Capitolo 22

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Per tutto il viaggio non ha aperto bocca.

Ho provato più volte a parlarle ma senza alcun risultato.

È li, accanto a me, e fissa il vuoto.

Decido di non portarla a casa sua ma nella mia, non mi sembra opportuno presentarmi davanti sua madre con lei in queste condizioni... O forse dovrei, lei ha diritto di sapere cosa hanno fatto a sua figlia..

Dio sono così confuso.

All'improvviso sento un sibilo da parte sua:

<< Cosa? >> la incito a ripetere perché non ho capito nulla di quello che ha appena detto.

<< Dove. Siamo. >> ripete questa volta con un tono di voce leggermente più alto.

<< Oh giusto, questa è la mia casa. >>

<< No. Portami a casa mia. >>

<< Emi non mi sembra il caso, tua madre sai che vorrebbe subito spiegazioni e tu, in questo stato, non credo sia ancora pronta per parlargliene..>>

Sembra credere alle mie parole.

<< Va bene... >>

<< Perfetto, vieni che ti aiuto a scendere. >>

EMILY POV

Lo ha fatto.

Non posso credere che quell'essere sarebbe stato in grado di farlo... Ma notando il lavoro che fa avrei dovuto intuire che invece non si sarebbe fatto scrupoli..

Mi lascia andare sul pavimento ridendo.

Sono paralizzata.

All'improvviso la porta si spalanca e vedo Jack con gli occhi che sono un misto tra paura e rabbia.

Non riesco nemmeno a capire che si stanno dicendo vedo solo i due pugni che Jack gli dà, talmente forti che bastano a stenderlo a terra.

Quei muscoli finti non servono a nulla, avrei voluto dirgli visto che nonostante la sua corporatura dopo due pugni era già steso.

Penso a questo per cercare di non pensare a quello che è appena accaduto ma è impossibile.

Mi sento abbracciare e sento il profumo di Jack che mi invade le narici, ricambio il suo abbraccio e intanto mi aiuta ad alzarmi. Nota che mi è difficile camminate quindi mi prende in braccio mentre quelle immagini scorrono davanti a me velocemente e ripetutamente.

Mentre mi porta fuori sento la voce di Cher preoccupata e agitata ma non ho le forze di aprire bocca.

Jack mi aiuta a salire in macchina e per tutto il viaggio cerca in qualche modo di spronarmi, di farmi parlare.

Ma non ne ho voglia, non ci riesco.

Solo quando vedo che non ho idea di dove mi abbia portata mi decido a parlare.

All'inizio mi esce solo un sibilo e infatti lui non capisce così ripeto la frase:

<< Dove. Siamo. >>

<< Oh giusto, questa è la mia casa. >>

Mi risponde.

Ma io non voglio stare da nessuna parte, voglio solo andare a casa mia.

Le parole di Jack però riescono a farmi riflettere ed ha pienamente ragione, in queste condizioni non sarei in grado di parlare con mia madre dell'accaduto.

Appena scendo dalla macchina sento una forte fitta che mi fa girare dal dolore, Jack velocemente mi prende in braccio.

<< Emi tranquilla, ti porto in camera immediatamente, così puoi sdraiarti>>

But then you came hereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora