Parte 8 Tensioni

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E' appena mattina, la Lunari si è decisa a fare visita alla regina che si supponeva stesse riposando nella propria stanza per riprendersi dai brutti avvenimenti accaduti di recente.

Non appena viene aperta la porta, trova la donna proprio davanti a se vestita in maniera particolarmente elegante: indossa un abito tra il bianco e l'azzurro, composto da una grande gonna e sul capo ha una piccola corona di metallo, mentre ai piedi delle scarpette di cristallo.

<Dove stai andando?> Chiede Diana, mentre alza un sopracciglio e ostacola il passaggio della donna.

<Ad una riunione importante, non posso mancare. Quindi, ti chiedo di spostarti.> Ma la targoniana non è intenzionata a lasciarla passare ed Ashe cerca di spingerla per togliersela di torno. Però è inutile visto che è ancora molto debole e lo sforzo provoca soltanto una grande stanchezza, con un conato di vomito che risale in gola. Appoggia la testa sul petto dell'amica, respirando affannosamente.

<Visto?> Esclama Diana. La regina emette un profondo lamento. <Lo so.> Risponde poco dopo. La targoniana poggia una sua mano sotto il mento di Ashe sollevando il suo volto fino a costringerla ad incontrare i suoi occhi.<Quanto è importante?> Le chiede. <Ne va del destino del mio regno.> Sentire questa risposta le fa aggrottare la fronte. <Mentire è una cosa che odio. Spero tu non lo stia facendo.> La ammonisce, per poi prendere un braccio dell'arciera e se lo porta dietro il collo, mentre la tiene stretta ai fianchi.

<Ti farò da appoggio. Almeno risparmi un po' di forze.>

Ashe sorride felice e accenna un ringraziamento, causando in Diana un lieve sospiro. <Su, forza, dimmi dove andare.>

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<Dovremmo giustiziarli!>

<Non meritano di essere salvati!>


<Vogliono solo la guerra!>


Sono queste le parole che risuonano nella Sala dei Saggi, luogo usato periodicamente per le questioni politiche del regno avarosano, dove tutti i più importanti rappresentati di villaggi, cittadine e tribù si riuniscono a dare le loro opinioni; questa volta per via dei soldati demaciani e la decisione sulla loro sorte.

In fondo alla stanza si trovano due imponenti troni ghiacciati: quello a sinistra è occupato dal re, Tryndamere, che cerca in tutti i modi di mantenere ordine nella sala ma con scarso risultato. Lui è un guerriero, pronto a gettarsi per primo nella battaglia ma per quanto riguarda la politica preferisce rimanerne lontano. Ogni volta gli provoca quasi un'emicrania e tutte quelle urla sono solo un grande fastidio che a malapena riesce a tollerare, ormai con i nervi al limite.

<Sono fortunati se non gli stacco la testa.> Sussurra all'uomo in piedi al suo fianco, dalla barba incolta e corti capelli castani, con una cicatrice sulla guancia destra; indossa un'armatura di metallo grigia con le spalliere a forma di testa di lupo e sotto una pelliccia dello stesso animale. Tiene tra le mani un lungo oggetto avvolto in una coperta di lana. <Sono stati furbi, chiedere una riunione approfittando delle pessime condizioni della regina. Così potranno scannarsi a vicenda.> Sussurra l'uomo a sua volta. <Nonostante tutto, le rivalità di alcuni non si sono spente, vero Meloar?> Continua Tryndamere, osservando come ognuno è distratto a insultare gli altri nei peggiori modi. Meloar sbuffa sorridente. <Già.>

<Beh, è meglio finirla.> Il re si alza in piedi, afferra il manico della sua grande spada che teneva appoggiata vicino al trono e la lascia cadere fortemente a terra di punta, provocando un frastornante suono che si diffonde in tutta la stanza accompagnato dal urlo del re, che fa precipitare la sala nel silenzio.

Il Ghiaccio e la LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora