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Il profumo che alleggiava in quella camera, l'avrei riconosciuto da miglia di distanza, in un certo senso, per mia sfortuna.
Il letto era comodo, come lo era le poche volte che ci avevo dormito, ma mancava qualcosa, e lo capii solo quando aprii gli occhi, alla ricerca di chissà cosa.
Mancava lui.

Di fretta mi alzai, pronta a cercarlo, quindi infilai distrattamente un paio di boxer, presenti tra i suoi cassetti, dato che la maglietta, chissà per quale motivo, era già sul mio corpo.

"Buongiorno" mi batte sul tempo, nel momento in cui esce dal bagno in tutta la sua bellezza mattutina, anche se un leggero imbarazzo aleggia ancora tra di noi.

"Ciao" lo saluto, guardandolo a malapena negli occhi, per la troppa vergogna.

"Mi sono permesso di metterti la maglietta ieri sera, scusami ma la roba che avevi sembrava piuttosto scomoda" mi spiega brevemente, ed annuisco con un breve cenno della testa.
Si gratta il collo in imbarazzo, mentre io sto resistendo dalla voglia di baciarlo, che ultimamente si fa sempre più viva ogni volta che lo vedo.

"Perché eriieri sera?" riesce a domandare, e quasi avrei voluto non lo avesse fatto, ma non me ne va mai una giusta.

"Non potevo?"

"Ti sei fatta toccare da non so quanti ragazzi, non ti importa?!" sbotta irritato dal mio modo di fare, e vorrei tanto dirgli che l'unico tocco che desidero è il suo, ma il mio orgoglio è troppo forte per permettermi di farlo.

"Posso fare quello che voglio, non devo dar conto a nessuno" controbatte, incrociando gli occhi con i suoi, in uno sguardo di sfida, che non perde tempo ad accettare.

"Quindi puoi fare la puttana e bere quanto vuoi solo per fare un dispetto a me?!" urla, senza ritegno, facendomi indietreggiare sia per le sue parole, che per il suo tono.

La mia mano va a contatto con la sua guancia, e questo è l'unico rumore che rimbomba nella casa, ora riempita dal mio respirare faticosamente.

"Come ti permetti! Sei tu che non mi hai voluto, io ho solo reagito di conseguenza, e sarò pure una puttana ed alcolista, ma ci sei venuto a letto con questa ragazza" grido con il suo stesso tono, mentre la sua guancia diventa rossa per la botta, e lui distoglie lo sguardo da me.

"Non voglio più vederti, hai rovinato persino quel poco di felicità che avevo, solo per il tuo orgoglio del cazzo" mormoro, non ricevendo una sua risposta, quasi come se non avessi voce.

"E se proprio vuoi saperlo, da quando non ci sentiamo più, non ho toccato una bottiglia di alcol, e tanto meno mi sono fatta mezza città, ma quando è troppo è troppo" finisco il mio discorso, mentre lui incrocia per l'ultima volta il mio sguardo, e vorrei tanto perdermici dentro, ma non mi è permesso.
Lui non mi appartiene, ma anche se non lo sa, io sono sua e lo sono sempre stata.

::spazio autrice
questo è l'ultimo capitolo,
il prossimo sarà l'epilogo,
scusate l'attesa, ma ho davvero
molte cose da fare.

meets. [ complete ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora