ADDIO TEMPI DIFFICILI.

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Sono già trascorse quattro lunghe settimane da quando lei non è più in casa mia, odio profondamente questo senso di vuoto,  passo le mie giornate studiando, cosa che non ho mai fatto, no perché non mi piacesse ma perché non ne avevo bisogno, invece adesso mi tiene la mente occupata. Fingo di crederci io stesso a quest'ultimo pensiero, ma la mia mente e i miei pensieri sono comunque rivolti a lei.
Anche se Matsumoto s'impegna a starmi vicino...

TI-RI-RI-RII 
TI-RI-RI-RII

Eh? Il cellulare?  Chi può essere a quest'ora!?
Casa!! Strano, non chiama mai da casa, mamma...

-  Pronto?

- Irie-kun?!

- Kotoko cosa ci fai a casa mia? 

Riconosco la sua voce e non capisco, che succede?

- Pronto! Irie-kun? Riesci a sentirmi? Irie-kun, Yuuki è in pericolo!

- Yuuki? Cos'è successo?

Il cuore accelera più non posso, il mio fratellino cos'ha?

- Dice che gli fa male lo stomaco e prima improvvisamente ha vomitato. Cosa devo fare?

Come faccio!? Devo affidare tutto a lei...che tra l'altro mi sembra in panico al telefono.
Faccio un lungo e profondo respiro e in un attimo schiarisco le idee...

- Ascoltami

- Cosa? Che posso fare?  Che devo fare?

Accidenti! Si sta agitando di più, devo farle capire che mi fido di lei!

- Calmati! Per prima cosa.
Dimmi bene. Cos'ha Yuuki?

Devo prendere in mano la situazione e cercare di fare il modo che prima di tutto si tranquillizzi lei...
Forzo il tono di voce, e adesso dal suo silenzio al telefono so di avere la sua totale attenzione.  Le chiedo di farmi un resoconto della situazione...

- Ok. Allora... ha detto che gli fa male lo stomaco. Da quando sono arrivata ha vomitato due volte.

- Capisco.  Potrebbe trattarsi di appendicite.
Ascolta,  ora devi prenderti nota di quello che sto per dirti.
...Per prima cosa,  giralo sul fianco in modo che non soffochi per vomitare.
Dopodiché, chiama un'ambulanza e fallo portare all'ospedale Sugimoto. È un ospedale d'emergenza. Anche il nostro medico di famiglia lavora lì. Hai capito tutto? Ti raggiungerò subito.

- Ho capito!

- Kotoko, conto su di te.

Chiudo la telefonata........

Impiego davvero poco a rassettare le mie cianfrusaglie e ad uscire dall'università, i miei pensieri sono rivolti a Yuuki e a Kotoko, ma perché si trovava in casa? 
Chiamo a mia madre e le dico di raggiungere Kotoko, non capisco se sto sognando oppure no.
Cosa sarebbe accaduto se lei non fosse stata lì?  Corro contro il primo taxi che vedo, e il tragitto in mezzo al traffico sembra più lungo del normale, più pesante, più da farmi stare davvero nervoso.
- Dio ti prego salvalo!!

Se esisti salvalo, ti prego! Continuo a ripetere tra me e me, mentre raggiungo l'ospedale con il cuore in gola. Kotoko grazie al cielo, c'eri tu con Yuuki.
Guardo l'orologio e sono già trascorsi parecchi minuti e  un'ora e mezza è volata, scendo dall'auto e anche mia madre è appena arrivata.

- Andiamo, presto!!

Abbiamo perso fin troppo tempo. Entriamo in una stanza bianca, con qualche quadro appeso che raffigurano dei cavalli disegnati a matita. Due medici dall'altra parte della scrivania si siedono e con un gesto della mano invitano me e mia madre a fare altrettanto. I due, con uno sguardo complice si guardano soddisfatti con un lieve sorriso stampato sulle guance che traspare dai loro volti. E io mi sento sollevato, guardo i cavalli raffigurati e e questa volta li guardo perché attirano la mia attenzione. Disegnati probabilmente da qualche ragazzo alle prime armi, ma comunque sono fatti bene. Prima era un modo per non  pensare al peggio.

Itazura Na Kiss  (Vista Da Lui).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora