Rose POV
Una volta che avemmo finito di fare shopping tornammo alla macchina e raggiungemmo casa. Non ci mettemmo tanto ad arrivare però perdemmo un sacco di tempo nel portare tutte le borse nella mia stanza. Damon non era a casa, perciò l'avevamo tutta a nostra disposizione.
"Quindi... da quanto conosci Damon?" Le chiesi. Sembrava che Damon e Lexi fossero molto intimi, il che mi sorprese dato che non avevo mai visto Damon comportarsi così con una ragazza. Sapevo di non conoscerlo da tanto tempo, ma i gossip e le voci di strada davano una brutta impressione su di lui, avevo sempre pensato che fosse un play-boy.
"Conosco Damon e Xavier da quando avevamo cinque anni, eravamo migliori amici ma quando ne compimmo 13 dovetti trasferirmi a Philadelphia. Tornai quando ne avevo 18 e mantenemmo per tutto il tempo la nostra amicizia," mi spiegò Lexi.
"Oh.. è meraviglioso, ma chi è Xavier?" Le domandai.
"Xavier è un amico di Damon, era anche un mio amico, ma alle superiori iniziammo ad uscire insieme e stiamo ancora insieme, quindi in altre parole, è il mio ragazzo," sembrava veramente felice quando parlava di lui.
"Davvero? Siete assieme da tutto questo tempo? Dovete amarvi molto," le dissi con ammirazione.
"Sì," confermò.
Prima che potessimo aggiungere dell'altro sentimmo la porta d'ingresso aprirsi e dedussi che Damon fosse tornato.
"Bene, è stato bello fare shopping con te Rose, spero che potremmo farlo anche altre volte," mi disse abbracciandomi. Era bello avere un'amica.
Scendemmo le scale e vedemmo Damon sul divano, alzò lo sguardo e ci sorrise.
"Quindi, hai comprato tutto ciò che volevi?" Mi guardò.
"Si, grazie." Lo ringraziai mentre guardavo il pavimento. I suoi occhi azzurri mi trasportavano in un'altra dimensione e questo era il motivo per il quale lo evitavo.
"Bene, mi sono divertita ma purtroppo devo andare. Divertitevi anche voi," ci disse Lexi, prima di uscire dalla porta.
Mi girai e vidi che Damon non era più seduto sul divano, ma in piedi dietro di me. Sussultai quando notai quando fossimo vicini, alzò una mano ed io automaticamente chiusi gli occhi ed indietreggiai, pensavo che mi volesse schiaffeggiare anche se non avevo capito cosa avevo fatto di sbagliato.
La sua mano toccò la mia guancia, ma non in modo aggressivo, Damon mi stava facendo una carezza. Aprii gli occhi e lo vidi arrabbiato. Abbassai lo sguardo, però mi prese il mento così che lo guardassi negli occhi.
"Rose," disse dolcemente. Non risposi ed evitai il suo sguardo.
"Rose, guardami," questa volta sentii una nota di arrabbiatura nella sua voce. Lo guardai e vidi il suo sguardo ammorbidirsi.
"Perché sei indietreggiata ed hai chiuso gli occhi, come se stessi per darti uno schiaffo?" Mi chiese piano. "Non alzerò mai una mano di te." Sentii il sangue affluire sulle guance e il ritmo del mio cuore aumentò il battito nel sentire le sue parole.
Non potevo permettermi che queste mi rimanessero in testa, non potevo sentirmi in questo modo, non ora, non ancora.
"Uh..ok," gli dissi, muovendo la testa così che la sua mano potesse lasciare la mia guancia. Andai verso la cucina per fare qualcosa da mangiare mentre Damon era sempre dietro di me.
"Hai fame? Vuoi che ti prepari qualcosa?" Gli chiesi.
"Si, un po'. Sorprendimi," mi sorrise. Il suo sorriso ne fece comparire d'istinto, anche uno sulle mie labbra. Decisi di fare della pasta, era il mio cibo preferito, io e mia mamma la facevamo spesso quando ero piccola.
Mi misi ai fornelli e feci la pasta. Era la prima volta che mangiavo con Damon. Una volta cotta, la divisi in due piatti e la misi so tavolo. Damon si sedette su una sedia mentre io mi sedetti di fronte a lui.
Sembrava stupito quando vide la pasta e ne prese un po'. Aspettavo che mi dicesse che gli faceva schifo o che era disgustosa.
"Wow, è buonissima, non posso credere che l'abbia fatta tu," mi disse, prendendone ancora. Rimasi scioccata dal fatto che gli piacesse.
"Davvero? Sono felice che ti piaccia, io e mi madre la facevamo spesso insieme." Sentii gli occhi appannarsi al ricordo della mia mamma.
"Facevate?" Il suo sguardo si addolcì.
"Sì, è morta per un cancro al seno quando avevo 16 anni," gli risposi, senza alzare lo sguardo.
"Oh.. Mi spiace Rose," mi disse, mentre stringeva la mia mano nella sua.
"Non importa Damon."
"E tuo papà?" Mi domandò. Sospirai e lo guardai.
"Anche lui morì quando ero piccola, non so molto di lui." Feci spallucce.
"Quindi, chi si prese cura di te, dopo che tua madre morì?" Mi chiese. Dio, temevo a morte quella domanda. Non ero ancora pronta per raccontarglielo.
"Uh... V-vuoi dell'altra pasta?" Gli domandai, cambiando argomento e sperando che non insistesse. Immaginai che avesse capito che volevo evitare l'argomento perciò annuì semplicemente. Ero felice che non mi avesse fatto altre domande.
"Oh giusto, mi sono dimenticato di dirti che domani sarà il tuo primo giorno di lavoro." Mi disse. Annuii, non vedevo l'ora.
..................................
Sentii i raggi del sole sul mio viso, aprii gli occhi e vidi che erano le sei di mattina. Ci mettevo circa un'ora a prepararmi quindi mi alzai ed andai in bagno per farmi una doccia calda. Dopo averla fatta, presi un asciugamano ed andai nell'armadio a scegliere uno degli outfit che avevo comprato ieri con Lexi.
Indossai dell'intimo di pizzo, una camicia bianca ed una gonna nera che arrivava sopra al ginocchio. Decisi di lasciare i miei capelli sciolti e mi truccai con del mascara e del lucida labbra.
Presi la borsa e vidi che mancavano dieci minuti alle sette, perciò scesi le scale per andare a mangiare qualcosa. Una volta che raggiunsi la cucina andai mi scontrai col petto di Damon. Feci un passo indietro e lo guardai, stava indossando un completo, gli calzava alla perfezione.
Cercai di scacciare questi pensieri e vidi gli occhi di Damon fissare insistentemente il mio corpo.
"Verrai vestita così?" Mi chiese, sollevando un sopracciglio.
"Si, perché non dovrei?"
"Vatti a cambiare!" Mi ordinò.
"Cosa?" I miei occhi si spalancarono.
"Ti ho detto di andare a cambiarti," ripeté.
"No? Perché dovrei?" Gli domandai shoccata.
"Perché l'ho detto io, non ti lascio uscire vestita così," rispose, diventando serio.
"No, tengo questi vestiti, non sei mio padre, non devi dirmi quello che devo fare. Non prendo ordini da te," gli dissi uscendo di casa ed aspettandolo alla macchina.
Prima che entrasse nell'auto realizzai che io dovevo prendere ordini da lui. Era il mio capo. Stupida Rose!
Salimmo entrambi e Damon iniziò a guidare mentre io guardavo fuori dal finestrino, evitando il suo sguardo.
"Scusa," mi disse.
"Cosa?"
"Ti ho chiesto scusa, non avrei dovuto comportarmi così, è solo che.., non importa," mi disse scuotendo la testa.
"È solo che?" Gli chiesi. Era strano che si arrabbiasse per il modo in cui ero vestita, mi ricordò Rick, di quando diventata geloso perché parlavo con qualche ragazzo o perché uno di loro mi guardava, non voleva che indossassi cose trasparenti o troppo forte perché era possessivo, all'inizio era gentile ma poi andò fuori di testa.
Tremai al pensiero di lui e mi concentrai su Damon.
"Nulla, dimenticatene," mi rispose prima di parcheggiare la macchina di fronte ad un enorme edificio con la scritta 'BlackWoods Company.'
Prima che potessi dire dell'altro, lui uscì dalla macchina, non volendo che gli chiedessi quello stava per dire.
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Running Into Mr Billionaire -Traduzione-
RomanceQuesta versione è la traduzione di "Running Into Mr Billionaire" scritta da FreedomHasan. Trama: Lei era rotta Lui era ferito Lei scappò Lui costruì un muro indistruttibile attorno al suo cuore Lei si precipitò nella sua vita Lui le salvò la vita