Capitolo trentasette

14.5K 576 25
                                    

Damon POV

14 ore prima

Per tutta la notte rimasi a guardare il muro. L'insonnia era ormai all'ordine del giorno. Ero troppo distratto dall'idea di ritrovare Rose. Da quando era stata rapita, non avevo quasi mai chiuso occhio. Era come gli altri giorni. Un'altra notte senza il mio amore.

Non volevo lasciare il bosco la sera prima, ma non avevo avuto scelta. Volevo continuare a cercarla.

Avevo giurato che, una volta che Rose fosse stata di nuovo tra le mie braccia, avrei ammazzato quel bastardo.

Il solo pensiero di quell'uomo, se così può essere definito, mi fece ribollire il sangue nelle vene.

Guardai l'orologio e vidi che erano le otto. Mugugnai e mi alzai, passandomi una mano tra i capelli.

Indossai un paio di jeans ed una maglietta nera. Scesi le scale e trovai David ed Alley seduto al tavolo a parlare.

Mi guardarono e vidi nei loro sguardi la compassione. Annuii e raggiunsi il frigo per prendere qualcosa da mangiare.

"Buongiorno," disse Alley.

"Buongiorno? È una mattina orribile," mormorai.

Sul suo volto si dipinse il dolore ed io mi sentii colpevole.

"Scusa Alley, solo che non sono felice in questi giorni," le dissi prima di prendere posto accanto a lei.

"Non preoccuparti. Lo capisco."

Annuii e continuai a mangiare la barretta che avevo tra le mani.

"Alley mi stava dicendo che lascerà New York questa sera," disse David.

Sgranai gli occhi e la guardai.

"Così presto?" Le domandai.

"Si, Eric ha bisogno di me ed io sono stata qui abbastanza."

"Oh, ok."

"Ti ha contatto l'agente Robert?" Mi domandò David.

Borbottai e mi passai una mano tra i capelli.

"Sfortunatamente no."

Mi diede una pacca sulla spalla.

"La troveremo," mi assicurò.

"Lo spero," sussurrai.

"Comunque... Lexi è uscita dall'ospedale e lei e Xavier stanno arrivando, con Liam," mi disse David.

"Liam?" Gli chiesi. L'ultima vita che l'avevo visto l'avevo accusato di essere un traditore. Avevo sbagliato e gli dovevo delle scuse. Per tutta la settimana avevo cercato di capire chi potesse essere il traditore, ma non ero ancora riuscito a scoprirlo.

"Sì e ti devi scusare con quel ragazzo," sollevò il sopracciglio.

Annuii e mi guardai le mani.

Stavo aspettano una chiamata e magari anche buone notizie. Stavo aspettando che l'agente Robert mi chiamasse per dirmi che l'avevano trovata.

Mi alzai e mi diressi verso il mio ufficio. Una volta che lo raggiunsi, entrai, sbattei la porta e mi incamminai verso la mia scrivania.

Mi sedetti sulla sedia, aprii il cassetto ed estrassi la foto di Rose. In quella foto stava sorridendo, mostrando i suoi denti perfetti. I suoi occhi luccicanti mi tolsero il respiro.

L'avevo scattata quando eravamo usciti per il nostro appuntamento.

Non riuscivo a spostare lo sguardo da quella foto. Era un angelo, il mio angelo.

Running Into Mr Billionaire -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora