Cap. 8

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Poco dopo la voce di Logan interrompe la conversazione. Se ne sta alle nostre spalle, intento a sistemare i finimenti di Salem, lo splendido cavallo di Megan.
Il mio sguardo si concentra sulla sella: non ne ho mai viste di simili. È ottenuta grazie all' intreccio di rami di edera mentre le staffe sono costruite in legno, probabilmente quercia. La criniera dell' animale è ricca di piume e gemme preziose.
« Grazie Logan, gentile come sempre. » esclama la ragazza dai capelli azzurri accennando un piccolo sorriso.
Prima di salire in groppa al cavallo, estrae da una borsa di pelle un paio di guanti costituiti da corde e cuoio.
Non posso fare a meno di chiedere a che cosa servano.
« Le redini sono fatte di un materiale duro e resistente ma, allo stesso modo, munito di spine. Questi guanti sono una sorta di protezione dai meccanismi di difesa della pianta; impediscono la creazione di escoriazioni. » spiega Megan.
Le briglie presentano, qua e là, delle piccole foglie di un colore rosso molto acceso, simili a quelle della betulla.
La ragazza di sistema, infine, in groppa al cavallo mentre Logan le consegna un piccolo zaino contenente degli oggetti. Lo riconosco all' istante:
È lo stesso zaino che avevo trovato nel deserto. Ne sono sicura.
In men che non si dica i ricordi mi assalgono.
Quella luce accecante, le urla, il caldo soffocante.
E ora mi trovo qui. In un luogo completamente diveso, senza ricordi, abilità e sorriso. Sono ancora convinta di dormire, non ho altre soluzioni. Potrebbe passare una vita prima che io riapra gli occhi.
Potrei non svegliarmi più...
***
« Forza Allison! Salta su! » esclama Megan riportandomi alla realtà. Sta indicando il retro della sella con il palmo della mano, quindi mi dirigo verso di lei. Grazie all' aiuto di Logan e sotto gli sguardi attenti degli altri ragazzi, mi ritrovo in groppa a Salem, il quale, all' ordine della sua padrona, galoppa verso un luogo sconosciuto.
***
Il rumore degli zoccoli, il vento nei capelli, il calore del sole sulla pelle. Sono delle sensazioni fantastiche e stranamente famigliari. Mi sembra di aver già provato un' emozione del genere in passato, un' emozione incredibile, dimenticata...
Stupido sogno!
Non capisco cosa mi prenda.
Perché non mi sveglio!?
Perché non riesco ad aprire gli occhi!?
Le mie palpebre pesano come dei macigni e le tempie pulsano incessantemente.
È come se dentro di me si stesse scatenando una tempesta, una gara fra opposti: vorrei svegliarmi, cercare di ritornare cosciente ma ho paura di cosa possa succedere. Sono già capitate troppe cose strane; non mi sorprenderei degli effetti collaterali.
Il marchio stampato sul braccio mi reca fastidio, come la percezione di piccole scosse. I solchi soni sempre più profondi e arrossati. La pelle si sta sciogliendo sotto quelle linee insignificanti. Se continuerà così, presto arriverà all' osso e non oso immaginare il dolore che proverò. Solo al pensiero mi si aggroviglia lo stomaco e i brividi mi percorrono la schiena.
Improvvisamente la voce acuta di Megan interrompe il tutto.
« Mi hai ascoltata, Allison? » sbotta.
« N-no, scusami... »
Come?
Ero talmente impressa nei miei pensieri che non ho minimamente sentito neanche una singola parola di ciò che mi ha detto?
A volte mi faccio paura da sola.
Nel frattempo Salem ha smesso di camminare e noi scendiamo a terra.
Siamo nel bel mezzo della prateria.
C'è silenzio.
Esistono solamente l'orizzonte, il sole e i prati.
È tutto così tranquillo... bellissimo.
Purtroppo Megan riesce a rovinare anche questo splendido momento ed io ne sono irritata.
« Ci troviamo al confine. »
La guardo con espressione interrogativa, non capendo cosa voglia dire.
« Possiamo spostarci fino a qua. Non ci è permesso di superare il portale. » conclude.
« Portale? » domando attonita.
Che significa?
« Dammi la mano. » mi ordina.
Dopo un breve momento di esitazione, obbedisco e, titubante, eseguo il gesto.
Megan mi afferra il polso e mi guida, facendomi stendere il braccio in avanti, sempre di più.
Pochi secondi più tardi, un' abbagliante luce dorata appare esattamente all' altezza della mia mano; quest' ultima inzia a scomparire, si dissolve nel nulla, proprio al centro di quello strano bagliore.
