ice-Cream

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POV Bruce

si era andati al Luna Park con Marta, avevo un Lunedì festivo dato che molti hanno avuto a che fare con le famiglie, infondo si avvicinava Dicembre e le persone dovevano già prepararsi per le robe Natalizie, io e Clark si era da soli come due ebeti che aspettavano la madre andata a chiacchierare con la vecchia amica d'infanzia; mi guardai intorno e vidi che Clark stava guardando la macchinetta dello zucchero filato 

< è semplicemente zucchero, non è un arma atomica >

scosse la testa guardandomi e sorrise prendendomi la mano, avrei voluto toglierla ma la sua stretta era leggermente più forte della mia e avevo paura di sentire quella che avrebbe avuto se mi sarei tolto dal contatto 

< lo so, da piccolo venivo spesso con mio padre qua, lo prendevo sempre bianco, era il più dolce e buone >

< che schifo >

< c'è qualcosa che non schifi? >

mi misi a pensare a ciò che piaceva a me e ciò che poteva piacere a lui e feci no con la testa 

"forse gli piace il gelato, quello mi piace "

< gelato? >

mi guardò con i luccichii agli occhi e annui allargando il sorriso, si girò intorno e vide un gelataio, fece cenno a Marta e mi trascinò dal tizio che dava i gelati 

< ma salve giovane coppietta gay, come posso rendervi felice? >

sorrise lui mentre io lo stavo letteralmente uccidendo con lo sguardo 

< esplode...

mi arrivò un calcio leggero sul polpaccio e un occhiataccia da Clark, sospira e cercai ancora una volta di togliermi il contatto con la mano del supereroe 

< due gelati, la ringrazio molto, comunque non siamo una coppia, lui è qui con me perché è mio amico >

disse sorridente guardandolo come un bambino appena vede in televisione il suo cartone animato preferito 

< peccato stareste bene insieme >

" e lei starebbe bene con il viso pieno di Bat-rang che casualità..."

< grazie molte >

rispose Clark parlando con lui  agevolmente e dolcemente, invece io se avessi aperto bocca lo avrei azzerato di insulti, odiavo le persone troppo socievoli e impiccione, soprattutto se non erano giustificate, dato che lui non era uno di quei vecchietti che poveracci si sentano soli e amareggiati, ma bensì era un giovano vivace e molto allegro, da voltastomaco insomma; mentre si aspettò il gelato ci sedemmo ad un tavolo lontano da quel chiosco pieno zeppo di bambini casinisti e viziatelli, vidi che Clark si rigirava un fogliettino sorridente, un sorriso imbarazzato 

< cos'è? >

chiesi confuso, lui mi guardo timido e lo mise in tasca, poi si sistemò gli occhiali e scosse la testa 

< nulla >

< mica sono il tuo ragazzo, se vuoi dimmelo >

< mi ha dato il suo numero di telefono, dice che una sera vuole uscire con me >

< ci andrai? >

alzai un sopracciglio guardandolo e lui pensò un attimo prima di rispondermi 

< si penso di si >

"è gay?"

< aspetta, ma tu sei gay? >

< si, in realtà sono, credo, bisessuale, per me uomini e donne sono alla pari, perché è un problema? >

< no certo che no, sei libero di essere quello che vuoi, ovvio >

sorrise e ricambiai come meglio potevo, cioè un sorriso alla cazzo e veloce, arrivò il gelato e quel tipo gli fece l'occhiolino facendolo arrossire, non so perché ma stranamente non mi fidavo di lui, qualcosa nel suo viso non mi convinceva,  aveva degli occhi con una luce strana mentre guardava il mio amico, forse avrebbe provato a ferirlo, tradirlo, insomma, non mi fidavo di lui neanche leggermente, sarà che sono sempre stato da solo e senza fiducia verso gli altri, ma finora non avevo mai sentito una sensazione del genere.


I Love You Mr. WayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora