, ma aveva sperato che qualcosa sarebbe successo. Invece quello scarabocchio rosso sulla pelle di Keira era una semplice macchia di sangue, del tutto inutile.

A fatica trattenne di nuovo le lacrime e si alzò.

Liberò Keira dai fermi che la improgionavano per poterla sollevare e portare via con sé, ma una nuova parte del ricordo di suo padre lo colpì come una freccia.

La suora aveva toccato il simbolo sulla sua fronte.

Tanto valeva tentare.

Si appoggiò una mano sulla fronte e adagiò l'altra sul simbolo che aveva tracciato su Keira. Per qualche secondo non accadde nulla, poi un dolore lancinante gli spaccò la testa in due, facendolo barcollare. Non mollò la presa, si sforzò di rimanere in posizione, perché qualcosa stava accadendo ed era comunque meglio di niente.

La luce azzurrognola che ormai conosceva lo circondò. Il suo corpo di coprì nuovamente di rune scintillanti e il simbolo tracciato con il suo sangue sulla fronte di Keira si impresse nella pelle della ragazza come una cicatrice dalla forma inusuale.

La sua luce divenne la luce di Keira.

Il suo sangue divenne il sangue di Keira.

La sua vita fluì in lei, donando colore al suo viso bianco e una scintilla di vitalità ai suoi occhi ormai spenti.

La luce pulsò, Lucas gridò di dolore, ma non si allontanò, né interruppe quel contatto che sembrava fargli andare a fuoco le interiora e Keira prese un breve, profondo respiro, inarcandosi sulla pietra.

La luce si spense, le rune sparirono dal corpo di Lucas e lui cedde a terra, stremato e incredulo.

Keira voltò il capo e lo vide, lo vide davvero, perché era viva.

Keira era viva.

NightFall - Il PortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora