Capitolo sei.

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Louis sorrideva col labbro inferiore stretto tra i denti mentre guardava un adorabile Harry addormentato sul suo letto, rannicchiato su un fianco con la bocca leggermente aperta e i capelli ricadevano morbidi sul suo viso. Il liscio allungò una mano e glieli spostò delicatamente dietro l'orecchio, facendo attenzione a non svegliarlo. Potette così ammirare meglio il sul viso e sospirò internamente nel costatare quanta bellezza avesse Harry in sé.

Non era soltanto bello esteticamente, lo era anche la sua anima. Louis non si chiese se potesse meritarsi una persona del genere al suo fianco, semplicemente decise di godersi il momento perché era convinto che non sarebbe durato poi tanto. Sapeva che prima o poi anche Harry si sarebbe allontanato da lui, e a quel punto sarebbe tornato ad essere solo. Quindi perché negarsi tutto quello? Se lo sarebbe goduto finché sarebbe durato, non chiedendo nulla di più se non averlo al suo fianco ogni quando voleva.

Louis vide distrattamente l'orario sull'orologio fissato sulla parete della roulotte e spalancò gli occhi. «Cazzo» mormorò, sbuffando. Dieci minuti dopo sarebbe dovuto essere al lavoro, e non gli andava di svegliare Harry ma, purtroppo, doveva.

«Harry?» lo chiamò toccandogli i capelli, ma il riccio non si mosse. «Harry» riprovò Louis, avvicinandosi col volto e baciandogli una guancia. Harry si mosse leggermente, ma non aprì gli occhi né rispose al suo richiamo.

«Hazza» Louis lo richiamò con un soprannome inventato sul momento, ed Harry sospirò.

«Mh» mugugnò, in risposta.

«Io sto andando al lavoro» lo avvisò, osservandogli quella bocca gonfia che voleva strappargli a morsi.

«Mh» mugugnò nuovamente, senza l'intenzione di aprire gli occhi o di alzarsi dal letto.

Louis ridacchiò. «Ti trovo qui quando torno?»

«Mh.»

Il liscio scosse la testa, ridendo. Gli lasciò un piccolo bacio a stampo, ricambiato, poi uscì dalla roulotte col sorriso sulle labbra e il cuore sereno. Mentre era alla guida della sua impala pensò continuamente a quel ricciolino, a come in poco tempo gli stesse scombussolando tutto. Ma Louis dentro di sé avvertiva che le cose prima o poi si sarebbero rovinate, aveva un sesto senso che lo metteva all'allerta. Anche quella volta, però, decise di ignorarlo e di godersi ogni momento a disposizione con Harry, senza pensare ad altro.

Lavorò fino all'orario di chiusura, e quando tornò alla roulotte erano le 21 passate e di Harry non c'era traccia, se non un bigliettino poggiato sul letto con scritto:

Sono dovuto tornare a casa perché mia madre ha invitato dei suoi colleghi a cena e se non mi presentavo mi uccideva. Scusami scusami scusami, prometto che mi farò perdonare.

H xxx

Louis sorrise ampiamente, anzi, ridacchiò persino per le continue scuse che il più piccolo aveva scritto su quel foglietto. Gli avrebbe tanto voluto rispondere, ma lui non aveva i soldi necessari per permettersi un cellulare e non poteva dunque mandargli un messaggio. Così sospirò e poggiò quel foglietto sul mobile accanto al letto e andò nel piccolo bagno della roulotte per farsi una doccia, con l'acqua fredda naturalmente, e poi andare a dormire.











Louis non si scompose di un millimetro, però era sveglio. Era sveglio e sapeva perfettamente a chi appartenevano quelle labbra che stavano lasciando dolci e piccoli baci per tutto il suo viso e conosceva perfettamente anche quel profumo. Harry sorrise nel notare il liscio sorridere impercettibilmente, e allora decise di provocarlo.

Si tolse le scarpe e s'intrufolò sotto le coperte, posizionandosi a cavalcioni su di lui. A quel punto Louis sospirò e sollevò leggermente il bacino per sfiorare quello dell'altro, ma continuando a far finta di dormire. Non sapeva come Harry fosse entrato nella sua roulotte, ma non se lo chiese proprio in quel momento, dato che le mani del riccio stavano vagando dentro i suoi pantaloni della tuta, mentre gli baciava una guancia.

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