19. No Woman No Cry

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Canzone per il capitolo:

No Woman No Cry – Bob Marley

****************

...Good friends we have, oh, good friends we have lost
Along the way, yeah!
In this great future, you can't forget your past;
So dry your tears, I seh. Yeah!

No, woman, no cry;
No, woman, no cry. Eh, yeah!
A little darlin', don't shed no tears:
No, woman, no cry. Eh!...

Continuo a scorrere le pagine del libro, paragrafi dopo paragrafi che passano dagli occhi ma non lasciano traccia nella memoria. Nella biblioteca interna della facoltà, sono incarcerata da più di tre ore e non sono riuscita a studiare assolutamente nulla, come se fossi ancora ferma al primo capitolo.

Continuo a chiedermi come ho fatto a essere tanto stupida e ingenua, come ho potuto cadere in questo modo nei suoi giochetti. Maia lo aveva sempre saputo e mi aveva avvertita di stare lontana dai ragazzi come lui; alla fine della storia ha sempre avuto ragione, nonostante il suo ormai evidente secondo fine. Christian mi ha solamente presa in giro e, dopo avermi baciata, si è reso conto che io non sono davvero così speciale come forse si era immaginato; o forse, più probabilmente, sono ancora troppo vergine per i suoi gusti per soddisfarlo come lui vorrebbe.

Il fatto, però, è che io non sono di certo così stupida da svendere la mia prima volta solo per una sera rubata, come se fosse senza importanza; se è solo sesso quello che cerca e se è davvero questo il motivo per cui mi ha fatto andare via dalla sua camera... beh, allora può tenersi la sua Becky. Avrebbe dovuto pensarci prima, non accorgersene una volta che mi ha baciato. Imparerò a farmene una ragione: è entrato da pochi giorni nella mia vita, e spero caldamente che ne esca con la stessa velocità.

« Becky », borbotto sottovoce. « Che nome stupido. »

La ragazza di fronte a me alza lo sguardo dal libro, poi lo riabbassa con disappunto.

« Che hai detto? » bisbiglia Timon al mio fianco.

Mi avvicino per non disturbare ulteriormente i ragazzi seduti nel tavolone insieme a noi. « Non trovi che Becky sia un nome stupidissimo? »

Timon fa subito di sì con a testa. « Sì, assolutamente stupidissimo. »

Provo a sorriderle e torno a guardare il mio libro, provandoci davvero a studiare ma senza successo. Dopo qualche minuto passato tra Petrarca, Dante e Boccaccio, appare un pezzo di carta sul mio tomo di Letteratura Italiana.

Certo che è proprio un pezzo di merda, eh?

Timon, durante il viaggio in autobus passato come una schiacciatina premuta contro di me, non ha fatto altro che ripeterlo; continuamente. Non l'ho mai sentita dire così tante parolacce contro qualcuno, a parte quelle che riserva a ogni stagione per Black Jack Randall: in Outlander libera tutto il suo arsenale di insulti. Io, invece, sono stata per lo più in silenzio, senza molto da dire o aggiungere a quello che avevo visto. Quando soffro, tendo a chiudermi a riccio e arrivare a guardarmi dentro non è affatto facile.

Sono arrabbiata con lui e per il suo comportamento sprezzante, ma sono arrabbiata soprattutto con me stessa, perché avrei dovuto immaginare che tutte le sue paroline dolci non erano altro che un bieco tentativo di conquistarmi. Penso alla neve, alle canzoni che mi ha cantato, a come il suo sguardo sembrasse davvero sincero...

Prendo il biglietto e le rispondo.

Eh già...

Sbircio sul telefono il messaggio appena arrivato, immaginandomi già Maia di ritorno da lavoro che mi chiede dove siamo. E invece, con non poca sorpresa, è Christian.

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