Capitolo 23- Ryan

34 6 22
                                    

Biancoh

La dura legge della giungla: mangiare o essere mangiati. Il più forte si salva, il più debole è la sua preda.

«Mettimi giù Callum!» ordinò Ryan dimenandosi a mezz'aria.

«Come si dice?» lo incalzò il gigante.
Analisi della situazione: Jed, Ryan, Callum e naturalmente Toby e Cooper si trovavano al mare per coronare il sogno del primo di fare surf nell'acqua di Vaadhoo Beach, sopranominata la spiaggia fluorescente per il colore blu brillante che assumeva di notte quando veniva agitata. Naturalmente era stato Jed ad invitare Callum, per fare gruppo.

Il primo giorno Ryan si era rifiutato di entrare in acqua, data la quantità esagerata di cicatrici sulla schiena e sfregi sulle braccia. Aveva passato il pomeriggio a parlare con Adam in videochat, in canottiera e pantaloncini, all'ombra e lontano dai guai. Nessuno lo aveva infastidito, così il secondo giorno ci aveva riprovato.

Il primo problema era rappresentato da Cooper che alzava la polvere correndo come un demente in spiaggia. Da quando aveva stretto amicizia con Toby erano diventati il duo delle catastrofi.

Callum invece passava le ore steso su una sdraio ad abbronzarsi, come se ne avesse realmente avuto bisogno, con il suo fisico da culturista. Jed non dava fastidio ad una mosca e sperimentava nuovi salti sulla tavola al largo.

In pratica, Adam e Ryan avevano appuntamento ogni giorno di fronte ai rispettivi monitor e parlavano del più e del meno. Ma non a tutti andava bene che Ryan passasse così il tempo.

Ecco spiegato cosa ci faceva a testa in giù a mezzo metro dalla superficie del mare.

«Per favore,» si arrese il moro «mettimi giù senza buttarmi in acqua.»

La canottiera gli scivolò lungo il busto finendo per coprirgli la visuale e amplificare lo scrosciare delle onde sotto la sua testa.

«Sei venuto al mare con l'intenzione di startene al computer tutto il dì?» chiese Callum, scuotendo il capo ostentando disappunto.

Adesso mi butta.

Ovviamente Ryan non si sbagliò e fece giusto in tempo a prendere un profondo respiro prima di affondare –vestito- nell'acqua salata.

«Dude!» gli urlò Jed, dominando il suo elemento per salvare il suo amico dall'affogare. Ryan tossì tornando a galla e guardò in cagnesco Callum, mentre il ragazzone sorrideva beffardo. Il moro mise il broncio ed esattamente come un bambino iniziò a tirargli in faccia schizzi d'acqua, finché quella non si ritirò all'indietro come se la bassa marea fosse giunta d'un colpo e Jed abbatté un'onda anomala sull'indifeso Dominatore della terra.

«È guerra?» chiese Callum scrollando i capelli fradici.

Jed annuì sicuro al posto di Ryan e con l'uso dei vari poteri, la spiaggia venne stravolta, l'acqua cedeva il posto alla terra e dopo lo riconquistava senza tregua, mentre un povero Dominatore del fuoco veniva sballottato da un lato all'altro.

Dopo un tempo quasi esagerato Ryan riuscì ad uscire a carponi dal campo di battaglia e si asciugò accuratamente prima di fiondarsi al computer e aspettare che Adam gli rispondesse.

«Ehi capo!» lo chiamò Callum. Ci aveva preso gusto a chiamarlo così, secondo lui il moro si atteggiava da capo anche quando diceva di non volerlo essere. L'alternativa a quel nomignolo era diventata "Piccolo comandante". La conversazione era stata sullo stile "Piccolo comandante!" "Perché piccolo?" "Mi arrivi a stento alle costole" e si era conclusa con una grassa risata da parte del gigante e Ryan che teneva in broncio non potendo ribattere all'ovvio.

ESCAPE- RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora