27. Un senso

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SE NON AVETE LETTO L'AVVISO NEL CAPITOLO DIETRO, FATELO! è MOLTO IMPORTANTE!

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SE NON AVETE LETTO L'AVVISO NEL CAPITOLO DIETRO, FATELO! è MOLTO IMPORTANTE!

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Canzone per il capitolo:

Un senso - Vasco Rossi

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« Sara? »

Così come mi è capitato nelle ultime due settimane, non sono riuscita a chiudere occhio per tutta la notte. Continuo a fissare il rivoletto di vapore che sale dal mio obbligato caffelatte mattutino e non riesco nemmeno a sbattere le palpebre.

« Sara? Dobbiamo andare o perderemo l'autobus. »

Timon deve addirittura toccarmi la spalla per risvegliarmi del tutto. Se al mattino ora è lei a incitarmi per uscire di casa in tempo, significa che qualcosa decisamente non procede come dovrebbe nel normale ordine delle cose.

« Prendo la borsa e arrivo », dico alzandomi in piedi e rovesciando nel lavandino il contenuto rimasto nella tazza.

« Te l'ho già presa io... e poi stamattina non hai mangiato e bevuto di nuovo niente », mi ammonisce nel vedere il mio gesto.

Infilo la giacca e inforco la borsa a tracolla. Non le rispondo, adoperando oramai il modus operandi solito del muovermi nello spazio senza emanare alcun suono e sperare di non essere notata; in questo modo, spero che nessuna di loro venga ancora a infastidirmi con le continue lamentele riguardanti il cibo, il sonno, lo studio. Da quando ho lasciato casa mia due settimane fa, non fanno altro che sgridarmi per il mio comportamento.

La precedo fuori dalla porta dell'appartamento e inizio a scendere le scale senza aspettarla. Una volta sul marciapiede, lei deve quasi rincorrermi per raggiungermi fino alla fermata dell'autobus. « Porca paletta, potresti almeno aspettarmi?! »

« Sì, scusa », il mio tono è così annoiato e vuoto che alla fine la fa scoppiare.

« Sentimi un po' », sbotta la sua voce acuta mentre si piazza davanti a me, i suoi capelli rossi e voluminosi che si agitano nell'aria elettrica. Sta per piovere da un momento all'altro e ai suoi ricci l'umidità non fa affatto bene. « La smetti di comportarti così? Io non ti ho fatto niente. »

« E come mi starei comportando? »

« Da zombie. Anzi, da zombie stronzo », precisa.

Alzo un sopracciglio e la guardo dall'alto in basso, riprendendo poi a camminare. « In che senso? »

« Zombie perché stai sempre zitta, non parli e non mangi. L'unica cosa che ci hai detto prima di partire da casa tua è che avevi trovato delle lettere di tua madre, ma non ci hai più voluto dire niente. »

« Ti ho già detto che non le ho ancora aperte, non ne ho avuto il coraggio. E poi sono cazzi miei, non devo sempre raccontarvi ogni minima cosa che succede nella mia vita », sbotto alzando di parecchio il volume.

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