2.6

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In poco afferro la bottiglia di vodka che il cameriere mi ha portato qualche minuto fa, tenendo sempre gli occhi puntati sulla scena.
In nessun modo cerca di staccarsi e questa è la cosa che più mi fa male.
Sono consapevole di come è fatto e che non aspetta un minuto per rimorchiare, ma stupidamente pensavo che con me sarebbe stato diverso.

"Vacci piano" afferma con un sorrisino divertito il ragazzo di cui non so ancora il nome.

"Non è la prima volta" rispondo fredda, ormai disinteressata a tutto quello che dice.

Il ragazzo dopo poco se ne va, capendo che da me non avrebbe avuto nulla, ed io non aspettavo altro che bere.
E non ci volle molto che ero ubriaca come al mio solito, se non di più, e mi sentivo libera rispetto a prima.
Non lo vedevo da poco più di una mezz'ora e non volevo neanche immaginare dove se ne fosse andato, sennò il dolore sarebbe tornato.
E tutto questo mi fa sentire infinitamente stupida, perché sapevo cosa avrebbe fatto, lo avevo capito, ma ho voluto lo stesso provare.
Ed ora sono passati pochi mesi ed io mi ritrovo bruciata da un fuoco più grande di me, per colpa sua.
Lo sapevo, non si gioca col fuoco, prima o poi si si brucia, cosa che è successa.

"Credo uscirò" urlo nell'orecchio di Eleanor, che mi fa un cenno con la testa, mentre io mi dirigo fuori dal locale.

L'aria fresca colpisce il mio viso, anche se a malapena riesco a stare in piedi.
Non ci metto molto a ritrovarmi stesa a terra, sul giardinetto del locale, decidendo poi di guardare le stelle.
E forse sarà per le due o tre bottiglie di troppo che ho bevuto, ma sento la mia mano essere stretta da qualcuno, ma non ci faccio caso.

"Ti piacciono le stelle?" mi chiede una voce fin troppo vicina al mio orecchio, una voce che purtroppo conosco.

"Molto" biascico, con la voce impastata per il troppo alcol.

"Senti Paige, so che mi hai visto, ma davvero io-" cerca di scusarsi, capendo ovviamente che l'ho visto.

"Non mi interessa, non ti devi scusare, non sei il mio ragazzo" esclamo girando la testa verso di lui.

"Si ma-" cerca di continuare, ma lo blocco con un dito sulle labbra.

"Puoi fare quello che vuoi" concludo, rivolgendo la testa verso il cielo, mentre lui sospira.

"Ora chiamerò un taxi" affermo cercando di alzarmi, cadendo però a terra, come mi aspettavo.

"Sei ubriaca?" chiede, quasi come se fosse sorpreso.

::spazio autrice
anche se il capitolo fa schifo, sono riuscita a scriverlo, ma per il prossimo, come vi ho detto, dovrete aspettare :)
che pensate che succederà?

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