Dei passi si diffondo nel corridoio della prigione, costruita da poco tempo, poco più un anno di vita per essere precisi. Fatta al classico modo di pietra e ghiaccio e ispirandosi a quelle dei paesi vicini. Infatti ci è voluto uno straniero a guidare la costruzione, essendo quasi una novità per il Freljord che prima di questa operazione di Ashe, come tante altre, si svolgeva tutto in maniera primitivo.
Tutto ciò è quello che ha sentito Diana, la persona cui sta percorrendo il luogo, diretta ad una precisa cella sorvegliata da una guardia, non molo attenta nel suo lavoro. Infatti, ci vuole la sua presenza che l'uomo si ricompone e fa un saluto rispettoso con il pugno al petto, dove c'è il cuore.
Lo guarda con fare storto, un po' perplessa per come si comporta con poca dedizione prima del suo arrivo, ma lo giustifica probabilmente per la noia che si deve passare qui da soli e comunque sia non è il motivo per cui è venuta qui.
"Come sta il prigioniero?" Domanda, dopo un saluto reciproco a quello dell'uomo. "Come dovrebbe stare? E' li rannicchiato in un angolo della cella." Dice, mentre indica con il pollice destro il prigioniero. La giovane donna ci da un'occhiata e poi ordina alla guardia. "Aprite, devo parlargli." Alle sue parole, il soldato non esita nemmeno un istante e prende il mazzo di chiavi che ha alla cintura per poi aprire la porta sbarrata della cella. Alla fine fa largo alla Lunari.
Lei fa dei passi in avanti, fino a fermarsi soltanto a poco più di un metro di distanza dalla persona che è messa in posizione fetale. "Lars, alza il volto." Ordina al ragazzo, ma non riceve alcuna risposta. Lei allora fa un lungo sospiro e piega le ginocchia per poi poggiare una mano sulla spalla del giovane. "Lars, per favore, guardami." Chiede dal tono stavolta più gentile. Dunque, Lars alza la testa dalle ginocchia e mostra il suo volto, consumato dalle lacrime che ha versato in precedenza. Comunque sia, tiene gli occhi rivolti verso il basso, come se si vergogni di concedere il suo sguardo alla Valchiria. "Guardami." Dice con più serietà la donna e sposta la mano dalla spalla alla guancia sinistra del ragazzo.
Lars finalmente si decide di osservarla, ma non nasconde affatto la propria vergogna e gli occhi sono tentati di nuovo a far scendere le lacrime. "Hai ucciso tu Lief?" Gli domanda, con assoluta serietà. I ragazzo non riesce più a guardarla dopo quella domanda e distoglie dunque lo sguardo. "Rispondimi." Insiste la donna. Lars pronuncia un secco e debole "...sì."
La donna però aggrotta la fronte, poco convinta alla sua parola. "Sospetto che questa sia una mezza verità." Afferma, sicura di se, per poi tornare dritta e incrocia le braccia. "Dimmi cos'è successo." Chiede. "L'ho ucciso io, con le mie proprie mani...non c'è nient'altro da sapere." Risponde Lars, dove non riesce proprio ad alzare lo sguardo verso Diana. "Non nascondermi niente, Lars." Commenta la donna, infastidita dal suo modo di comportarsi che lo considera infantile. "Raccontami ciò che è accaduto ieri notte." Chiede, con il tono che è tutt'altro che gentile. Ma non riceve alcuna risposta. Lei fa un sospiro e si inginocchia. Una mano che va a poggiarsi di nuovo sulla spalla sinistra. "Lars, parla, per favore. Sto cercando di aiutarti." Commenta e vede che il giovane ritrova il coraggio di guardarla negli occhi.
Il ragazzo fa un lungo respiro e inizia a parlare. Racconta la verità dell'accaduto di quella notte, della strana assassina dai capelli scarlatti e dalla cicatrice nell'occhio sinistro, dello scontro sul corridoio, di come aveva tentato di ucciderla, ma il suo acciaio aveva trovato soltanto Lief.
Diana, sentita la vicenda, rimane in silenzio a riflettere per qualche secondo. Poi esclama. "Dunque, questa noxiana, aveva l'obiettivo di uccidere Ashe...?" Domanda per esserne sicura di aver capito bene. Lars scuote la testa e la abbassa. "Penso sia quello che abbia capito Lief. Non sono certo che sia il suo vero obiettivo." Commenta e poi vede la donna che si allontana, diretta alla porta della cella. Lui si alza in piedi, allunga il braccio come se volesse fermarla ed esclama. "A-aspetta! Te ne vai di già?" La Lunari si ferma e volge il suo sguardo verso il ragazzo, che a quella domanda sembra disperato e abbandonato. "Io qui ho finito, mi hai detto ciò che interessava. Ma se vuoi parlare, ho qualche minuto a disposizione." Lo informa e il ragazzo reagisce con il braccio che si abbassa ma con un piccolo sorriso che si manifesta sul volto. "Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo ma, ti ho sempre ammirata, fin da quando ci siamo conosciuti quella volta." Prende una piccola pausa e arrossisce nelle guance. Si gratta la testa e allarga il sorriso. "Io penso, anzi, sono sicuro, che sarai tu la salvezza del Freljord!" Diana a quelle seguenti parole le viene spontaneo un sorriso anche a lei e china il capo per ringraziarlo.
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Il Ghiaccio e la Luna
FanfictionUn viaggio nelle terre più fredde e selvagge di Runeterra, dove una giovane straniera è alla ricerca di chiarezza di se stessa ed il suo ruolo, vivendo personalmente gli eventi di quel luogo, martoriato da una guerra tra tribù che non sembra mai fin...