Parte 4 Rakelstake

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Dopo un breve viaggio durato un paio di giorni, il piccolo gruppo sui carri è finalmente arrivato alle porte della più importante città del Nord, Rakelstake, capitale del Regno del Frejlord; simbolo per gli avarosani di speranza e pace dove l'imponente statua di Vero Ghiaccio che rappresenta l'adorata vecchia regina Avarosa accoglie la gente appena arrivata. Non sarà di certo composta da strutture ben rifinite come quelle di Demacia, ma lascia sempre il visitatore affascinato e soprattutto stupito vedendo il palazzo reale, che è letteralmente un castello di ghiaccio.

<Vedo che ti sta piacendo.>
Commenta Deklan, avendo osservato come la giovane targoniana si meraviglia ad ogni struttura che nota.
<L'utilizzo del ghiaccio è davvero...fenomenale.>
Ammette dunque il suo stupore e in parte ammirazione, incuriosita di come possano essere costruite.
Il vecchio sorride nel vederla in quel modo e decide che può pure girovagare per la città; in quel momento non c'è bisogno del suo aiuto nel trovare una nuova casa, lui sa già con chi parlare.

La Lunari inizia a girovagare per tutta la città, visitando i negozi, il mercato, la piazza, andando in ogni luogo che era possibile, soffermandosi dove dei bambini giocavano con la neve: chi se la lanciava a forma di palla e chi invece costruiva dei pupazzi o altri modi. Una bambina accidentalmente si era scontrata con lei, ma non se la prese; anzi le regalò un piccolo sorriso e l'aiutò pure ad alzarsi.

Non posso perdere tempo

Smorza il sorriso, ritorna molto seria e rimprovera se stessa. Non deve lasciarsi trasportare dalle emozioni, ha cose più importanti da fare, scoprire di più sul suo ruolo è di vitale importanza. Mollata la bambina, riprende il percorso fatto prima per trovare i due.

Man mano che si dirige verso la posizione di partenza vede il numero di persone aumentare e raggrupparsi in un unico punto, precisamente l'entrata in città. A pochi metri di distanza sente anche delle acclamazioni provenire da li, come se fosse successo qualcosa di importante.
Incuriosita, decide di dare un'occhiata per capire cosa sta succedendo, infilandosi in mezzo a tutta quella gente per dirigersi verso ciò che sta attirando la loro attenzione.

Superate un bel paio di persone, vede tre schiere di uomini con tanto di armature e armi, dove a capo c'era una giovane donna sopra un cavallo bianco, già familiare per la Lunari. Era Ashe, la ragazza del bosco.
La gente la nomina con molta ammirazione e lode, quasi fossero davanti ad un essere divino.
Al inizio non riesce a capire, ma poi si ricorda del nome della regina stessa, Ashe. E' comunque sorpresa nel vederla così nonostante il suo ruolo; le sembra quasi inadatta.
Non apprezza tutta questa osannazione verso una semplice persona, anzi, la infastidisce, ma non sono di certo affari suoi; meglio allontanarsi che rimanere li ad osservare uno spettacolo inutile.

Sta per girarsi e andarsene, però accadde l'inaspettato: una freccia viene scoccata.
Si dirige verso la regina, precisamente verso il volto ma fu impreciso, lenta e prevedibile che la donna schiva, lasciando solo una ferita sulla guancia.
L'evento sconvolse tutti quelli presenti, domandandosi chi fu il fosse che ha osato uccidere la loro amata regina; un folle anche incapace, visto che non ci volle molto a individuarlo: Lars.
<Lasciatemi!>
Urla; contro le due guardie che lo hanno catturato, agitandosi come un animale per cercare di liberarsene. Viene portato proprio davanti al suo bersaglio, obbligato ad inginocchiarsi con le lame delle alabarde vicino al suo collo, pronte a giustiziarlo in quel istante.

Diana non è intenzionata ad intervenire; non detta lei legge qui e comunque il ragazzo se l'è cercata.

La regina scende dal proprio destriero e prende l'arco di ghiaccio, tirando la sottile corda su cui si stava creando una freccia ghiacciata e si avvicina passo dopo passo al colpevole, concedendogli lo sguardo di un giudice severo nel momento della decisione. Puntò la freccia alla testa del ragazzo, respirò a fondo e lasciò la presa...ma mirò negli ultimi secondi non a Lars, bensì ad un lungo palo di legno su cui c'è il vessillo del regno.

