Cap. 17

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ALLISON'S POV

Quella voce. Quelle urla.
È Megan.
Mi distraggo immediatamente dal lavoro per concentrarmi sui rumori portati dal vento.
Cosa sta succedendo là fuori?
Qualcosa mi dice che non è nulla di buono e l'istinto di lasciare la stalla per andare a dare un' occhiata è sempre più forte, all' aumentare dei suoni.
Ma non so che fare.
Megan è fuori da un po' di tempo ormai e mi pare di aver sentito chiaramente le sue grida, di aver riconosciuto il suo timbro vocale.
Comincio a temere il peggio mentre me ne sto immobile all' interno di un box, affianco ad un cavallo nero mai visto prima.
L'attesa è snervante. I pensieri sono sempre più imponenti nella mia mente. Non resisto più.
Ora percepisco lievemente James.
Abbandono tutto e mi dirigo spedita verso il portone, lasciandolo semi aperto alle mie spalle.
Mi guardo intorno diverse volte, cercando di individuare la posizione esatta dei ragazzi.
Est. Comincio a correre, sentendo le voci sempre più potenti e vicine.
Si trovano di fianco alla capanna delle riunioni, non capisco perché.
Evitando ulteriori domande senza risposta, raggiungo il luogo prestabilito dalla mia mente.
Non impiego molto tempo, essendo abbastanza vicino alla stalla.
Giunta sul posto, non riesco a credere ai miei occhi, ciò che vedo pare impossibile da spiegare.
Il sangue riempie il terreno, Megan è sdraiata a terra quasi priva di sensi con un coltello piantato sulla caviglia, mentre Tim stringe Susan per le spalle, impedendole ogni movimento.
Rivolgo, infine, lo sguardo verso James. È inginocchiato accanto alla ragazza ferita. I suoi pantaloni sono macchiati di rosso in diversi punti. Stringe tra le mani una grossa benda ed i suoi occhi spaventati sono puntati verso la gamba di Megan.
Cosa diamine è successo!?
Sono bloccata, non so che fare. Probabilmente non dovrei nemmeno essere qui, ma la curiosità ha preso il sopravvento.
Poco dopo appare Robert dalla capanna con degli oggetti tra le mani.
Si dirige velocemente verso di noi, medicando il brutto taglio.
Non posso nemmeno venire a conoscenza dell' accaduto, data la situazione in cui ci troviamo tutti, o almeno la maggior parte di noi.
Vorrei cercare Logan, chiedere aiuto a lui ma sono paralizzata dallo shock.
Tutto ciò è inspiegabile.
Un incubo.

***
Perché?
Una domanda che ci perseguita da molto e che non ha ancora trovato una risposta.
È stata impartita una riunione, ormai sono all' ordine del giorno.
Ho ancora impressa nella mente la faccia di James. Indescrivibile.
Deve essere stata una tragedia. Avrei voluto trovarmi sul luogo prima, ma forse è meglio così. In fondo, io non c'entro niente, anche se provo uno strano senso di dispiacere nonostante si stia parlando di una persona come molte altre per me. Forse peggio.
Nel frattempo Megan è stata portata nella vecchia caverna e fatta sdraiare con una sorta di fasciatura sulla caviglia, per bloccare l'emorragia. Robert si è preso cura di lei in modo impeccabile, da ciò che ho potuto osservare.
Ora mi trovo in silenzio. Affianco a me sono presenti Logan, Tim, Michael e Martijn, il quale pare non possedere emozioni. Ogni volta che incrocio il suo sguardo, per quanto raramente accada, possiede sempre la stessa espressione apatica e disinteressata.
Poco prima non si è nemmeno fatto vivo. Non capisco cosa gli prenda, perché si comporti così. Anche nelle situazioni più scomode lui rimane pur sempre impassibile, forse addirittura tranquillo...
Improvvisamente le discussioni tra me e me vengono interrotte dal rumore dei passi di James. Sta entrando nella capanna accompagnato da Susan, dietro di lui a testa china.
Ora temo le reazioni dei presenti, vedendo trasparire la rabbia dagli occhi del leader. Prevedo molti problemi.
Subito dietro ai due individui, ci raggiungono Robert e Megan, quest'ultima tra le braccia e sotto il viso sconvolto del ragazzo, il quale infine la adagia lentamente sopra una panca di legno, davanti a tutti noi.
Si comincia.
La voce di James inizia ad espandersi per la struttura. Ma non è lui a parlare, lo è la rabbia che possiede.
« Le regole, gli ordini, le raccomandazioni » Accenna in modo più calmo possibile « Perché esistono? »
Mi colpisce il suo modo di persuadere.
« È successo un fatto gravissimo » Continua successivamente alzando la voce « La qui presente Susan è stata scoperta a nascondere del cibo. Il cibo procurato con fatica e perseveranza anche da lei stessa. »
Non so come possa sentirsi la ragazza in questo momento. Umiliata, tradita dalla sua stessa persona? Probabilmente entrambe.
O forse nemmeno delusa. In un certo senso orgogliosa...
« Si può certamente affermare che è contro l'organizzazione del villaggio. Ognuno di noi ha bisogno di cibarsi, così come tutti gli esseri viventi di questo pianeta, animali di mare, di terra e vegetali. Perché privare qualcuno di questo bisogno? »
Al termine della frase, si volta bruscamente in direzione di Susan, la quale lo fissa, desiderosa di sfida.
« Ma lei non ha solo fatto questo » Continua subito dopo James. Il suo indice è puntato verso di lei « Ha usufruito di un' arma contro Megan. E questo è sbagliato, non credete? »
Ormai il nervoso, l'agitazione e lo stupore di ciò che ha visto, hanno preso possesso di ogni parola che esce dalla sua bocca.
Ci sta trattando come fossimo... noi i colpevoli, come fossimo animali in gabbia.
E questo non viene notato solamente da me.
"Come dovremmo comportarci?"
È la domanda più gettonata.
"Che fare ora?"
È il dubbio più diffuso.
James ci interrompe tutti, dicendo di dover riflettere su una soluzione.
Certamente, come leader, non può lasciar correre, perdonando Susan.
Si tratta di un taglio, di un brutto taglio. E di Megan.
Se sarò in grado di avvicinarmi a lei, potrò farmi spiegare per bene il tutto.
Ma non credo che sia nelle condizioni adatte per farlo.
Il tempo passa lentamente, ammazzato da sguardi di delusione.
Megan continua a rivolgere occhiate alla sua caviglia fasciata.
Susan, con le sopracciglia aggrottate, rimane a testa bassa, quasi stufa di essere qui con noi.
James parla, gesticola, grida, si siede e si rialza in piedi ad intervalli di pochi secondi.
Ed io, concentrata altrove.

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