Canzone per il capitolo:
Arms – Christina Perri
***********************
Sara
Mi sfiora solo con le labbra socchiuse Leonard. Lo fa per un breve istante, con sincera genuinità, come conseguenza naturale. Poi apre gli occhi e si fa un poco più indietro. Forse è per il tempo che unisce i nostri sguardi, o forse è il suo viso che sembra non riuscire a nascondere nulla, ma in quegli occhi castani io riesco subito a scorgere una debole forma di pentimento.
« Scusa, Sara... non avrei dovuto », ammette sciogliendomi dall'abbraccio.
Senza parole. Resto seduta accanto a lui e lo guardo sfregare piano i palmi delle mani uno contro l'altro. È pensieroso. « Il fatto è che sono venuto fino a qui da te e vorrei dirti che molte cose sono cambiate. Prima ero solo curioso di conoscerti e, devo ammettere, avevo paura che mi avresti fatto una brutta impressione, che avrei rovinato tutta l'immagine che mi ero costruito in anni... e invece non è stato così. Quando ti ho vista, io... », scrolla la testa e torna a guardarmi. « Lascia perdere. »
Sono tanto confusa che non riesco nemmeno ad aprire bocca per ribattere, per invogliarlo a continuare, così mi alzo solo in piedi e, in silenzio e lentamente, esco dalla stanza per chiudermi a chiave nel bagno. Ormai è notte fonda e le mie amiche dormono profondamente. Ripenso a quel bacio mentre mi annullo sotto la massa di acqua calda contenuta nella vasca. Aspetto che si riempia fino all'orlo, mi prendo il mio tempo per pensare. Pensare alla mia vita, al mio futuro, a Christian al piano di sopra e a Leonard nella mia stanza.
Leonard... Leonard... Peter... il ragazzo dei miei sogni, quello che è sempre stato accanto a me. Il mio primo amico. La prima forma di amore che io abbia conosciuto dopo mio padre.
Avvolta infine nell'asciugamano, lascio i capelli umidi e mi guardo allo specchio. Odio quello che vedo. Odio i miei occhi scuri e la mia pelle, troppo spenta e slavata. Odio la forma bizzarra e disordinata che acquisisce la mia chioma, né liscia né mossa. A volte vorrei soltanto pugnalare lo specchio e smetterla di guardarmi con occhi esterni. Mi rendo conto delle mie azioni, del mio essere uscita e poi rientrata nel bagno, solamente quando sento le lame delle forbici che tornano ad unirsi dopo aver compiuto il loro lavoro sui miei lunghi capelli. Raccolti in una coda dietro la nuca, con un semplice taglio netto i ciuffi che prima mi sfioravano il centro della schiena ora arrivano appena alle spalle. Per qualche ragione mi sento meglio con un taglio secco, deciso, come potessi tornare a respirare almeno un poco. Allora vado avanti senza nemmeno pensare alle mie azioni. Mi fermo solo quando i capelli non riescono più a toccarmi nemmeno le spalle e ondeggiano all'altezza del mento, quando la figura che intravedo nello specchio ancora appannato di vapore prende a somigliarmi sempre meno.
Ripulisco il bagno da tutte le ciocche che ho sparso e torno mesta in camera. Cammino con la testa svuotata, quasi senza pensare. Leonard è tornato nel letto di Timon, che ha occupato negli ultimi giorni. Sta guardando qualcosa sul suo telefono; al mio ritorno lo posa sul comodino e mi osserva confuso. « Sara, che ti è successo? »
STAI LEGGENDO
The Galway Girl
ChickLitCOMPLETA - SEQUEL SOSPESO Sara, di irlandese, conserva soltanto qualche gene ereditato da una madre che l'aveva abbandonata in tenera età. Nata e cresciuta in Italia, si è appena affacciata al mondo universitario insieme alle sue tre bizzarre coinq...