Capitolo nove.

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Harry venne piacevolmente svegliato da un paio di labbra bollenti sul suo corpo. Lui era disteso a pancia in giù sul letto e Louis stava lasciando piccoli baci sul suo sedere nudo, fino a risalire alle fossette di Venere, sfiorandole con la punta della lingua. Harry si morse il labbro inferiore e si inarcò contro di lui, sospirando di piacere.

«Buongiorno raggio di sole» sussurrò Louis al suo orecchio, mentre ora erano le mani ad accarezzare il suo sedere e non più le labbra.

Harry sorrise, ancora ad occhi chiusi. «'Giorno» ribatté con la voce assonnata, aprendo un occhio per ritrovarsi il volto sorridente di Louis ad un centimetro dal suo.

Il liscio lasciò un piccolo bacio sulle sue labbra che al mattino erano più gonfie del normale, poi si mise a sedere poggiando la schiena contro la testiera del letto. Harry lo squadrò e corrugò la fronte nel vederlo già vestito.

«Vuoi uscire?» chiese con voce assonnata.

«Sono già uscito» Harry inarcò entrambe le sopracciglia, voltandosi a pancia in su e coprendosi col lenzuolo le parti intime. «Sono andato a fare la spesa, qui dentro non c'era praticamente nulla» spiegò, mentre si allungava verso il comodino per prendere il pacchetto di sigarette.

«Lou non è meglio se vado io a fare queste cose?»

Louis sospirò. «Harry per ora mi sta cercando la polizia di Holmes Chapel, non avranno ancora chiesto aiuto a quelle delle altre città del Regno Unito. Quando lo faranno, noi ce ne saremo già andati da qui» lo tranquillizzò.

Ma Harry non era per niente tranquillo. «Ma fino a quando staremo qui, tu non dovrai uscire di casa» disse, serio.

Louis lo guardò e sorrise, allungando una mano per accarezzargli i capelli, dolcemente. «Nemmeno per fare il bagno al lago con te?»

«Il bagno al lago con questo freddo? Sei impazzito?!»

Louis scoppiò a ridere. «E quindi? Troveremo sicuramente un modo per scaldare gli animi» ammiccò, aspirando il fumo dalla sigaretta.

Harry sospirò rassegnato, scuotendo la testa. «Hai fatto la spesa e dov'è la colazione? Non me l'hai portata a letto» s'imbronciò, voltandosi su un fianco per sprofondare la guancia nel cuscino.

«Se vuoi la colazione alzi il tuo bel culo sodo e vai in cucina a preparartela. Col cazzo che te la porto a letto» ribatté Louis, facendolo ridere.

«Che gentiluomo» commentò, prima di alzarsi. Louis subito puntò lo sguardo sul suo corpo nudo, mentre continuava a fumare più lentamente. Si morse le labbra quando il riccio si piegò per prendere dei vestiti dal borsone. Ammirò quel piccolo e sodo sedere, quelle gambe chilometriche e quella schiena inarcata perfettamente col fiato sospeso e la bocca leggermente socchiusa, la sigaretta ferma a mezz'aria tra le sue dita.

«Smettila di guardarmi con quella faccia da maniaco» lo ammonì Harry quando si accorse del suo sguardo addosso, prima di uscire dalla camera da letto.

«Non è colpa mia se hai un corpo eccitante» gli urlò dietro, toccandosi poi il membro dalla tuta che stava indossando, per darsi un minimo di sollievo.









«Vorrei tagliarmi i capelli» esordì Harry un paio d'ore dopo. Avevano finito di fare colazione, avevano indossato i vestiti più comodi che avevano e si erano seduti sull'enorme divano in soggiorno a guardare la TV.

Harry aveva espresso quel desiderio nel bel mezzo della pubblicità, toccandosi le punte dei capelli con un leggero broncio sul volto. Louis smise di accarezzare la gamba che il riccio aveva poggiato sulle sue per guardarlo oltraggiato.

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