Parte 3 Aquila Reale

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Passarono vari giorni durante il viaggio che li conduceva verso la capitale del regno e ormai le ferite della Lunari si erano del tutto rimarginate, con pochi segni a malapena visibili. Si era rimessa l'armatura, unico suo abbigliamento, e teneva stretta a se la grande falce, sempre pronta ad utilizzarla nel caso ci fossero degli attacchi.

<Dunque.> Apre la discussione il giovane Lars, mentre viaggiano ancora col carro trainato dai cavalli guidati dallo zio. <Da dove provieni, Diana?> Chiede alla ragazza, poiché è sempre rimasto incuriosito dal suo aspetto, lei però gli da una risposta molto secca. <Da una catena montuosa.> Lars ride leggermente al sentire un informazione vaga. <Il Frejlord è pieno di montagne, potresti essere più precisa?> Lei fa un sospiro e scuote la testa. <Provengo al di fuori di questa regione, da molto lontano.> A questa ennesima risposta davvero vaga per il povero ragazzo, quello si gratta soltanto la testa, sempre più confuso. <Pensavo che fossi di qui. Non sei una Figlia del Gelo?> A questa domanda, per lei bizzarra, Diana alza un sopracciglio. <Cosa sarei?> <Un essere da straordinari poteri ed immortale. Alcuni di loro hanno una pelle più pallida ed i capelli bianchi come la neve.> Spiega Deklan, lo zio, e il giovane si gira verso di lui. <Dunque avevo ragione.> commentò il ragazzo <No, ti ricordo che controllano il ghiaccio, non del fuoco bianco.> replicò lo zio. A questa frase la lunari si fa più confusa. Lo zio le lancia un'occhiata, cogliendo la sua espressione. <Mio nipote ti ha descritto così: "era come una cometa luminosa che lanciava dei grandi fuochi bianchi per colpire i propri nemici".> Dopo aver sentito questo, Diana guarda Lars, che distoglie lo sguardo da lei e fischietta per nascondere l'imbarazzo.

Erano passate alcune ore; ormai il loro cammino stava per concludersi. Il gruppo venne rallentato però da un'improvviso problema col carro. La ruota si era rotta e persero molto tempo per intagliarne una nuova. Ma sopratutto, avevano bisogno di legna.

La Lunari si diresse verso il vicino bosco per cercarne un po', e man mano che si addentrava sempre di più, sentiva sempre più forte di una presenza a lei sconosciuta, diversa da quella dei mostri che popolavano le zone del Targon. Questa addirittura sembrava amichevole, ma non riusciva a capire da dove provenisse.

Poi sentì il verso di un falco, volato proprio sopra la sua testa; Diana non ci fece caso, e diede più importanza al lupo che le si trovò davanti, ringhiando alla donna e pronto ad attaccarla. Diana sentiva il pericolo; non poteva evitarlo e doveva scegliere tra la sua vita o quella del lupo.

Estrasse l'arma causando la reazione dell'animale; che diventò più aggressivo, forse cosciente di cosa fosse quell'oggetto. Diana poggiò la punta della falce a terra e fece per scattare verso il lupo e ucciderlo con un colpo, quando sentì un sibilo vicino a lei. Giratasi verso il suono, vide una freccia sfiorarle il petto e cadere nella neve.

<Sarebbe meglio che tu te ne andassi> consigliò una voce femminile, dal tono leggero ed elegante seppur minaccioso. In mezzo agli alberi comparve una figura snella, che si avvicinava pian piano alla donna, con in mano un arco azzurro e cristallino, puntando un'altra freccia già pronta verso Diana. Le vesti che indossava erano leggere esclusi gli spallacci, ed erano neri con decorazioni dorate. <La prossima volta non mancherò.>
La Lunari fece un lieve sospiro e tentò almeno di far ragionare colei che si era avvicinata. <Non ho intenzioni ostili> affermò, evidentemente non risultando abbastanza convincente, mentre l'altra donna tendeva di più la corda dell'arco e socchiudeva gli occhi, studiando il bersaglio. <Lui sostiene il contrario.> Indicando con un cenno della testa al lupo, sempre pronto ad assalire la donna che ha davanti. Quindi, vedendo che la situazione non stia migliorando, non può far altro che combattere, da un veloce sguardo all'animale, per poi poggiare i suoi occhi argentei verso la ragazza, esala un respiro e si lancia ad attaccare l'arciere, aiutata dal rapido scatto e lasciando di spiazzo i due, tanto che la freccia che viene scoccata è imprecisa e particolarmente lenta, facile da respingere con un colpo di lama ed è anche facile per come riesce a far cadere la tiratrice per terra, con solo l'arco cristallino ad impedire che la falce le dia il colpo di grazia. Ha ottimi riflessi, non c'è che dire.

Il Ghiaccio e la LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora