"Carter."
"Mm..Carter. "
"Già e il tuo è Walker."
"Come fai a  saperlo?"
"Per tua informazione abbiamo dei corsi in comune.."
"E cosa centra questo? Io il tuo cognome non lo sapevo lo stesso."
"Perchè tu sei scema."

Lo guardo indignata e accelero il passo.

"E daii. Non fare la bambina. Stavo scherzando. "

"Non devi darmi delle spiegazioni. Ah non sono per niente offesa."

"Certo come no."

"Dovrei fare la spesa..."
"Ok non sei affatto normale. Ogni tanto te ne esci con una domanda o frase fuori luogo e senza senso."

"Invece il senso ce l'ha...devo fare la spesa. Cosa è che non ti è chiaro? È così difficile comprendere questa semplice frase? Ah dimenticavo il tuo quoziente intellettuale è veramente scadente."

"Ti odio."

"Non sei l'unico. "

Il telefono squilla.
È il mio.

Lo prendo e leggo dottor Lown.

Il mio cuore smette di battere per un secondo.

Chissà cosa dovrà dirmi.

"Pronto?"
"Pronto sono il dottor Lown. Si ricorda di me?"
"Sisi. Mi dica cosa succede?"
"Ecco..suo padre non ce l'ha fatta. Proprio qualche minuto fa ha smesso di respirare."

Il mondo mi cade addosso.

Non capisco più niente. Non riesco più a restare in piedi. Cado per terra.

"No non è possibile. Ma perchè?  Perché?"

La testa mi fa malissimo. Sento un dolore allucinante al cuore. Mi manca il respiro.

Vedo Michael inginocchiarsi.

"Ashley stai bene?"

"No.."

L'ultima cosa che vedo sono i suoi occhi verde smeraldo poi buio.

------

Apro gli occhi.

Sono seduta in una panchina.
Ho la testa appoggiata sulle gambe di qualcuno. Alzo la testa e vedo Michael.

"Ti sei svegliata. Sei svenuta. Ti senti meglio?"

Mi riviene in mente la telefonata con il dottore. 

Mi sento malissimo.
Ma perchè?

"Hey Ashley ci sei?"

"No non ci sono. Vorrei tanto morire come è appena successo a mio padre."

"Cosa?? Tuo padre è appena morto? È per questo che sei svenuta? Ora è tutto più chiaro...o dio Ashley non so cosa dire. Non ti dirò mi dispiace perché so che non serve a nulla. Non sono molto bravo con le parole..."

"Voglio andare a casa."

Mi alzo.

"Dove credi di andare da sola? Ti accompagno io. Indicami la strada.."

Mi sento troppo debole per ribattere così annuisco.

Camminiamo lenti. Non ho molta forza. Anzi nessuna.

Dopo un po' arriviamo così cerco di staccarmi da lui.

"Guarda che non me ne andrò finché ti vedrò sdraiata nel letto. Quindi forza. In che piano vivi?"

"25"

L'idea che lui entrerà nel mio appartamento non mi piace affatto.

Prendiamo l'ascensore e dopo qualche minuto arriviamo.

"Diversa da tutti" ?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora