Cap. 13

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La luna.
Questa sera è piena. Perfettamente circolare. Talmente grande da darmi l'impressione di poterla toccare con la punta delle dita. Magari è solamente un assaggio di ciò che accadrà a breve, quando il cielo non vedrà la luce, quando tutto ciò che ci circonda sarà avvolto dalla totale oscurità. Non ci voglio pensare ora.
In mezzo a quei puntini luminosi, osserva noi altri dall' esterno della caverna, con quel suo pallido ed accecante viso.
Esattamente come la scorsa notte.
Il fuoco acceso, gli stessi discorsi, i medesimi pensieri, dolori...
C'è chi mangia, chi ride, chi in un qualche modo cerca di rimanere sveglio e chi resta in silenzio, non sapendo cosa fare o cosa dire... come al solito.
Sono impaurita dal domani.
Primo giorno di lavoro insieme alla persona più incomprensibile che potesse capitarmi.
Non so come potrà andare, come potrò evitarla, ma prevedo molte discussioni. Posso già sentire il suono della sua voce penetrarmi nelle orecchie e il suo indice puntato addosso, contro il petto.
D'altronde, cosa posso aspettarmi da una come Megan?
Ordini, punizioni, umiliazioni...
La mia mente non ragiona.
Intrappolata in una gabbia di ferro sepolta dai timori.
Impossibile aprirla senza una chiave...
Vedo semplicemente un grosso lucchetto stretto tra le sbarre, chiuso.
Credo che il sonno sia l'unica soluzione che possa tranquillizzarmi.
Dopo aver analizzato diverse alternative, decido di rimanere fedele alla prima opzione.
Aspetto che la stanchezza vinca sugli animi della brigata, prima di permetterle di fare altrettanto con il mio.
Non mi resta che sdraiarmi ed aspettare.
Attendere il ritorno del sole, che con i suoi caldi raggi mi baci le guance.
Se avrò l'occasione di rivederlo...
***
Come si dice, la notte porta consiglio.
Tranne a me, evidentemente.
Sono sommersa dall' ansia, che mi impedisce di chiudere occhio.
Il tutto accompagnato da un silenzio graffiante. Così tanto da provocare quasi un fischio insopportabile.
Ogni cosa attorno a me tace.
I grilli hanno rinunciato al cantare, si sente la loro mancanza.
Perché i ragazzi riescono a dormire tranquillamente ed io no?
Probabilmente, a differenza mia, non si fanno molti problemi. È come se fossero così stanchi, quasi rassegnati. Ignari della potenza che questo mondo esercita sulle menti di chi lo ospita. O forse, questo riguarda soltanto me.
Se in questo momento Megan fosse sveglia, direbbe: " Devi essere forte Allison. È solo questione di abitudine! Dai spazio al tempo, ripara ogni danno. "
Che sia o no così, io qui non ci voglio rimanere fino alla fine. Voglio tornare a casa, quella vera. Sono quasi sicura di non aver mai visto questo posto e nemmeno lontanamente immaginato. Non mi appartiene.
Purtroppo non ne ho la piena certezza. Non riesco a ricordare molte cose della mia vita. Mancano dei tasselli per completare il puzzle ed arrivare ad una soluzione.
Voglio abbandonare ogni cosa che riguardi il posto in cui mi trovo ora.
Non c'è niente da fare qua, eppure perché ci siamo?
Non c'è uno scopo, un obbiettivo da raggiungere, un premio da conseguire, nulla.
O almeno, così suppongo.
Passo le ore in cerca di ragioni, di segni, senza acquistare nemmeno un minimo di sonnolenza.
Analizzo più e più volte il simbolo che porto sul polso tentando, invano, di capire che cosa possa mai rappresentare. È sempre lo stesso, non è cambiato dal primo giorno. Il medesimo spessore, colore, le solite insignificanti linee curve.