<Se riuscirai a riprendere la freccia prima che si sciolga, non solo sarai perdonato dal tuo crimine...> Dice Ashe, portando una mano al centro del suo petto, con l'indice puntato verso la zona del cuore. <Avrai un'altra occasione.>
Detto questo ritorna verso il cavallo, iniziando a dirigersi verso il palazzo. <Fino a quel momento, sarai confinato dentro la città. Con le guardie a teneri d'occhio se tenterai di scappare.>
<E se non riuscissi?> Domanda il giovane, anche se sa già quale sarebbe il suo destino in quel caso.

<Una vita per una vita.>

Le risponde la donna, dando poi un'occhiata verso la folla e notando la Lunari sorride, facendole un occhiolino. La donna aggrotta la fronte e scuote la testa; preferisce non avere niente a che fare con quella li, troppo strana per i suoi gusti.

Deklan, che fino a quel momento stava riordinando tutto assieme ala moglie nella nuova casa, appena arrivato nel luogo dove si trovano i due inizia a chiedere delle spiegazioni, avendo già sentito parlare di qualche tentato assassinio. La discussione tra lo zio ed il nipote trasforma in un aspro litigio, cosa ormai all'ordine del giorno per la targoniana, disinteressata nel cercare di fermarli; prima o poi la smetteranno da soli.

Passano le ore e si fece sera, dopo cena Diana ha deciso di stare fuori per osservare il cielo notturno, decorato dalle costellazioni e soprattutto dalla Luna, che anche nel Frejlord può essere vista in tutta la sua bellezza. Le venne una folle idea, mentre osserva il grande palazzo reale in lontananza: scalarlo fino al suo punto più alto per avere una migliore visione del cielo.
Dunque iniziò a sfruttare la sua incredibile velocità per non farsi notare da nessuno e salire il prima possibile. Arriva su un balcone e decide di fermarsi li, considerando l'eccezionale panorama da lassù che avrebbe potuto lasciare chiunque a bocca aperta; o almeno, per lei era così. Si alza in punta di piedi e allunga il braccio sinistro verso la Luna, così grande, così vicina da poterla quasi toccare.

C'è solo un piccolo problema.

<E' un bello spettacolo, vero?>
<Sì, lo è.> Risponde incosciamente Diana, distratta a guardare l'astro celeste. Subito dopo si rende conto che c'è qualcuno in quel balcone e per lo spavento perde l'equilibrio e inizia a cadere, venendo afferrata per il braccio all'ultimo secondo. Era sempre lei, l'arciera, ironia della sorte.
<Stai bene?> Le chiede, con un largo sorriso stampato sulle labbra.
La domanda non ebbe risposta e Diana usa la mano libera per aggrapparsi al balcone e ritornare su, aiutata anche dalla donna che ride successivamente.
<Per poco non te la vedevi brutta.> Commenta Ashe, nascondendo la bocca con una mano. Diana non capiva il perché delle sue azioni; ha rischiato di morire pure lei, eppure sembra ancora allegra, come se non fosse successo nulla.
<Sei strana.> Le dice Diana, per poi darle le spalle e prepararsi a scendere dal balcone, fermata di nuovo dalla mano di Ashe appoggiata sulla spalla.
<Vuoi scendere da qui? Posso benissimo offrirti riparo, il palazzo è grande e ci sono un bel paio di stanze vuote.>
A quella richiesta lei scuote la spalla per levarsi la mano, non interessata all'offerta ricevuta.
<Non c'è bisogno e so cavarmela da sola.>
Le da un ultimo sguardo, vedendola sempre sorridente. Le provoca un certo fastidio: desidererebbe strapparglielo di persona.
<Grazie per averlo risparmiato.>
Commenta alla fine in riferimento a Lars, per poi lasciarsi volutamente cadere verso il basso e diventare una luminosa scia bianca che percorre tutto il palazzo e fa brillare l'azzurro ghiacciato.

Ashe rimane li ad osservarla, meravigliata dal fenomeno appena osservato; era la prima volta in vita sua che vedeva qualcosa del genere.
<C'è n'è di gente sorprendente in giro.>

Il Ghiaccio e la LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora