Capitolo 22- Julian

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Rosso? Mah, con Julian tende comunque al nero. Però sarebbe rosso. Credo XD


Xavier aveva ragione, i Cuccioli sarebbero riusciti tranquillamente a sbarazzarsi dei Lux senza alcun aiuto. Erano cavalieri di latta alla fine, che esattamente come lattine si potevano schiacciare.

Xya era furiosa, lei avrebbe voluto sfogarsi su qualcuno di diverso dalle solite forze dell'ordine che incontrava passeggiando in città.

Fra i Nox regnava il malcontento, chi avrebbe voluto combattere era stato obbligato a restare nell'ombra e chi avrebbe preferito passare le ore giocando a carte si era ritrovato a dare il benvenuto agli avversari.
Ogni riferimento a Julian era puramente casuale.

«Perché tremi?» chiese Tenebra al Lux che aveva di fronte. L'elmo gli era volato lontano quando l'ombra assistente del Mago lo aveva afferrato per le braccia e lui si era spaventato a morte.

«È maleducazione andarsene prima della fine dello spettacolo.» gli aveva detto Julian sistemandosi il fastidioso ciuffo di capelli troppo lunghi che gli copriva un occhio.

Il gioco variava sempre leggermente. Dal banale "Dove è finita la tua carta?" ad esercizi più elaborati con tanto di intervento di altre assistenti.
La conclusione era però una sola in ogni caso.

Il Mago accolse l'applauso scrosciante delle ombre evocate per circondare la vittima inchinandosi un paio di volte e togliendosi un cilindro immaginario. Quindi prese fra indice e medio della mano sinistra, quella con cui era più abile essendo mancino, uno dei suoi coltelli.

Come cala il sipario al termine di un'esibizione, calò una maschera impassibile e glaciale sul suo volto.

«Che scocciatura fare il lavoro sporco.» si lamentò indietreggiando di qualche passo «Sei pregato di non sanguinare troppo.»

Alzò la carta davanti al volto. Un fante di picche, un secondo Mago delle Ombre dallo sguardo glaciale e privo di scrupoli, certo non desideroso di macchiarsi di sangue ma costretto a farlo.

Tenebra avvicinò e allontanò la carta dagli occhi, fingendo di prendere la mira. Non gli era assolutamente necessario, ma c'era un gusto macabro nel veder tremare come una foglia il Lux. Si poteva definire sadico, di sicuro, il suo desiderio di prolungargli l'agonia.
Se mi costringono ad uccidere me lo facciano fare come si deve.

«Jimmy!» una voce da lontano fece scappare qualche cornacchia per quanto si levò prepotente nel silenzio della notte. Pareva piuttosto angosciata.

«Jim Jones porta immediatamente qui il tuo fondoschiena o tutti sapranno del tuo orsetto!» minacciò la voce.

Il Lux catturato da Julian sussultò e aprì la bocca probabilmente per urlare dove si trovava, ma l'ombra assistente non esitò a tappargliela.

«Sei Jim Jones?» gli chiese il Mago delle Ombre. Estrasse un pennarello nero dal taschino interno del suo gilet messo a nuovo da Xavier. Scrisse il nome sul coltello che teneva in mano.

«Ti ho autografato l'arma del delitto.» sorrise. E detto ciò scagliò la carta, mirando alla gola del Lux come al solito.

Non vide troppo sangue, forse aveva lanciato con poca forza. Però non gli importò minimamente, la ferita fu comunque letale al ragazzo. L'ombra assistente lasciò che si accasciasse a terra come un sacco vuoto e non appena Julian mosse due dita, lei lo seguì, più obbediente e fedele di un cane.

«Aveva un occhio bendato, hai notato?» le chiese Tenebra. L'essere annuì. Era vivo, le ombre non erano semplici riflessi dei loro Dominatori come alcuni credevano.

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