11. CONFESSIONI - Parte 2.

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Eccoci qua, il momento delle confessioni imbarazzanti...

Keira sapeva che sarebbe arrivato, solo sperava che fosse più avanti e non appena un giorno dopo che lei e Lucas si erano messi insieme. Come glielo spiegava che lei non aveva mai baciato nessuno? Lucas nemmeno si rendeva conto di che novità fosse per lei anche solo tenere la sua mano o abbracciarlo. Mai nella sua vita aveva avuto un contatto del genere con un individuo di genere maschile, a parte Josh, chiaramente. Era una sfigata che nessuno si era mai filato e a Keira era sempre andato bene così, ma ora che doveva fare? 

Lucas era un ragazzo di diciassette anni e Keira sapeva bene a cosa lui fosse abituato, visto che aveva avuto anche il piacere di assistere a una mezza scena erotica tra lui e Amy. Come l'avrebbe presa lui, se lei gli avesse rivelato che il pianeta uomo era terra inesplorata per lei? Come dirgli che lei non se la sentiva di fare certe cose, non ancora per lo meno?

Calmati Keira, una cosa alla volta pensò. La questione più immediata era il bacio e lei voleva davvero baciare Lucas, solo che non sapeva cosa doveva fare. Qualcosa doveva dirgli, però, perché lui la guardava confuso e triste, come se pensasse che lei lo schifasse.

«Lucas, senti io...»

«No, non dire nulla, Kei. Scherzavo», la interruppe allontanandosi e sedendosi sul letto.

Lei si mordicchiò un labbro, a disagio. Ci era rimasto male, era più che evidente. «Però...»

«Mi dici una cosa?» le chiese. Keira annuì, nel panico. Lucas non la guardò negli occhi quando parlò di nuovo: «Cosa provi per me?»

«Eh?» fu tutto ciò che uscì dalla sua stupidissima bocca. Era così in imbarazzo che i suoi neuroni erano andati a farsi friggere.

Lucas scosse la testa. Evidentemente per lui il suo stupido eh? era bastato come risposta.

«Bene. Io vado, allora.» Si alzò e si diresse alla porta senza incrociare il suo sguardo.

Non poteva lasciarlo andare così, non quando lui pensava che lei non lo volesse. Lo raggiunse in due falcate. «Aspetta dove vai?»
«Vado a dormire», le sorrise appena, «ci vediamo domani.»

Lucas stava aprendo la porta, ma Keira ci si buttò contro con tutto il peso del suo corpo, facendola chiudere e trascinandosi anche Lucas, che era ancora attaccato alla maniglia, addosso.

Si ritrovò con la schiena contro la porta e petto contro Lucas e, quando realizzò quanto fossero vicini e il modo in cui lui la stava guardando, cominciò a sentire un gran caldo.

«Keira, ma che fai?» sospirò Lucas, il viso quasi attaccato al suo. Keira aveva il fiato corto, non riusciva a togliere lo sguardo dalle labbra di Lucas ed era davvero imbarazzante.

Se solo avesse saputo che accidenti doveva fare! Se fosse stata una persona normale, si sarebbe esibita in una scena memorabile afferrando la testa di lui e traendolo a sé. Fin lì ci poteva pure arrivare, ma poi che cavolo avrebbe fatto con la bocca?

La situazione era perfetta, uno di quei momenti da film in cui sai che sta per succedere e invece... Lucas si allontanò e incrociò le braccia al petto, guardandola con aria interrogativa. Keira provò un moto di delusione. Anche lui era un po' carente in quanto a romanticismo.

«Perché sei arrabbiato?» riuscì infine a dire, anche se lo sapeva bene il perché. Voleva solo prendere tempo per cercare il modo giusto di spiegare a Lucas il suo problema "tecnico".

Lucas sbuffò. «Non sono arrabbiato.»

Lei sollevò le sopracciglia. «Sì, come no.»

«Sono confuso Keira, va bene? Cioè non capisco cosa vuoi, se e come mi vuoi e il tuo «eh?» prima è stato piuttosto chiaro al riguardo», disse frustrato.

«Lucas... io...»

Lui la guardò, agitando un piede sulla moquette. Non avrebbe sopportato ancora a lungo le sue stronzate, Keira lo sapeva, così si fece forza e sputò il rospo.

«Io non ho mai dato un bacio in vita mia e non so come si fa», buttò fuori tutto d'un fiato. Le guance le si infiammarono. «Sono patetica, lo so, ma questa è l'unica ragione per cui ho reagito così.»

L'espressione di Lucas cambiò radicalmente. Non sembrava più arrabbiato o frustrato, sembrava incredulo. «Davvero?»

«Sì. Beh... e allora?» sbottò stringendosi le braccia al petto. Si sentiva vulnerabile; lui la faceva sentire completamente esposta e, se per certi versi poteva essere bello essere a nudo con lui, per altri questa cosa la metteva molto a disagio.

Lucas le si avvicinò piano e le prese il mento, sollevandole la testa, così da vederla negli occhi. «Mi sembra assurdo, sei così bella...» sussurrò.

Il cuore di Keira cominciò a pompare il sangue più velocemente, mentre Lucas la fissava negli occhi con quei due iceberg che erano i suoi.

«È solo questo il problema?»

Lei annuì, incapace di spiccicare parola.

Lucas si avvicinò ancora a lei, al punto che Keira poteva sentire il suo fiato caldo mescolarsi al proprio.

«Ti insegnerò io, Kei. Devi solo fidarti di me.» Si chinò su di lei, dandole tutto il tempo di scansarlo, se avesse voluto. Keira si rese conto che non voleva, invece. Aveva solo paura di deluderlo, ma voleva baciare Lucas come mai aveva voluto fare qualcosa in vita sua. Il cuore stava ballando un sobrio samba nel suo petto e le labbra di Lucas erano praticamente già sulle sue e...

E poi successe: Keira rovesciò la testa all'indietro e gridò, preda di un dolore pazzesco che partiva dalla testa e si irradiava in tutto il corpo. Scivolò lungo la porta, accasciandosi a terra; le mani attorno alla testa che sembrava volersi spaccare a metà.

Girava, ogni cosa girava. Volti scuri e sorrisi ghignanti ruotavano attorno a lei e poi il sangue: cadaveri accartocciati come foglie, laghi di sangue, distruzione e dolore. Tanto dolore, un dolore insopportabile.

Era terrificante. Il suo corpo era in preda agli spasmi, la sua bocca spalancata nel tentativo di gridare, di chiedere aiuto, mentre annaspava cercando di uscire da quella visione tremenda. Lucas e la stanza non c'erano più. Attorno a lei c'erano solo morte e distruzione.

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