Fa freddo, fa veramente freddo.
È da ore che siamo qui fuori ad aspettare, questi stupidi cancelli non vogliono aprirsi e io non so quanto resisterò ancora.
"Hai freddo?"
Faccio cenno di no al mio amico e continuo a sfregarmi le braccia, non ho freddo, sto solo congelando.
"Sicura?" Annuisco, ma dopo meno di 2 minuti credo di aver sentito la stessa domanda almeno altre 20 volte
"Stai bene?" Questa volta lo lascio perdere, se rispondo di no continuerà a chiedermelo all'infinito e se gli dico di sì è capace di urlare contro la sicurezza e farsi cacciare prima del primo provino.
"Dovevi mettere qualcosa di più pesante, ti ammalerai"
"Saresti così gentile da cambiare il tuo metodo di liberare l'ansia? Stai diventando irritante"
"Si, forse hai ragione...fa freddo non credi?" Stavo quasi per urlargli contro prima di essere spinta da una folla inferocita: avevano aperto i cancelli.
"Ma che" riesco a malapena a restare in piedi ma fortunatamente dopo il primo gruppetto di ragazzini, tutti gli altri sembravano più "calmi".
"Come ti senti?" Chiedo io questa volta
"Bene...forse"
"Dai che ce la fai" sorrido.
Lo penso veramente, non è la solita frase incoraggiante che tutti gli amici e parenti sono in obbligo di dire in queste circostanze.
Conosco le sue capacità e sono abbastanza informata da sapere che uno come lui è forte anche in ambito discografico.
"Forse dovevamo venire con la band.
Forse saremmo stati più forti...forse saremmo passati ad occhi chiusi."
"Ce la farai anche da solo"
"Si, appunto, da solo"
"Non dirmi che hai paura di restare solo"
"Ma no, è che..."
"Riki, sei forte"
I suoi occhi luccicano, ma per la prima volta non riesco a capire a cosa cosa stia pensando. Non è perso nel vuoto, forse non sta neanche pensando ma di sicuro non l'ho mai visto così.
"Stai facendo venire l'ansia anche a me" ridacchio
"Sssssh 1,2,5,9,20"
"Oh giusto, stai contando...credo che tu abbia saltato qualche numero"
"1.2.3.4..." ricomincia alzando appena il volume della voce.
Sono già passate 2 ore e sono sempre più convinta che passeremo l'intero pomeriggio (se non di più) chiusi qui dentro.
La massa di persone decisamente troppe rispetto all'enorme stanza ha finalmente riscaldato la temperatura, ma l'odore di aria consumata continua ad aumentare.
Non oso immaginare le condizioni di chi farà il provino.
"Riki?"
"Si?"
"Non è che ti andrebbe di spostarci un po'? Magari usciamo un attimo e prendiamo un po' d'aria"
"Scherzi? E se poi arriva il mio turno? Tranquilla, vai tu se ne hai bisogno"
"Sei tu che ne hai bisogno" mi è sembrato pensieroso per qualche secondo, ma come pensavo la sua idea è sempre quella
"Sto bene"
"Come vuoi"
Continuo a fissarlo mentre lui rimane immobile e in silenzio.
A momenti fissa il pavimento, poi passa alle mani, si guarda le scarpe, alza lo sguardo verso gli altri ragazzi e poi torna nel suo mondo, così all'infinito.
"Non mi prenderanno"
"Riccardo..."
"E così, non mi prenderanno"
"E perché? Visto che ne sei così sicuro"
"Ma perché è così, non ho niente di particolare io, perché tra tutti dovrebbero prendere proprio me?" Sembrava quasi disperato
"Lo vedi quel ragazzino lì?" Dice indicandomi un ragazzo abbastanza vicino a noi
"Non so tu ma io l'ho ascoltato di qui, ha solo 16 anni ed è già bravo quanto me...se non di più"
"Io..."
"RICCARDO MARCUZZO?"
Una voce femminile lo chiama prima che possa tranquillizzarlo.
"Ma che ci sono venuto a fare?" Bisbiglia alzandosi, lo abbraccio e gli sussurro all'orecchio un "Buona fortuna"
Lo vedo sospirare rumorosamente mentre distoglie lo sguardo dal mio e cammina lentamente verso la signora sulla porta.
Lo seguo con gli occhi fin quando lo vedo sparire nella stanza e chiusa la porta, mi lascio cadere a peso morto sulla poltrona.
Ora l'ansia sembrava aver cambiato preda, ma cosa centravo io?
Il tic alla gamba continuò per l'intero provino e solo quando sento di nuovo la voce della donna, mi alzo di scatto per raggiungere Riccardo.
Ha lo sguardo basso mentre cammina, non riesco neanche ad intravedergli il viso e la mano tra i capelli mi confonde.
"Riki?" Lo chiamo, l'ho raggiunto ma essendo a testa bassa non mi ha neanche notata
Quando mi rivolge finalmente lo sguardo ancora non riesco a capirlo, oggi è diverso, sembra che mi tenga lontana dai suoi pensieri.
"Allora?" Chiedo vedendolo ancora inerme "com'è andata?"
"Ecco...bene...credo" Finalmente mi sorride "cioè non lo so...non so se gli sono piaciuto, ma secondo me ho cantato bene...ceh, non so se ho cantato bene, non mi so giudicare ma..." gli salto al collo
"Ma stai zitto" rido e lui con me
"Mi viene da piangere" ha le guance rosse e gli occhi lucidi più di prima, gli prendo un braccio e lo trascino via.
SPAZIO AUTRICE
OOOOOOOOOOOOOOOOOK com'è? Chiedo perchè io non ne ho idea, non vado mai pazza di quello che scrivo...ma vado pazza per Riccardo 😂 Ho pubblicato il primo capitolo perchè ho notato che qualcuno ha già cominciato a leggere (e anche per darvi un'idea), ma mi piace rendervi le cose difficili...pubblicherò il prossimo capitolo solo quando questo raggiungerà abbastanza visualizzazioni e voti, non do un limite solo perchè siamo all'inizio.
Ps: spero che l'immagine renda l'idea...
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Amore || Riccardo Marcuzzo
أدب الهواةnessuna descrizione è in grado di descrivere una bella storia, ora resta da scoprire se questa lo è... buona lettura (ma che vado dicendo,la descrizione è al secondo capitolo)#wattys2017