Capitolo 32- Jakob

39 6 5
                                    

Red. Non molto impressionante ma anzi quasi simpatico in alcuni punti. Vi invito a sparare ogni genere di cavolata dopo la lettura~

Non era semplice descrivere lo sguardo di un morto, e dire che Jakob ne aveva visti in abbondanza per quel che lo riguardava.
Non gli riusciva più un sorriso, figurarsi risate. Da quando era arrivato Seth e i Lux erano passati in vantaggio, si era spento completamente.
Lo sguardo vuoto di quella bambina e la reazione del Nox biondo lo stavano tormentando perfino nei sogni e non sapeva più cosa inventarsi per distrarsi.
Nemmeno il fatto di trovarsi in bilico su un ramo nel buio della notte con Amber diversi metri più avanti gli impegnava il cervello.
«Hai parlato con Ryan, alla fine?» chiese alla ragazza, allungando una gamba cercando di trovare una soluzione all’equilibrio scadente che voleva vederlo cadere da un’altezza di tre metri. Camminando a terra avrebbero lasciato impronte e non era quello che volevano.
«Già.» gli confermò Amber. Era decisamente più agile di lui sugli alberi. «Discussione finita.» decretò.
Jakob riuscì miracolosamente a saltare su un altro ramo senza sfracellarsi a terra. «Mi dispiace per voi.» commentò. Il calcio della pistola che teneva in tasca gli si andò a conficcare nel fianco mozzandogli il respiro «Da uno ad aiuto-sto-cadendo quanto l’ha presa male?»
«Zitto Jake.» ordinò la rossa. Si girò verso suo cugino aggrappato in stile koala al tronco dell’albero e indicò un punto sotto i suoi piedi. Come a dire “scendi”.
«Vuoi vedermi morto?!» sussurrò lui, non riuscendo a spostarsi di un millimetro.
La rossa roteò gli occhi mimando con le labbra “è una stupidata” a cui il ragazzo replicò con un «Magari per te, io divento una frittata!»
Amber si portò un indice alle labbra e allungò una mano verso Jakob, che in un primo momento pensò volesse aiutarlo a scendere. Invece lei lo spinse.
Immediatamente dopo, mentre il ragazzo si mordeva la lingua per non urlare e preservare il silenzio, si accorse di non toccare il suolo. Allungò le braccia e solo allora lo sfiorò. Abbastanza in fretta si rese conto che era finito appeso a testa in giù come un prosciutto dal salumiere e che Amber lo reggeva per le caviglie.
Poi orientò lo sguardo in avanti e sebbene stesse oscillando e fosse notte, distinse una sagoma scura che si avvicinava a loro.
«Spara al Nox!» gli ordinò Amber. La pistola si sfilò dalla tasca e cadde sul naso a Jakob come sentendosi tirata in causa.
«Spara al Nox!» ripeté la rossa mentre la sagoma si avvicinava spedita «Io e te questa notte li ammazziamo tutti. Coraggio! Non sei stanco?!»
Il sangue affluiva al cervello di Jakob mentre stringeva incerto la presa intorno alla pistola e posizionava l’indice sul grilletto.
«Sparagli che sei pesante!» brontolò Amber.
«E lasciami prendere la mira!» sbuffò di rimando il ragazzo. Ma non appena -finalmente- riuscì a puntare con alta precisione la sagoma, un ronzio sempre più acuto si avvicinò alle sue orecchie.
In un lampo Amber l’aveva alzato con un movimento brusco e lui aveva sparato un colpo alla cieca, mentre su un tronco di fronte a lui si era andato a conficcare un coltello.
Un secondo ronzio lo costrinse a lavorare di addominali per evitare di finire decapitato.
«Eccola!» sentì esclamare Amber. Un attimo dopo era balzata a terra e non appena Jakob riuscì a raggiungerla, si ritrovò nel fuoco incrociato elementi versus mitragliatore.
«Sei stata tu!» urlò la Nox che Amber fronteggiava «Ecco cosa ti meriti!»
«Mi spiegate cosa vi ho fatto?!» le chiese quindi la rossa. Forse era merito del buio, forse semplice fortuna, ma nessuna si era accorta di Jakob che intanto cercava di capire che fine avesse fatto la sagoma che stava mirando non molto tempo prima.
Amber era decisamente scattante e la Nox dai capelli rosa stava imprecando in un linguaggio a Jakob sconosciuto per tutti i colpi che stava sprecando.
La situazione d’insieme era comica sotto certi punti di vista.
Innanzitutto si vedeva Amber che correva, balzava, scattava, schivava, mirava, colpiva e ancora parava, saltava, svaniva, appariva, feriva senza stancarsi e demordere anche quando veniva ferita lei stessa, mentre a tratti prendeva letteralmente fuoco e si contorceva in modi assurdi evitando di farsi ammazzare.
Poi vi era la sua avversaria che aveva già fatto fuori una dozzina di caricatori e buona parte della flora euroasiatica a suon di coltellacci lanciati con straordinaria precisione e che quando doveva evitare un colpo di Amber improvvisata una ruota o una serie di salti mortali all’indietro.
Infine, pochissimi metri più distante, si poteva osservare un esemplare di Jakob selvatico impegnato in botanica, ovvero intento a raccogliere le margherite che riusciva a distinguere nel buio senza curarsi minimamente della battaglia.
