La figlia del Ghiaccio.

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'Casa dolce casa...' penso varcando il piccolo cancello di ferro battuto.
Non vedo l'ora di fiondarmi sotto il getto bollente della doccia, l'unico modo per lavare via la stanchezza e il fango dopo il mio ultimo moto-rally sulle colline intorno Dublino.
Lo so, sono una ragazza. E le ragazze fanno altro: partecipare ai contest di bellezza o uscire a fare shopping con le amiche. Invece no, per me il divertimento è altro. Tutt'altro.
E questo vecchio maniero non è la mia 'casa dolce casa'. Io sono una figlia del ghiaccio, nata e vissuta per 20 anni in un paese poco distante dalla capitale islandese. L'Irlanda non è la mia terra, ma lo è dovuta diventare da quando i miei hanno deciso, lo scorso anno, di mandarmi a studiare qui. 'Per aver più possibilità', mi hanno detto abbracciandomi in aeroporto, 'per trovare la strada migliore per te'. E io quella strada l'ho trovata, anzi ne ho trovate due.

Frequento il primo anno di università, qui a Dublino. Architettura, per l'esattezza... ho sempre adorato creare, pianificare, migliorare gli spazi. E' stata dura all'inizio: gente nuova, posti nuovi, casa nuova, abitudini nuove. So adattarmi bene, non farei quello che faccio se non ne fossi capace ma arrivare a 20 anni in un posto che non avevi mai considerato lontanamente sul tuo percorso, beh... o ti abitui o ti abitui.

Poi ho imboccato anche un'altra strada, quella che i miei genitori non si sarebbero mai aspettati. Beh, a dire il vero nessuno se lo aspetterebbe da una 21enne che sembra una specie di giunco al vento. Non ho certo il fisico della motociclista: sono più alta rispetto alla media, quello sì ma quando arrivi a malapena ai 60 chili beh... anche un filo di vento può crearti seri problemi. Però non ho niente di cui lamentarmi, mi piace quello che faccio e lo faccio bene, modestamente. Che poi io sia una donna, beh... problemi degli altri.

Certo, la cosa non è andata molto a genio ai miei genitori: la loro piccola principessina, la loro unica, delicata figliola... no no, tutto troppo pericoloso! Ma sanno bene quanto io sia testarda e quindi ci hanno ormai perso ogni speranza. Del resto vogliono soltanto vedermi felice, e se io sono felice in sella ad una moto piuttosto che in un negozio di scarpe... va bene così.

Poi ci sono i miei zii. Loro, se possibile, l'hanno presa anche peggio dei miei genitori questa mia 'insana' passione. Questo maniero appartiene a loro, mio zio è Alfred Spencer Chichester, barone di Templemore. Un nome altisonante ma negli anni la nobiltà ha smesso semplicemente di esistere e adesso, di nobile, rimane il nome e alcune proprietà. Come questo grande maniero nei pressi di Portrane, poco più a nord di Dublino. Un castello bellissimo, di arenaria grigia e stucchi bianchi, che è diventato la mia casa. Zio Alfred, infatti, è il cugino di mia mamma (legati come fratelli, a dire il vero) e quindi sì, sono anche io una mezza nobile. Ma non è che ci abbia mai fatto tanto caso, poi. I miei hanno sempre condotto una vita più ritirata, lassù nella mia fredda Islanda. Babbo è islandese purosangue, il mio Re dei Ghiacci. Lo adoro e lui adora me, la sua piccola 'fatina della neve'.

E' stato lui ad insistere che io venissi a vivere qui e mamma, ovviamente e come sempre, non ha potuto che essere d'accordo con il suo adorato maritino. Dopo 25 anni di matrimonio loro sono così: sembrano ancora due fidanzatini alle prese con la prima, devastante e meravigliosa, cotta.

Li invidio da morire, a me non è mai capitato di provare qualcosa di lontanamente simile. Beh... a 21 anni non posso mica pretendere di aver già trovato 'l'amore per sempre', e mi sta bene così. Ho altro per la testa: le mie ambizioni, i miei progetti, i miei viaggi. Adesso esisto soltanto Io, verrà il tempo per qualcuno che sarà la mia metà mancante ma non è questo, non è adesso.

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