Al vedere quella scena davanti ai miei occhi, il terrore mi prende di soprassalto e ritiro velocemente la mano, strappandola dalla presa della ragazza.
Ho il cuore a mille.
« Che cosa diavolo è!? » esplodo controllando di possedere ancora tutte e cinque le dita.
« Quello di cui ti parlavo prima. Ora hai capito? » risponde Megan con voce calma.
Sto tremando.
« Dove conduce? » domando dopo una breve pausa di silenzio.
« Questo non posso rivelartelo. »
Il mio braccio è integro, grazie a Dio.
È stata una sensazione stranissima, non riesco a descriverla. Mi stavo come materializzando in un altro mondo. Forse il mio. Quello reale.
Oddio. E se fosse veramente così?
Se tutto potesse finire una volta arrivati dall' altra parte?
Cosa c'è là dietro?
Come si è formato questo portale, questo mondo, questa confusione nella mia testa?
Mille domande, nessuna risposta.
Mi trovo in mezzo ad una distesa di punti interrogativi. Galleggio nell' insicurezza, nell' inquietudine e non reagisco dinanzi alla realtà.
Mi sento come una pietra: ferma, statica, in attesa di essere lanciata in un laghetto e affondare.
Necessito spiegazioni, ora.
Mi mordo le unghie dalla curiosità, dalla voglia di sapere da cosa tutto ciò è stato generato e perché ne siamo coinvolti.
Il mal di testa aumenta.
È tutti così straziante, esagerato.
Troppo per me...
Ho la mente stretta in una morsa e i crampi alla pancia. Vorrei urlare di dolore, ma mi trattengo.
Non servirebbe a niente, solamente a sembrare più pazza di quello che già sono.
Non credo che sia tutto per causa mia, non voglio immaginarlo. Continuo ad essere certa che sia soltanto un sonno prolungato, che io stia bene avvolta nelle coperte del mio letto. Al caldo, al riparo dai pensieri negativi, dal mondo esterno.
Però c'è qualcosa che mi turba: gli eco nella mia testa ed il battito costantemente accellerato del mio cuore.
Non dovrebbe fare così.
È come se avessi appena finito di correre per chilometri.
Strano.
« Megan. »
Lei si volta a guardarmi e, con le braccia conserte, ascolta.
« Che cos'è questo posto? Perché siamo qua? Come ci siamo arrivati? Devo saperlo! » sbotto ansimando.
La ragazza non si smuove di un millimetro, abbassa solamente lo sguardo a terra.
« Nessuno di noi sa precisamente che cosa o chi ci ha mandato qui. Sono certa che questo posto, questo mondo, non può esistere sul serio. Continuiamo a credere che sia solo frutto della nostra immaginazione, in quanto ognuno di noi vede particolari impercettibili agli occhi umani. »
Dopo un lungo sospiro, continua.
« Allison, non abbatterti. Non farlo mai. Ci siamo passati tutti, uno dopo l'altro. Per quanto mi riguarda ho resistito al bisogno di piangere, di urlare. Ho respinto la curiosità, le domande che mi frullavano in testa. Ho imparato che solamente esplorando e studiando questo luogo le risposte arriveranno da sole.
Non... non posso dirti altro, la memoria me lo impedisce... »
Ho le lacrime agli occhi. Un pugno nello stomaco, fortissimo. Nulla ha senso. Niente è comprensibile.
« Tranquilla, ti capisco. Sarai sicuramente distrutta, a pezzi, ma credo che sia proprio questo quello che vogliono... » continua interrompendo la frase.
Riesco a delineare un pizzico si timore nella sua voce.
« Vogliono... chi... chi vuole tutto questo? » domando mentre le lacrime scivolano velocemente sulle mie guance.
« Non lo so, ma ci dovrà pur essere qualcuno o qualcosa artefice di tutto ciò. Non credi? »
Già. Megan ha ragione.
Non possiamo essere così pazzi da non governare più i nostri pensieri.
Deve pur esserci qualcosa.
Un desiderio matto di scoprire tutta la verità mi invade l'anima.
Un irrefrenabile bisogno di scavare nel profondo per ricevere degli indizi.
Se solo fossi in grado di reagire...
Sono appena arrivata ma mi sembra di essere imprigionata in questo luogo da una vita.
Tutta questa pressione, questo stress, mi rendono nervosa.
« Allison. » mi chiama la ragazza al mio fianco.
« Sarà meglio tornare, ci staranno aspettando. »
Ho totalmente dimenticato dell' esistenza dei ragazzi.
« S-si... » rispondo e salgo in groppa al cavallo, il quale fa ritorno al villaggio.

|| SPAZIO AUTRICE ||

Hello guys!!!
Ottavo capitolo yeah!
No okay.
Ora c'è anche un portale...
Povera Allison...
Va beh..
Spero che vi piaccia, ci ho messo la vita.
Grazie ancora a tutti per tutto!
Ve se amaaa
~ Valeeeee

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