5. Feel so close

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🎶Canzone per il capitolo:🎶

Feel so close - Calvin Harris

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Private di un vertice del nostro solito quartetto, saliamo alla festa organizzata all'ultimo piano lasciandoci guidare dal rumore roboante della musica a tutto volume che ogni sabato sera inonda la palazzina. La porta dell'appartamento è aperta e il via vai continuo che attraversa l'uscio suggerisce che la festa è già iniziata da un pezzo. E io, mentre salgo le scale stretta nel vestito blu di Timon, tento continuamente di abbassare la parte inferiore che cerca a ogni scalino di risalire troppo sulle cosce, e non smetto di ripetermi mentalmente quanto io mi senta una perfetta cretina conciata così; non sono abituata alle scarpe col tacco, al trucco e ai vestiti corti sopra al ginocchio: mi fanno sempre sentire fuoriposto e inadeguata; ma l'idea di rivedere il ragazzo dagli occhi verdi e la speranza di poter fare ai suoi occhi una figura migliore di quella che ho fatto prima, presentandomi alla porta con solo l'asciugamano indosso, mi fa trovare un minimo di coraggio per entrare dentro e ostentare una sicurezza che in realtà non possiedo.

In questi festini al sapore universitario non si riesce mai a capire chi paga che cosa, da dove arrivi l'alcol, il fumo e l'erba, ma soprattutto da dove spunti tutta la gente presente: ci sono più persone qui che durante le lezioni in facoltà e, con il passare delle settimane, inizio a intuire che ci siano ragazzi che si iscrivono in università esclusivamente per partecipare a queste feste. Oppure sono tutti imbucati: non c'è altra spiegazione plausibile.

L'appartamento è strutturato esattamente come il nostro, ma questo è il più grande e il meglio tenuto di tutta la palazzina, anche perché è l'unico che ha un'uscita diretta sulla terrazza che prende buona parte del tetto. La sala è molto ampia, con due larghi divani spostati contro le pareti per permettere ai ragazzi, per la maggior parte già alticci nonostante siano appena le dieci, di ballare a tempo di musica al centro dello spazio.

Devo ammettere una cosa: alle mie amiche ho mentito quando ho detto di non aver mai preso parte a festini del genere; durante il liceo, ero stata invitata per sbaglio a un paio di feste di compleanno a base di fumo e alcol, ma io avevo sempre partecipato come un osservatore esterno, senza mai entrare nei giochi, e il mio livello di entusiasmo e di partecipazione si era sempre rivelato sotto lo zero. Non so spiegare il vero motivo, ma nei luoghi troppo affollati e dove pare essere un obbligo il divertimento, io mi sono sempre sentita fuori posto, come un'intrusa... una sorta di tessera del puzzle messa al contrario. Sono sempre stata una ragazza taciturna e chiusa, sorridente solo quando la situazione lo richiedeva; non sono abituata alle dimostrazioni di affetto eccessive, non sono per il romanticismo sfrenato, i colori troppo accesi o i litigi strillati ai quattro venti; non ho mai bevuto fino a stare male, e non ho mai riso fino alle lacrime... non ho mai fatto molte cose...

A volte, mi sembra di non aver mai iniziato a vivere davvero...

« Eccoli, sono là », esclama Timon indicando uno dei due divani posizionato dall'altra parte della stanza.

Il mio sguardo fende i ragazzi in piedi, armati di bicchiere alle mani e anche altro che riconosco subito, e trovo sul divano Scott e Nate... resto sorpresa, però: di Christian non c'è traccia.

Non appena il biondo ci individua camminare verso di loro, ecco che si alza in piedi e, cavallerescamente, ci offre di farci sedere accanto a lui sul divano. Ma, ovviamente, noi siamo in tre e dobbiamo ingegnarci come meglio possiamo per sederci nello spazio ristretto insieme ai due ragazzi: così, Nate decide di sedersi sul poggia braccio, accanto a lui e a me si incunea la piccola Timon e io finisco in mezzo, appiccicata alla spalla di Maia, a sua volta schiacciata contro Scott dall'altra parte. E quest'ultimo, senza lasciarsi scappare l'occasione, mette un braccio sulle spalle della mia amica per avvicinarla ancora; ma lei, con uno sguardo gelido, toglie l'arto intruso quasi immediatamente con fare stizzito.

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