Mi sveglio di scatto.

Sono tutta sudata e mi sento la testa pesante.

Guardo l'ora nel cellulare e sono le due di notte.
L'ora in cui fino a ieri uscivo e andavo a camminare.

Ma ora ho deciso di non farlo più.
Dopo quello che è successo con Amy ho deciso di non uscire più di notte.

Non vorrei assistere ad un'altra scena del tipo ieri.

Una basta e avanza.
Continuo a girare nel letto senza trovare una posizione comoda.

Forse perché di solito sono abituata ad uscire e non stare nel letto.

Ripenso a quello che mi è successo in un giorno.

L'incontro con Amy e lo scontro con un ragazzo con gli occhi verde smeraldo.

Un ragazzo che mi ha detto di non giocare con lui, perché chi gioca con il fuoco si brucia.

Ma lui non mi conosce affatto.

Non sa che anche io brucio sempre le persone.

O le brucio o le spengo.

Perché continuò a pensare a quel ragazzo?

Aveva un sguardo cosi...misterioso, triste, ed arrabbiato con il mondo intero.

Un po' come me.

Forse è per quello che continuo a pensare a lui, sembriamo cosi diversi ma in realtà siamo così simili.

Tutti e due arrabbiati con il mondo intero.

Ma se tutte e due bruciamo le persone, noi due insieme che fine faremmo?

Ci bruceremmo a vicenda?
Oppure qualcuno spegnerebbe il fuoco?

Dio santo.
Basta pensare a lui.

Non so nemmeno il suo nome.

Mi alzo e vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

La bevo tutta d'un sorso e ritorno in camera mia.

Mi rimetto nel letto.

Prendo il cellulare e vado nella rubrica.

Non so perché lo faccio.

Guardo i numeri che ho.

Sono solamente 4.

Quello di mio "padre", di mio fratello, di Clara e infine quello di mia madre.

Non ho mai avuto il coraggio di eliminarlo.

Anche se è morta, ho tenuto lo stesso il suo numero e a volte la chiamo, come se sperassi che mi rispondesse ma esce sempre la segreteria e dice altre cose così chiudo subito.

Vorrei tanto che non fosse morta.

Ma è solo colpa mia.

Era un giorno d'inverno, stavo guardando la TV in casa.

Ero sola.

Quando ad un tratto sentii il rumore di una macchina.

La macchina di mia mamma.
Riconoscevo ovunque quel rumore.

Cosi uscii di corsa fuori.

Era da un po' che non la vedevo a causa del suo lavoro.

Corsi fuori.

Così la chiamai.

Lei stava guidando e si stava sempre più avvicinando.

Quando si accorse di me mi salutò e mi mandò un bacio volante ma nel frattempo non si accorse che in quel preciso istante stava venendo un'altra macchina.

Così lei senza rendersene conto continuò a guidare finché la macchina le andò contro.

Ancora oggi sento il rumore delle gomme stridersi.

La macchina che andò contro mia madre se ne andò via.

Io corsi subito verso di lei.

Aprii subito la porta e vidi lei.

Mia madre, ricoperta di sangue, con mille ferite.

Appena vidi la scena iniziai a piangere.

Non sapevo cosa fare.

Continuavo a scuoterla.

Credevo che facendo cosi si sarebbe svegliata.

Non sapevo che i suoi bellissimi occhi color ghiaccio come i miei, non si sarebbero mai più aperti.

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