Cap. 23

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Rimango paralizzata al solo sentirlo parlare. Non era mai capitato che pronunciasse più di semplici monosillabi con me prima d'ora. Figuriamoci così. Con quelle parole poi. Pensa veramente che io voglia scappare via da qui? E se l'avesse detto soltanto perchè è ciò che vuole anche lui in realtà? Questo ragazzo nasconde troppi segreti. In ogni caso tengo ancora stretti tra le mani l'arco e le frecce e questo mi fa capire all'istante che sembra proprio deciso a partire. Nessuno dei due apre bocca per il resto del tempo fino a quando Martijn, carico di oggetti e cibo, si dirige verso l'uscita del ripostiglio senza voltarsi a guardarmi, magari solo per accertarsi della mia presenza. Non lasciandomi altra scelta che seguirlo, lo imploro col pensiero di fermarsi, nella speranza che sia solo uno stupido scherzo messo in atto per farmi spaventare e convincermi a non lasciare mai più il mio lavoro. Ma passo dopo passo sembra non essere per niente così. Realizzo sempre più di star per intraprendere un' avventura con la persona più misteriosa del villaggio. Non so dove siamo diretti, il perchè lui abbia preso una decisione così velocemente né tanto meno perché in questo casino, in questo dramma io sia la protagonista.

***
Non ci mette molto a sellare il cavallo, un possente e massiccio morello dal manto splendente. Per concludere il tutto afferra una grossa sacca dove all' interno ci posiziona la sua lancia. Nel frattempo sono riuscita a mettere a tracolla l'arco impedendo alla corda tesa di schiacciarmi il petto. Martijn conduce velocemente il cavallo fuori dal box e successivamente dalla stalla. Lo seguo stando alla debita distanza dal posteriore dell' animale. Una volta fuori con un rapido scatto si posiziona sulla sella e si sistema. In tutto questo, nessuna parola osa uscire dalla sua bocca, nessun pensiero osa passargli nella mente, nessun pensiero riguardante me, che me ne sto in silenzio dietro di lui ad aspettare qualcosa che non si manifesterà mai, come un suo deciso "andiamo" malgrado io sia contraria. Odio iniziare un discorso, soprattutto con lui, ma devo, mi sta costringendo lui stesso col suo silenzio. Posiziona i piedi nelle staffe mentre il cavallo alza continuamente di scatto il muso, rendendo il gesto simile ad una ribellione dagli ordini di Martijn. Eppure qualcosa mi dice che non ci riuscirà tanto facilmente. Nel momento in cui decido di parlare, dopo aver pensato a cosa dire, con la coda dell' occhio vedo il braccio di Martijn stendersi nella mia direzione, con il palmo della mano aperto e le vene delle braccia sporgenti. Il suo sguardo rimane però puntato dritto davanti a sè, a scrutare il paesaggio tra le orecchie del cavallo. È come se mi avesse letto nel pensiero, tutto molto bizzarro e bellissimo. Afferro in fretta la sua mano ed i muscoli del braccio cominciano ad ingrossarsi a causa del peso sopportato ma nonostante ciò riesco a salire e a posizionarmi dietro di lui. Non ero mai stata in groppa ad un cavallo prima d'ora, o almeno questo è quanto riesco a ricordare. Non mi trovo per nulla a mio agio, soprattutto al solo pensiero di essere in questa situazione con Lui.
Tramite uno scatto fulmineo dei piedi, Martijn ordina al cavallo di partire e quest'ultimo intraprende la corsa verso l'ignoto. Aumenta di velocità, come se fosse una gara, nella quale ci siano in palio la vita o la morte.
Mi tengo stretta alla maglietta del ragazzo per impedire di cadere all'indietro. Il ritmo degli zoccoli dell'animale crea un ritmo, quasi una melodia alle mie orecchie ed il mio cervello riesce ad immagazzinarla immediatamente.
La meta sembra lontana, il tragitto infinito ed i pensieri mi tengono compagnia per tutto il tempo. Martijn non si azzarda a dire nemmeno una singola parola, il paesaggio muta sotto i miei stessi occhi, il mio cuore batte forte, come se stessi correndo io al posto del cavallo, come se stessi sopportando io il peso della paura sulle mie spalle. E tutto ciò mi sta distruggendo passo dopo passo, chilometro dopo chilometro.
Mi volto ogni tanto, sento delle presenze alle mie spalle eppure so che la mia coscienza mi sta giocando brutti scherzi. Noto il luccichio del manto morello dell'animale intensificarsi sempre di più. Sento di essere stanca, di essere stremata insieme al cavallo. Ricordo di essere sempre stata empatica verso tutti e tutto. D'altronde questo luogo mi ha tolto la memoria ma non mi ha cambiata. Sono comunque me stessa, con un nuovo cervello forse, con nuovi pensieri e nuovi modi di riflettere.
Non riesco più a vederlo soffrire sotto il calore del sole, in un certo senso è come se riuscissi a comprendere il suo sforzo. Provo pena e compassione nel sentire il suo respiro divenire sempre più affannoso. Come se non bastasse la sensazione di allontanarmi dall' unico luogo che conosco nel quale posso riporre tutta la mia sicurezza, mi provoca un senso di nausea e agitazione. Forse addirittura un senso di morte interiore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 23, 2021 ⏰

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