Ricordo le parole che la mia mente ha immagazzinato dalla riunione di questo pomeriggio, ma nessuna di esse sembra condurmi ad un risultato plausibile.
Degli interruttori scollegati.
Ecco cosa sono tutti.
***
Resto seduta a godermi l'alba, il momento migliore della giornata.
Sarà dura oggi. Senza un buon riposo, dubito che possa resistere fino a che il cielo si colori nuovamente di arancione.
Chiederò delle pause, sempre se Lei me le concederà. Me lo auguro tanto.
Almeno per oggi non sarò l'ultima a svegliarmi e ad essere sotto gli occhi di tutti.
Lancio un' occhiata ai ragazzi, ancora sommersi in un sonno profondo, proiettati in altri mondi.
C'è calma.
Riesco ad udire il fruscio delle foglie degli alberi vicini, nient'altro.
In un certo senso, è... rilassante.
Wow, non credevo potessi cominciare a provare questa sensazione. È fantastica.
Respiro lentamente a pieni polmoni, cercando di acquisire più aria possibile che possa in un qualche modo fungere da energia.
Mi sento più leggera, come se tutti quei macigni che poche ore fa appesantivano la mia mente, ora siano stati spazzati via da due boccate di aria fresca.
Passano i minuti, non accade niente.
Perché aspettare?
Perché complicare già l'inizio di una giornata che si prospetta piena di imprevisti?
Perché non fare qualcosa?
Non ce la faccio più a stare ferma, seduta per terra con le gambe incrociate. Voglio alzarmi. Assaporare questo luogo senza rumori, senza essere continuamente infastidita da voci. Voglio vedere coi miei occhi tutto ciò che mi circonda.
Decido di uscire. Da sola.
Mi sollevo lentamente da terra e sgattaiolo fuori dalla caverna, cercando di non calpestare nessun oggetto che possa emettere dei suoni fastidiosi.
Con cautela, evito ogni rametto sparso qua e là dal focolare della sera scorsa.
Il paesaggio all' esterno è ancora lievemente avvolto dall' ombra dei residui del buio notturno, però il clima è piacevole.
Porto le mani alle tasche della felpa, come faccio sempre, e comincio ad esplorare.
Percorro il piccolo sentiero che mi aveva mostrato Megan appena arrivata qui e raggiungo ogni singolo posto che costituisce il villaggio, osservando attentamente ogni particolare, come se fossi in cerca di fonti, di prove.
Ad ogni costruzione rimembro ciò che è stato detto questo pomeriggio, mentre i visi di ognuno degli individui presenti mi appaiono nitide in testa.
Giungo, infine, in un luogo mai visto prima, non mi è stato ancora mostrato. Dietro le stalle, appoggiate alla parete di roccia, giacciono delle armi, affiancate ad una carriola di legno alla quale manca una ruota.
Vi sono utensili di ogni genere. Lance, spade, mazze, asce, balestre e perfino... il mio zaino. Quella piccola sacca nera che mi ha accompagnata durante i primi giorni, tra la sabbia ed il caldo.
Mi avvicino e noto che al suo interno non è stato rimosso nulla, è ancora tutto come quando mi è stato tolto dalle mani.
Che cosa ci fa qui?
Perché non mi hanno detto niente?
L' importante è averlo trovato, il resto non conta.
Istintivamente, afferro un coltello dal cumulo di oggetti affilati e lo inserisco nello zaino, insieme a tutte le altre cianfrusaglie che erano già presenti al suo interno. Non è molto ingombrante. Il manico sembra fatto di corno mentre la lama è seghettata ed irregolare. Qua e là presenta dei graffi e delle rotture ma penso sia abbastanza efficiente nel caso mi servisse.
La luce affiora lentamente da sopra l'orizzonte, la visibilità aumenta.
Strano che ancora nessuno si sia fatto vivo. Potrei già immaginarmi la faccia di Megan quando si accorgerà della mia assenza. Preferisco non accada questo, date le circostanze in cui mi trovo.
Ripenso, immediatamente, a ciò che mi ha detto Logan ieri. A quanto pare sto camminando in un posto sicuro, costruito totalmente da James e suo fratello, Christopher.
Dopotutto, non è poi così male, se osservato in pace e tranquillità.
Alcuni uccellini schiariscono le gole con il loro canto mattutino mentre altri iniziano a sgranchirsi le ali.
Ormai è giorno. Un nuovo giorno. Il mio primo giorno di lavoro, purtroppo.
Solo ora mi accorgo di essere arrivata fino a quello che viene chiamato "Confine", completamente immersa nei miei pensieri. Mi tradiscono sempre. Riaffiora, come un trillo improvviso, l'esperienza passata qua.
Il portale.
È invisibile. Impossibile vederlo. Non ho idea del perché Megan abbia voluto mostrarmelo, creare in me tutta questa curiosità.
Percepisco ancora il formicolio provato nel momento in cui il mio avambraccio cominciava a sparire, in un'altra dimensione, probabilmente.
Ma quale?
Un impulso mi suggerisce di ritentare.
Di oltrepassare con tutto il copro quel fascio di luce dorata. Di provare per la seconda volta quel solletico, quella strana sensazione sulla pelle.
Le mie gambe sembrano dare ascolto a quel sussurro, a quell' irrefrenabile bisogno di scoprire la strada per un nuovo luogo.
Si stanno muovendo, senza il mio comando.
Non posso farlo. Non ora.
Tento in tutti i modi possibili di bloccare i muscoli, di prevalere sulla mia coscienza.
Sto camminando, per la prima volta sicura di me stessa.
Come se sapessi con certezza dove si trovi precisamente quell' affare magico e dove mi possa materializzare. 
Non mi sto muovendo io.
Non sono io ad avanzare.
Non voglio avanzare.
Eppure, perché lo sto facendo?
Il panico mi assale e decido di buttarmi a terra, quasi convinta che il contatto col suolo possa bloccarmi.
Afferro con forza i lunghi fili d'erba dorati, bruciati dal sole, come ultima sicurezza, un ultimo appiglio.
Sto diventando pazza, letteralmente.
Sdraiata con lo sguardo fisso sull' orizzonte. il respiro affannoso che quasi mi impedisce di riprendermi ed il battito del cuore simile a dei pugni continui. Non capisco...
Infine, dopo essere rientrata in possesso della facoltà di ragionare, mi alzo in piedi, ancora incredula.
Sarà meglio che torni indietro prima che comincino a preoccuparsi sul serio. Mi dirigo a passo spedito verso la caverna, sperando che stiano ancora dormendo tutti quanti, o che almeno non si siano accorti di niente.
Mancano pochi metri quando mi rendo conto di aver portato per tutto questo tempo lo zainetto sulle spalle, non avendo percepito nessun tipo di peso, di fastidio o di rumore metallico provocato dagli oggetti che contiene.
Devo assolutamente rimetterlo al suo posto. Mi è stato sequestrato. L'ho trovato per caso. Non credo fosse stato nei piani da parte dei ragazzi che succedesse questo. E, ripensandoci, ho addirittura rubato un' arma. Senza alcun tipo di permesso. È come se realizzassi solo ora dell' accaduto. Quasi come se i miei pensieri mi portassero altrove, ogni volta, facendomi dimenticare.
Ritorno velocemente dietro alla scuderia e ripongo tutto quanto esattamente al posto in cui si trovava al mio arrivo. Non voglio che nessuno sospetti di niente. Fingerò che non sia successo niente, per quanto possa riuscirci.

|| SPAZIO AUTRICE ||

Hii guyss!
Come va?
Finalmente il capitolo 13.
Spero vivamente che vi piaccia, cerco di fare il possibile ogni volta.
Fatemi sapere!!
Byee!

~ Valeee

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