Capitolo otto.

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Harry camminò furtivamente verso la roulotte e si nascose immediatamente dietro un albero quando la porta d'ingresso si aprì. Vide Louis avvicinarsi all'Impala, aprire il cofano per metterci un borsone pieno di sua roba. Ritornò poi all'interno della roulotte e solo quando fu dentro, Harry uscì dal suo nascondiglio e andò verso la macchina.

Salì sui sedili posteriori, nascondendo il borsone sotto il sedile anteriore, poi si nascose il più possibile fino all'arrivo di Louis. Harry sapeva che se Louis l'avesse visto prima della partenza, non l'avrebbe lasciato andare con lui, ragion per cui doveva fare in modo di non farsi scoprire.

Fortunatamente a suo favore c'era il fatto che fosse buio e quindi anche se Louis sbirciava nei sedili posteriori dallo specchietto, non avrebbe visto nulla. Louis entrò in macchina e il riccio trattenne il respiro per qualche secondo. Quando il maggiore mise in moto iniziò a rilassarsi, sospirando silenziosamente di sollievo quando la macchina partì, potendo finalmente tornare a respirare.

Harry aveva un piano in mente, sarebbe venuto fuori da lì quando la macchina si sarebbe fermata, per non rischiare che Louis, per la sorpresa e probabilmente per lo spavento, sbandasse e facesse un incidente. Quindi Harry se ne stava lì, accovacciato sul sedile con la schiena che urlava pietà perché non ne poteva più di rimanere in quella posizione.

La macchina faceva tanto rumore, in moto, quindi per Harry fu facile spostarsi leggermente per cambiare posizione e far rilassare i muscoli indolenziti, senza che Louis se ne accorgesse. Passò un'oretta al massimo prima che Harry avvertì l'auto fermarsi. Louis scese dal veicolo e chiuse lo sportello della macchina subito dopo. Dopo qualche secondo il riccio si sollevò lentamente e dal finestrino notò la macchina ferma accanto ad un distributore di benzina.

Tornò quindi a nascondersi e respirò profondamente, dichiarando fosse quello il momento adatto per uscire allo scoperto. Quindi aspettò che Louis rientrasse in auto e prima che mettesse in moto si sollevò, dandogli un pugno sulla spalla e urlando «Sei un fottuto pezzo di merda!»

Louis sussultò e spalancò gli occhi, voltandosi verso il riccio per guardarlo a bocca aperta. «Ma porca puttana!» sbottò, col cuore a mille per lo spavento. «Sei impazzito? Che cazzo ci fai qui?!»

«Te ne stavi andando senza dirmi nulla, senza salutarmi. Razza di imbecille, mi hai pure promesso che mi avresti spiegato tutto il giorno dopo. Ma il giorno dopo non ci saresti stato!» continuava ad urlare e a dargli pugni sulla spalla e sul petto ad ogni parola.

Louis lo bloccò bruscamente per i polsi. «Ti calmi, cazzo?» urlò anche lui.

«No che non mi calmo» Harry sfuggì dalla sua presa e si sporse in avanti, andando a sedersi sul sedile anteriore, colpendo volutamente e fortemente in faccia il liscio col sedere.

«Dannazione» digrignò Louis, toccandosi il naso indolenzito senza smettere di guardarlo confuso e arrabbiato. «Mi dici che cazzo ci fai qui? Sei stato lì dietro per tutto questo tempo?»

«Si, purtroppo per la mia schiena» rispose Harry, inarcando quella parte del corpo e mugugnando di dolore.

«Perché Harry? Perché l'hai fatto? Cristo, ora devo tornare indietro per riportarti a casa» si passò una mano tra i capelli, sbuffando rumorosamente.

«Col cazzo che torno a casa!» urlò Harry in risposta. «Adesso tu parti e andiamo a quella casa al lago in Edimburgo.»

«Cosa?!» Louis lo guardò incredulo. «Come cavolo fai a sapere tutto?»

«Non ha importanza! Parti e basta, prima che la polizia venga a prenderti e ti sbatta in galera» lo provocò, inarcando un sopracciglio. Louis boccheggiò, spalancando gli occhi.

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