E da bravo ragazzo senza hobby traumatizzato da un paio di sere e incapace di apprezzare la situazione di pace di cui solo lui godeva, decise di infilarsi nello scontro. Lo fermò una voce pressoché irriconoscibile per quanto il tono era basso.
«Jakob devi fermarla!» iniziò a parlare. Il rosso guardò le due ragazze che se le davano di santa ragione e chiese «Quale delle due?»
Sentì chiaramente il suono di uno schiaffo in faccia. «Amber, tonto.» rispose la voce «Non sai cosa farebbe Julian se Xya morisse. Potresti immaginare cosa farebbe Ryan se a morire fosse Amy.»
«Tessie?» chiese Jakob riconoscendo finalmente la voce «Quindi non ti ho sognata? Sei qui davvero?»
Iniziò a guardarsi intorno cercando di scovarla prima che un proiettile gli lambisse la coscia provocandogli una leggera ferita che prese immediatamente a sanguinare. Si voltò verso le ragazze ma non vide Amber e a quanto riuscì a dedurre da quel che osservò nei due minuti successivi, nemmeno la Nox la vedeva. Passeggiava lentamente e affannata avanti e indietro, chiedendo “Dove ti sei cacciata?” con fare parecchio inquietante. Jakob ne dedusse che sua cugina si stava riposando appollaiata in forma trasparente su un ramo.
Con alte probabilità stava sfoderando il suo pugnale.
«Fermala!» insisté Tessie «Julian non libererebbe mai i prigionieri e anzi vi sterminerebbe!»
«Ma se mi metto in mezzo mi uccidono all’istante!» si lamentò Jakob divenuto per pochi istanti conscio della situazione in cui si trovava.
La ragazza dai capelli rosa iniziò a sparare una raffica di proiettili contro l’albero la cui corteccia prese a scheggiarsi e saltare in ogni direzione.
«Prima o poi dovrai scendere.» notò parlando rivolta all’alto. Anche lei doveva essere arrivata alla conclusione che Amber stava recuperando fiato.
«Non ti è mai importato nulla di ferirti. Sei partito più che volontario per la guerra. Con un semplice gesto puoi far finire tutto, capisci?» continuò Tessie.
E Jakob cedette.
Non appena si avvicinò alla Nox si ritrovò la canna di un fucile puntata in faccia.
«Un passo falso e sei morto.» lo avvertì lei.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa sforzandosi di deglutire. Lui? Paura? Nah. Una fifa felina.
«Cerco di salvarti, che tu ci creda o no.» le disse. Avrebbe veramente pagato oro per avere Tessie accanto a lui a ripetergli come era riuscita a convincerlo.
«Se non vuoi diventare un colabrodo, scansati.» gli intimò la Nox.
Tutto si fermò e divenne immobile. Jakob ebbe il tempo di concentrarsi sul male alla coscia e di contare le ferite anche piuttosto gravi inflitte da Amber alla sua rivale. Fece addirittura in tempo a riflettere su quello che era successo da quando era partito determinato è convinto di poter sconfiggere i Nox in due ore fino a quel momento, prima di scorgere un minuscolo dettaglio fuori posto.
Come se fosse improvvisamente giunto l’autunno, un paio di foglie ancora verdi e giovani caddero oscillando piano in testa alla ragazza dai capelli rosa. Il ramo sulla sua testa si incrinò di poco e Jakob ebbe la certezza che Amber aveva cambiato collocazione.
A quel punto la Nox prese in mano un pacchetto di gomme da masticare e lo mostrò al rosso.
«Ti do esattamente il tempo di scappare che ci impiega la bolla a scoppiare.» lo avvisò stringendo più saldo il mitragliatore.
E mentre il ragazzo era paralizzato per la paura e cercava di ricordarsi come si respirava e si battevano le palpebre, Amber tornò visibile dall’alto di un ramo alle sue spalle.
«Jake!» lo chiamò «Lanciami la pistola e fuggi!» gli ordinò.
Che le seguenti scene vengano mostrate a rallentare.
Il ragazzo non osò obiettare in alcun modo e afferrò il manico della pistola, quindi si voltò verso sua cugina e le lanciò l’arma con una mira di cui non sapeva di essere dotato.
Precisamente nello stesso istante la Nox riprese a sparare e Jakob si fece milioni di lodi per la sua perfetta interpretazione di Matrix che gli consentì di riportare semplicemente un secondo, minuscolo taglietto superficiale sull’avambraccio.
Ora lei ed Amber si fronteggiavano ed erano alla pari a livello di pericolosità.
«Muori, strega!» sbottò la Nox.
Lei fece fuoco, Amber fece fuoco. Jakob vide chiaramente degli schizzi di sangue e quando sua cugina barcollò sul ramo, iniziò a preparare mentalmente una scusa decente che avrebbe poi potuto dire a Ryan. Corse a raccogliere la ragazza prima che cadesse a terra mentre la voce di Tessie che chiedeva di risparmiare entrambe le avversarie faceva eco nell’ambiente circostante.
Forse Jakob avrebbe dovuto ricordarsi di dire ad Amber che anche prima di perdere la memoria, non era mai stata in grado di dominare la terra presente anche nei proiettili.
Si sarebbe risparmiato del sangue e l’ennesimo sguardo vuoto destinato ai suoi incubi.

ESCAPE- RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora