Capitolo dieci.

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Harry si stiracchiò, tastando con un braccio l'altra parte del letto. Quando però la trovò vuota, corrugò la fronte. Si mise seduto e si guardò intorno, scrutando la stanza. Vide alcuni vestiti di Louis e il suo borsone ancora lì, quindi poté sospirare di sollievo e non pensare al peggio.

Si alzò dal letto e in boxer andò al piano di sotto. In cucina, in salotto, in bagno, di Louis non c'era traccia. Allora decide di controllare se la macchina fosse lì fuori, e quando scostò le tende di una finestra, sollevò entrambe le sopracciglia nel vedere Louis impegnato a stendere il bucato.

Quella scena quasi gli faceva ridere, perché l'espressione completamente corrugata e confusa del liscio gli fece dedurre che non sapeva se lo stava facendo nel modo giusto. Decise, quindi, di andare in suo soccorso, indossando una tuta, prima di uscire all'aria aperta.

«Ma cosa stai facendo?» gli chiese, ridacchiando e incrociando le braccia al petto per ripararsi dal freddo.

Louis si voltò verso di lui e gli regalò un ampio sorriso, prima di riprendere a fare ciò che stava facendo. «Buongiorno Hazza, dormito bene?»

Harry si stropicciò un occhio, annuendo. «Si, anche se avrei preferito svegliarmi con te accanto» ammise, scrollando le spalle.

Louis ridacchiò. «Ti beerai di ciò domani, stamattina avevo da fare.»

«Dovevi stendere il bucato» precisò il riccio con un tono scherzoso. «E non è che tu lo stia facendo benissimo, ma sappi che lo apprezzo» lo prese in giro, sedendosi sui gradini del portico.

Louis gli fece il dito medio senza voltarsi ed Harry rise un po' di più. Quando poi vide Louis stendere una giacca nera elegante, che non aveva mai visto prima, inarcò un sopracciglio. «E quella da dove l'hai presa?»

«Questa? È mia, ovviamente.»

«Non è vero.»

Louis roteò gli occhi e, una volta finito di stendere tutto il bucato, si sedette accanto al riccio, che non gli toglieva gli occhi incuriositi di dosso un solo secondo.

«Stasera ti porto a cena in un posto carino» disse però Louis.

«Sei pazzo?!» Harry spalancò gli occhi, incredulo per il suo essere completamente indifferente a tutta quella situazione.

«Harry, non corriamo alcun pericolo» lo tranquillizzò, poggiando una mano sulla sua coscia, ma il riccio la scacciò via subito.

«Stai scherzando, vero?»

Il maggiore sospirò, scompigliandosi i capelli con una mano. Harry era testardo come pochi. «No, H. Fidati di me, okay? Non ci accadrà nulla, anche perché domani andiamo via da qui.»

Harry strabuzzò gli occhi, sorpreso. «Cosa vuol dire che domani andiamo via?»

«Partiamo, ci spostiamo» spiegò Louis, scrollando le spalle.

«Dove? E perché?»

Il liscio roteò gli occhi e si alzò dai gradini in legno del porticato. «Quante domande, domani avrai tutte le risposte che vuoi.»

Louis fece per entrare in casa ma Harry lo bloccò, parlando di nuovo. «No, le voglio adesso» ribatté, deciso, alzandosi anche lui in piedi per fronteggiarlo.

Anche se la loro statura faceva prevalere Harry su Louis, era chiaro che era proprio quest'ultimo ad essere il più imponente, con solamente lo sguardo. Infatti, Harry roteò gli occhi e sbuffò, capendo che non poteva fargli cambiare idea in nessun modo.

«D'accordo, aspetterò domani» disse, sconsolato. Louis sorrise soddisfatto e gli diede un bacio sulla fronte, lo oltrepassò ed entrò in casa, seguito subito dal riccio.

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