Canzone per il capitolo:
Drunk in love - Beyoncé ft. Jay Z
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Dopo la serata trascorsa insieme a Chris, ho scoperto qualcosa di me che non avevo mai immaginato prima.
Bere mi piace. E non poco.
Non apprezzo il liquore in sé. Il gusto del rum o della vodka liscia mi dà puntualmente il voltastomaco quando passa nell'esofago per la prima volta.
Sono le conseguenze del bere che mi spingono a ripetermi.
Ho scoperto di sentirmi viva; ho capito di aver perso un'enorme parte della mia adolescenza costringendomi a restare lontana da alcol e fumo e da tutti i divertimenti che ne conseguono. Mio padre non voleva, me lo aveva sempre impedito.
Ma tu te ne sei andato, papà, e ora tocca a me gestire da sola la mia vita.
E visto che la mia vita ha iniziato a fare schifo da anni, inizierò a comportarmi di conseguenza.
Sono passati diversi giorni da quella sera al garage e io e Chris continuiamo a restare oltre il consentito, chiusi in quello spazio, quasi tutte le sere; a volte cantiamo ancora quando il tasso alcolico aumenta un po' troppo nel mio sangue, quando mi sento più libera da tutte le preoccupazioni che mi hanno sempre frenata... ma a essere onesti restiamo rinchiusi nel minuscolo garage per fare ben altro. Puntualmente ride quando, una volta abbassata la porta basculante dopo che gli altri si sono defilati, io estraggo come un prestigiatore la bottiglia dalla mia borsa; tendenzialmente di vodka o tequila. Ormai sono un mago nell'ingurgitare tequila, sale e lime.
Beviamo fino a stancarci, ci baciamo fino a stancarci. Mi lascio andare perché mi fido di lui, perché so che Chris riesce a rispettare i miei tempi, ma sa anche come spingermi fino al limite.
Lo faccio per non pensare; perché quella sensazione di leggero e spensierato tepore che l'alcol mi fornisce, quando la testa galleggia e la vista si offusca a poco a poco, è quanto di meglio io possa chiedere dallo schifo che tappezza le mie luride e tristi giornate.
Dopo aver passato le ore del giorno a svolgere un lavoro che mi disgusta.
Dopo aver pianto le ore della notte al ricordo del funerale.
Dopo essermi svegliata nel cuore della notte dopo un sogno in cui io e mio padre eravamo ancora insieme; un sogno in cui lui mi voleva bene, mi capiva, mi spingeva a seguire i miei sogni. Con la mamma accanto.
Avevo sempre voluto che fosse la mamma a togliere le rotelle alla mia bicicletta.
Di tutte le inutili ore trascorse nella giornata e nei resti della mia vita, io non aspetto altro che rintanarmi in questo minuscolo garage, ad ascoltare la musica dei ragazzi per poi restare sola con Chris.
Ormai è questa l'unica cosa che mi porta avanti.
« Si può sapere da quando hai iniziato a fumare? » mi rimbrotta Maia con aria sconvolta nel vedermi aspirare buona parte della sigaretta che Chris mi ha lasciato.
È di nuovo sabato sera e, invece di andare in uno dei soliti locali pieni zeppi di gente che io non ho alcuna voglia di vedere - visto che la socializzazione non è mai stata il mio forte e in questo momento della mia vita è l'ultima delle cose che mi interessano – abbiamo deciso di rimanere qui tutti insieme.
A gozzovigliare con me e Chris, che questa sera è così alticcio da aver deciso di prendermi sulle sue gambe davanti a tutti e continuare a baciarmi il collo, incurante degli sguardi confusi degli altri, ci sono tutti: Scott, Timon, Nate, Maia e Lucas.
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The Galway Girl
ChickLitCOMPLETA - SEQUEL SOSPESO Sara, di irlandese, conserva soltanto qualche gene ereditato da una madre che l'aveva abbandonata in tenera età. Nata e cresciuta in Italia, si è appena affacciata al mondo universitario insieme alle sue tre bizzarre coinq...