Cap. 10

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Percorre il corridoio come una furia, scende di corsa le scale e svolta per le cucine, certo di trovare lì sua cugina. Nella grande stanza Lotty e Berta stanno sbucciando un mucchio di mele, destinate sicuramente a finire in una delle loro deliziose torte, sedute alla grande tavola di legno grezzo. Accanto ad entrambe una tazzina di caffè e un piattino di biscotti, la TV accesa su di un vecchio grande mobile di vetro e legno di quercia trasmette una delle loro serie preferite.
'Aidan!' esclama Lotty alzandosi per andargli incontro 'tesoro mio, non hai ancora pranzato.'
'Io...' comincio a dire ma Berta mi interrompe subito.
'Adesso ti metti seduto...' dice tirando fuori una grande teglia dal forno e piazzandola sulla tavola '...e mangi qualcosa come si deve.'
Non posso che sorridere al pensiero di quelle due simpatiche donne che si affacendano intorno a me. Le conosco praticamente da quando sono nato e mi hanno sempre coccolato come fossi loro figlio.
Mi siedo a tavola giusto per farle contente altrimenti non mi avrebbero lasciato andare. Guardo l'ora... le 5 del pomeriggio, dico alle due che me ne salirò di nuovo in stanza per una doccia e poi magari esco un po'.
'Hai già incontrato tua cugina Elly?' gli chiede Lotty con un sorriso 'quella ragazzaccia va e viene... chissà dov'è si è cacciata!'
Con la mano sul maniglione del grande frigorifero grigio a due ante che troneggia vicino al bancone di lavoro, mi volto di scatto verso le due. I miei occhi devono aver tradito qualcosa ma le due sembrano fraintenderla con un'espressione dura.
' Oh oh...' mormora Berta con un sogghigno '...cos'è quello sguardo, ti ha già fatto uno dei suoi scherzi?!'
Guarda Lotty ed entrambe scoppiano a ridere ricordando tutti i guai che quella peste combinava da piccola.
'E, a quanto pare...' pensa Aidan '...sembra che non abbia smesso di avere voglia di torturarmi.'
'No' nego con un sorriso angelico '...non ho ancora avuto il grande piacere di rivedere quel piccolo tesoro' finisco uscendo dalla cucina e lasciando quelle due a sorridere ancora al ricordo di tutti i casini che quella piccola peste rossa era capace di combinare.
Filo dritto verso la mia camera, il cellulare è quasi scarico e devo prendere il caricabatteria per poter richiamare Ethan, il mio agente. So già che mi terrà al telefono per almeno mezz'ora, quel simpaticone. Penso a mia cugina, quella peste ha ancora voglia di tirarmi brutti scherzi come faceva anni fa.
'Bene, Elly...' penso risoluto '...vuoi giocare? Allora giochiamo'.
Imbocco il corridoio della biblioteca e arrivato davanti alla grande porta a vetri socchiusa sento una musica bassa provenire da lì. Cos'è? Un telefonino che suona? Lo avrà perso qualcuno...
Mi affaccio fra le due ante, percorro con lo sguardo la stanza immensa e poi il mio sguardo si ferma su una figura snella, rannicchiata sul tappeto, con la guancia sorretta dal gomito appoggiato sul morbido tappeto multicolore. Dalle cuffie alle sue orecchie proviene una flebile musichetta rilassante, dà le spalle alla porta e la luce del sole che sta per dissolversi nella sera fa sembrare i suoi capelli lingue di fuoco dorate.
'Eccoti qui... a noi, cara cugina!' penso soddisfatto e allo stesso tempo stranamente rapito dalla scena che vedo.

Entro piano nella grande stanza dalle pareti bianche decorate da larghi listelli verticali di legno di quercia. Le librerie scure sono imponenti e traboccanti di libri, mio padre e mia madre sono da sempre avidi lettori e quella moltitudine di volumi di tutti i tipi e su tutti gli argomenti ne è il risultato. Mi dirigo piano verso Elly cercando di mantenermi alle sue spalle e non fare alcun rumore per non svelare la mia presenza, la osservo attentamente: i rossi capelli tenuti da un elastico e ciocche ribelli alla rinfusa, la testa china su dei libri che ha davanti, una mano che batte ritmicamente sulla coscia. Raggiungo la grande poltrona scura di lucida pelle color tabacco vicino a lei... perchè mai quella ragazza, con una poltrona così invitante e comoda accanto, ha scelto di starsene a terra su di un logoro tappeto? Non l'ho mai capita, mia cugina, e mai la capirò.

Percepisco un lieve movimento a fianco a me, una sagoma scura che guadagna la poltrona. Non ci ho fatto neanche caso, presa dalla musica e dalle architetture della Londra medioevale. Non alzo neanche lo sguardo: sarà Lotty venuta a lasciarmi un caffè e qualche biscotto. Sono chiusa qua dentro da quanto ormai, 3 ore? Faccio un cenno con la mano in direzione dell'ombra per ringraziare la domestica.

***Come Ghiaccio E Fuoco***Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora