Capitolo tre

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Rose POV

Mi svegliai nel sentire un borbottio che mi fece alzare la guardia, fino a che non lo risentii. Guardai in basso e realizzai che era solamente il mio stomaco che mi pregava di ingerire qualcosa. La mia gola era asciutta e mi sentii come se stessi subendo il processo di disidratazione in mezzo al deserto.

Alzai lo sguardo e strizzai gli occhi per cercare di vedere l'ora, dato che l'oscurità non me lo permetteva.

Le 3 del mattino. Stavo discutendo con me stessa se, correre il rischio di scendere le scale e mangiare qualcosa o rimanere rinchiusa nella mia cella a morire di fame. Mi guardai in giro nella stanza che preferivo chiamare cella. Non aveva nulla che sapesse di casa. Era noiosa e piena di ricordi terribili che detestavo.

Scesi dal mio letto, che sembrava più una roccia ed aprii la porta attentamente, cercando di non fare rumore e di non attirare l'attenzione su di me. Presi la maniglia e la tirai giù, lentamente.

Una volta aperta la porta, sgattaiolai fuori dalla camera ed iniziai a scendere piano le scale, assicurandomi di non produrre alcun rumore che potesse svegliare il mio patrigno. Quando arrivai in cucina, presi velocemente un bicchiere d'acqua e lo bevvi.

Misi il bicchiere nel lavandino ed aprii il frigo. Il mio stomaco borbottò nel vedere il cibo appetitoso che si trovava di fronte a me. Decisi di prendere una barretta energetica e di ritornare nella mia stanza prima che mi vedesse.

Chiusi il frigo ed un urlo lasciò le mie labbra.

Eccolo lì, di fronte a me con i suoi occhi di ghiaccia che mi fissavano attraverso. Aveva le borse sotto gli occhi ed una bottiglia di vino nella mano destra. Si poteva sentire il suo alito schifoso da miglia di distanza.

Ero terrorizzata dal fatto che mi potesse trattenere ed immaginai cosa sarebbe successo dopo.

"Cosa stai facendo?" Mi chiese, chiaramente ubriaco.

"Ho f-fame. Non mangio da un g-giorno e mezzo." Replicai balbettando. Un ghigno comparve sul suo volto e rise a voce bassa. Adorava vedermi in difficoltà e amava ancora di più quando mi mostravo spaventata da lui.

"Fame hai detto? Solo gli umani hanno fame. Ma tu non sei umana, sei solo un inutile pezzo di niente, sei spazzatura." Mi deride con voce raccapricciante.

Iniziai a piangere. Rise e mi guardò con disgusto tirandomi uno schiaffo. Sobbalzai nel sentirlo dire "smettila di piangere come una bambina stupida, idiota."

Prese la bottiglia di vino, la alzò e me la ruppe in testa. Non sentii più nulla, ma il dolore e l'oscurità mi inghiottirono in una specie di tormento. Sentii i miei occhi chiudersi e l'oscurità mi avvolse fino a che non caddi a terra.

........................

Aprii gli occhi, sentendomi sollevata per il fatto che fosse solo un sogno, un ricordo. Le mie dita percorsero la cicatrice che si trovava sul retro del mio collo che era stata causata dalla bottiglia di vino, in quella notte terrificante.

Ero persa nei miei pensieri quando sentii l'acqua della doccia iniziare a scorrere. I miei occhi si spalancarono quando realizzai che non mi trovavo nella mia cella, ma in un'altra elegante e bellissima stanza. I ricordi di quella notte mi tornarono in mente. 'Giusto, ero scappata.' Pensai, poi rialzai la guardia dato che non mi trovavo più per strada, ma in una stanza apparentemente costosa.

Stavo cercando di ricordarmi cosa fosse successo la notte scorsa quando le lacrime cominciarono a formarsi nei miei occhi appena mi ricordai che ero stata inseguita da un gruppo di uomini. Erano riusciti a prendermi? Andai nel panico. Mi tolsi le lenzuola ed un espressione di terrore mi apparve sul viso. Avevo indosso altri vestiti e non i miei soliti, tutti rotti. Iniziai a tremare e le immagini si fecero nitide nella mia mente. Mi sentivo violata e  disgustata per il fatto che qualcuno avesse visto il mio corpo.

Running Into Mr Billionaire -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora