Cap. 13

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La luce del sole gli trafigge gli occhi, li apre piano stavolta ben consapevole di dove si trova. Gli torna alla mente tutto quello che è successo la sera prima, a dire il vero non ha fatto altro che rivivere quel momento per tutta la notte. Elly: è il suo primo pensiero. E poi i suoi occhi, il suo nasino costellato di lentiggini, la sua pelle morbida, il suo profumo dolce, il corpo perfettamente aderente al suo... nessuna donna è stata mai il suo primo pensiero al mattino appena sveglio, né l'ultimo prima di dormire ma ora... 'è un casino, Aidan, un grosso casino!' ma non può fare a meno di sorridere: adesso Elly sa. Sa che il suo odiato cugino sa. Piuttosto contorto come ragionamento ma nella sua vita non c'è mai stato nulla di lineare, e quella fatina rossa non ha per niente l'aria di voler rendere le cose più semplici.
Faccio una doccia veloce e infilo un paio di vecchi jeans, do un'occhiata di sfuggita al cellulare. Non ho voglia di perdere tempo con quell'aggeggio. Ho solo voglia di vedere Elly, e magari di finire quello che ho cominciato ieri. Ma non sarà nella sua stanza, tutto tace di là e sono comunque già le 10. Se è mattiniera come lo era da bambina sarà già in giro da un pezzo. Percorro quasi di corsa il lungo corridoio 'com'è potuto cambiare in meno di 24 ore quello che ho sempre sentito per lei?' mi domando intanto.
E invece no, non devo lasciare che cambi. Quella ragazza mi metterà in guai molto grossi se non le do un freno, anzi, se non mi do un freno: lei non sta facendo nulla, tranne che farmi perdere la ragione con quegli occhi così incredibili e quel corpo dannatamente bello.
Scendo le scale alla mia maniera, come facevo da ragazzino: sulla ringhiera. Non so neanche perché mi è venuto in mente di farlo ma oggi mi sento... mi sento... vivo! Sì, è questa la parola giusta.
'Lotty... Berta?' urlo a gran voce davanti alla grande porta della cucina 'dove sono le mie donne?' dico sicuro di trovarle lì.
Spalanco la porta e le trovo già affacendate ai fornelli.
'Eccole, le mie cuoche preferite!' dico mettendomi in mezzo a loro e piazzando un braccio sulle spalle di ognuna.
'Ohhh...' parte Berta con un gran sorriso '...qualcuno si è svegliato di buonumore!'
'E sì Berta, da quant'è che questo ragazzaccio non sorride?' continua l'altra cuoca.
Ricambio il sorriso delle due 'non posso semplicemente essere felice di trovarmi qui?' domando.
'Con Elly fra i piedi?' scherza Berta.
Soprattutto perché ho Elly fra i piedi, ma questo a quelle due non lo dirò. Chissà quanto ci ricamerebbero sopra!
'A proposito, ma dove si è cacciata quella bambina?' la domanda Berta la rivolge a Lotty ma guarda me con un'espressione quasi inquisitrice.
'E chi può saperlo?' le fa eco la collega 'quella ragazza è come il vento. So solo che l'ho vista sgattaiolare fuori tutta incappucciata che non erano ancora neanche le 7'.
Finisco il caffè è prendo al volo un paio di biscotti, meglio sfuggire alle grinfie di quelle due prima che intuiscano qualcosa. Le saluto entrambe con un abbraccio ed esco dalla porta di servizio. Oggi c'è un bel sole anche se l'aria è tremendamente gelata, ha nevicato tutta la notte e adesso ogni cosa è ricoperta da un morbido manto bianco e accecante. Mi accendo una sigaretta e decido di dirigermi verso il bosco proseguendo sul sentiero inalberato che si dirama in due direzioni, voglio arrivare al fiume e starmene un po' lì... magari evitando di pensare per almeno un minuto ad Elly. È ancora un po' stramba quella ragazza, si mantiene sempre sulle sue eppure all'apparenza sembra così aperta... ma lascia intravedere solo quello che decide lei, è sempre stata così sin da piccola ma io non l'ho mai trovata così strana forse perché un po' siamo simili, in fondo ci somigliamo e forse è per questo che non riesco a distogliere il pensiero da lei. È come un libro di favole, solo che è tenuto chiuso da un grande lucchetto e io ho una voglia insana di leggerlo, quel libro. Mi darà mai quella chiave? Visti i nostri trascorsi non proprio idilliaci stento a crederlo...
Ad appena una decina di metri da me intravedo il ruscello, sembra un placido serpente che scorre pigro. Poi fra gli alberi, una massa di capelli rossi... inconfondibili.
Dovevo immaginare che fosse qui, è sempre stato il suo posto preferito. Veniva qui da sola o con Lynny, quando voleva giocare in pace o quando voleva piangere, è sempre stata così orgogliosa: non voleva che altri la vedessero in lacrime. Mi avvio verso di lei chiedendomi se sia rimasta la stessa.
Ha le cuffie e guarda un punto imprecisato del ruscello quindi non mi sente arrivare, mi siedo piano sullo stesso masso dove sta seduta lei dandole le spalle e poggiando la mia schiena alla sua. Sono intenzionato a godermi quella pace ma lei sussulta dallo spavento e quasi si strappa via le cuffie dalle orecchie, girandosi verso me.
'Aidan' dice piano tornando a girare lo sguardo verso l'acqua.
'Elly' le rispondo io calcando sul nome, non ho potuto farne a meno dopo la storia dello scambio con Lynette.
Stiamo in silenzio per un po', circondati da questa atmosfera ovattata e placida interrotta solo dal suono dell'acqua che scorre lenta.
'Eleanor...' la chiamo di nuovo, quasi sussurrando il suo nome, assaporandolo 'io... perché hai finto di essere Lynny?' domando un po' confuso ma arrivando subito al dunque. Non ha senso girarci attorno e lei sa già che questa domanda sarebbe arrivata.
La sente trattenere il respiro per un attimo, e sembra che anche il ruscello smetta di scorrere.
'Perchè... non lo so neanche io' ammette 'ti ho rivisto dopo 10 anni, così e... io ti ho sempre odiato Aidan' finisce con un candore disarmante.
Quell'ammissione così lineare non me la sarei mai aspettata da nessuna donna che conosco, ma lei è Elly e ha ragione: fra di noi non c'è mai stato un buon rapporto, per la verità negli ultimi 10 anni non c'è stato niente di simile. Quasi mi ero scordato che esistesse, fino a due sere fa...

