Capitolo quattro.

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Harry, col labbro inferiore stretto tra i denti, entrò nella cucina della pasticceria a passo silenzioso, guardandosi intorno furtivamente. Non voleva essere beccato, dato che stava per fare qualcosa che non aveva mai fatto e, soprattutto, che non doveva affatto fare.

Voleva rubare almeno due cupcakes e dire che il suo cuore andava a mille per fare una cosa del genere era un eufemismo. Non aveva mai rubato in tutta la sua vita, e forse fu anche per la sua inesperienza se Denise, la proprietaria del locale nonché sua zia, lo beccò proprio mentre prendeva i dolci fatti quel giorno da lui stesso.

«Cosa stai cercando di fare, Styles?»

Harry sussultò e si voltò verso Denise, con la faccia tipica di un bambino scoperto con le mani nel sacco. «Ehm..avevo fame e dato che mamma non è in casa e a me non va tanto di cucinare, ho pensato di prendere dei cupcakes» inventò, scrollando le spalle.

Denise ridacchiò, incrociando le braccia al petto. «E perché farlo di nascosto?» Harry si grattò la nuca, non sapendo come rispondere. «Harry non è un problema se vuoi prendere un dolce o due. La prossima volta avvertimi però, okay? E non prendere più di tre dolci, intesi?» gli puntò il dito contro, ammonendolo con lo sguardo.

Harry sorrise, annuendo. Quando sua zia lasciò la cucina sospirò di sollievo, per quella volta l'aveva scampata. Prese i due dolci e andò via, dirigendosi verso il luogo in cui, da un paio di giorni a quella parte, andava piuttosto spesso.

Erano passati esattamente cinque giorni da quando Louis si era aperto con lui, e i due si erano visti ogni singolo giorno. Harry spesso andava da Tesco, anche se lì non si parlavano più di tanto e per lo più si scambiavano sguardi e sorrisi, dato che Louis non voleva che la gente vedesse Harry relazionarsi con lui, ma molto più spesso andava alla roulotte e lì ci passava le giornate. Non facevano nulla di speciale, pranzavano o cenavano insieme a seconda dei casi, e parlavano del più e del meno.

Ma delle volte capitava anche che Louis, passeggiando per strada, lo incontrasse mentre si esibiva con la sua chitarra. Non appena Harry si accorgeva di lui gli sorrideva come suo solito, mentre Louis faceva di tutto per rimanere impassibile ma di fronte ad un sorriso del genere gli risultava impossibile farlo.

Così Harry anche quel giorno, terminato il suo turno al lavoro, si precipitò da lui alla roulotte. Ma una volta arrivato lì, vide Louis con qualcuno, all'esterno dell'abitazione. Il liscio era a petto nudo, con soltanto dei pantaloni grigi di una tuta addosso. C'era un ragazzo di fronte a lui, lo stesso ragazzo che aveva visto presentare l'incontro e che in quel momento toccava il petto e i bicipiti di Louis con entrambe le mani.

«Direi che stai andando alla grande» Harry sentì dirgli, mentre pian piano si avvicinava stringendo i pugni e irrigidendo la mascella, provando una forte gelosia.

Il riccio si schiarì la voce per palesare la sua presenza, e Louis voltò di scatto il viso verso di lui allontanatosi dalle mani di quel ragazzo.

«Ehi, Harry» lo salutò con un sorriso, ma l'altro non ricambiò. Il più piccolo stringeva con una mano un sacchetto, mentre l'altra era stretta in un pugno e Louis notò lo sguardo omicida che stava riservando al suo amico.

Così si morse il labbro inferiore per trattenere una risata e si voltò verso il ragazzo accanto a sé. «Ci vediamo stasera, Liam» gli disse solamente, avvicinandosi al gradino della roulotte dove aveva poggiato la felpa che aveva tolto per allenarsi, e indossarla.

«Cosa? Ma non abbiamo finito l'allenamento» ribatté il castano, dopo aver guardato confusamente il riccio, pensando di averlo già visto da qualche parte ma non riusciva a ricordare dove.

«Invece l'abbiamo appena finito» Louis lo fulminò con lo sguardo e allora Liam alzò le mani in segno di resa perché sapeva che nulla avrebbe fatto cambiare idea al suo amico. Poi sospirò e andò via senza dire una parola, mentre Harry lo seguiva con lo sguardo fino a quando non fu più nella sua visuale.

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