Capitolo quattordici

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«Harry..» Zayn e Liam quando tornarono in spiaggia trovarono il più piccolo seduto sulla sabbia con le gambe strette al petto, gli occhi lucidi e lo sguardo perso nel mare.

«Non dite nulla, per favore» rispose Harry, con voce bassa e roca. Tirò su col naso e si asciugò una guancia con il palmo della mano. «Voglio tornare a casa» continuò, sospirando.

«Non credi sia meglio incontrarlo?» Zayn ricevette una gomitata nello stomaco e un'occhiataccia da parte di Liam.

«No» rispose il minore, atono.

Liam respirò profondamente e si sedette accanto a lui. «So cosa stai pensando adesso» iniziò, puntando anche lui lo sguardo nel mare. «Pensi di non essere stato abbastanza, pensi che Louis ti ha preso solamente in giro, che eri il suo passatempo per quei giorni e che ti ha lasciato in quel modo, da un momento all'altro, perché eri soltanto un problema per lui.»

Harry lo guardò con la coda dell'occhio, poggiando il mento sulle ginocchia e senza dire nulla, perché era esattamente ciò che pensava.

«Non è la verità» continuò Liam, convinto, spostando lo sguardo sul volto del minore, che corrugò leggermente le fronte. «Harry, Louis non voleva farti sapere che sarebbe partito perché non voleva metterti nei guai. Ti ha lasciato in aeroporto perché voleva proteggerti, per..»

«Me le ha scritte nella lettera queste cose e sai cosa ti dico? Sono tutte cazzate!» sbottò d'un tratto Harry, guardando furiosamente il ragazzo accanto a lui. «Non ha alcun senso perché poteva proteggermi tenendomi accanto a sé, e non allontanandomi senza sapere che fine avrei fatto» continuò, mentre nuove lacrime fecero il loro corso.

«È Louis» emise in un sussurro Zayn, spalancando gli occhi.

«Si, questo è Louis. Un egoista» confermò Harry.

«No, intendevo..quello è Louis» Zayn indicò col capo un punto in lontananza.

Harry e Liam seguirono lo sguardo di Zayn e videro un ragazzo circondato da una decina di bambini, intento ad insegnare loro mosse di pugilato.

Era Louis.

Harry trattenne il respiro, osservando il petto nudo del ragazzo, leggermente più scolpito rispetto al passato, le braccia piene di molti più tatuaggi, le gambe più toniche, ma lo stesso splendido sorriso.

Il minore deglutì e distolse lo sguardo, alzandosi, con l'intenzione di andare via di lì. L'unica cosa che faceva era scappare, ma non lo si poteva di certo biasimare.

«Harry!» urlò Zayn, quando lo vide correre via, allontanandosi il più possibile da Louis, che non era poi così distante da loro.

Louis si bloccò quando sentì quell'urlo e, con la fronte corrugata, puntò lo sguardo verso quella direzione. Spalancò gli occhi nel riconoscere i suoi amici, Zayn e Liam. I due stavano discutendo animatamente, non accorgendosi di lui che li stava guardando.

«Torno subito» disse Louis ai bambini, avvicinandosi a loro.

«Sei un idiota, Zayn. È colpa tua se è scappato, cazzo!» disse Liam, inalberato.

«E cosa avrei dovuto fare? Far finta di nulla?»

«Ragazzi» Louis si era avvicinato a loro ma continuava a rimanere in disparte perché sapeva che quando i due litigavano era meglio non mettersi in mezzo, per non peggiorare la situazione.

«Si!»

«E l'idiota sarei io, Payne? Ti ricordo che è venuto qui per lui.»

«Ma di certo non voleva vederlo dopo ciò che ha scoperto, riesci a connettere il cervello per una volta in vita tua?»

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