'Potevi essere più diplomatica, Elly!' dico a me stessa alzandomi e dirigendomi sulla sponda del ruscello. È vero che mio cugino è sempre stato uno stronzo patentato ma non avrei dovuto parlargli così, in fondo... negli ultimi due giorni sono stata sul punto di baciarlo due volte!
Mi arriva piano alle spalle e mi si mette a fianco, guarda distratto il ruscello e mi chiedo cosa gli passi per la testa.
'Beh... non si può dire che tu non sia sincera' dice con un mezzo sorriso 'sono anni che non ci vediamo e sinceramente, fino ad ora, non li ho mai rimpianti'.
'Eh, alla faccia della sincerità!' lo apostrofo dandogli un pizzicotto sul braccio, come ero solita fare da bambina. Aidan fa piano un passo verso di me 'non è detto che le cose non possano cambiare' dice serio, forse più a sé stesso che a me. Nel frattempo si è fatto così vicino, di nuovo troppo vicino. Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio 'hai intenzione di farmi ancora la guerra, Elly?' lo dice fissandomi negli occhi. Quello sguardo, ancora quello sguardo. Non ricordavo che mi facesse questo effetto... e non devo lasciare che me lo faccia, penso.
Faccio un altro passo verso lui, e quasi i nostri corpi si toccano, ho come l'impressione di sentire una scarica elettrica ma sarà solo il freddo e il vento che si è alzato.
Gli poso una mano guantata sulla guancia e con voce mielata e sguardo languido gli dico 'certo che sì, altrimenti non sarei la solita Elly!'
Lui rimane un attimo senza parole quando giro i tacchi e inizio a correre. Poi dietro di me lo sento ridere di gusto e dire 'non avevo dubbi e se vuoi la guerra, guerra avrai!'.
Lo sento correre dietro di me ma io riesco ad andare più veloce, mi sembra di essere tornata bambina, quando dopo una monelleria scappavo via come un fulmine. E quello che mi correva dietro era sempre lo stesso Aidan, l'antipatico e freddo cugino che non sopportavo. Lo dovevo tenere bene a mente e lasciar perdere questo uomo così enigmatico e affascinante che mi ritrovavo davanti dopo tutto questo tempo.
'Niente è cambiato, Elly' mi dico 'niente!'
Sbuco ancora correndo nel largo spiazzo davanti al maniero. La grande fontana al centro è ghiacciata, addormentata nell'attesa di tempi più miti. Aidan mi è subito dietro e riesce ad afferrarmi per un polso, mi blocca e mi tira brusco verso di sé.
Una voce stridula alle nostre spalle esclama 'amore!'...

***Come Ghiaccio E Fuoco***Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora