Canzone per il capitolo:
Galway Girl – Ed Sheeran
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Sara
La notte è passata con estrema fatica. Occhi aperti e cuore spento.
Ho pensato a lui senza mai smettere, alla sua partenza, alla consapevolezza che io non sia mai stata così importante per lui come avevo sperato. Continuo a guardare il cellulare da ore nell'attesa vana di un suo messaggio, ma non ricevo nulla. So di essere stata io a lasciarlo partire, e in fondo non mi sono pentita della mia scelta... ma speravo almeno in un suo ultimo pensiero, un ultimo saluto. E invece, nulla.
Forse sono troppo romantica, devo leggere meno storie d'amore.
Nel mio unico giorno libero dal lavoro, mi ritrovo già in piedi alle otto di mattina. Tutte le altre sono in casa e dormono nei propri letti. È sabato. Dopo una breve colazione consumata in silenzio, mi vesto ed esco con l'auto di papà, diretta verso una meta che ancora non conosco. Mi lascio trasportare, mi lascio portare via dalla città, dal caos che non smette mai, dal rumore dei tram e dallo smog che aleggia basso sulla strada. Rubo del tempo per riflettere e alla fine, chilometro dopo chilometro, torno a casa. Torno da mio padre.
Passo davanti al palazzo in cui ho vissuto per tutta la vita, mi fermo solo per un istante a guardare le persiane serrate sul mio triste passato. Fumo una sigaretta, soltanto una dopo giorni passati senza nemmeno annusare l'odore di tabacco, poi proseguo oltre. Solo quando spengo il motore dell'auto mi rendo conto di dove mi sia lasciata condurre, in questo luogo dove da mesi non metto più piede. Dal giorno del funerale.
Avevo paura, ne ero attirata eppure intimorita. Volevo chiudere ogni pensiero sul passato. Impossibile. Prima o poi sarei dovuta tornare e oggi, per chissà quale motivo, ho pensato che fosse il giorno giusto. Il primo giorno della nuova Sara.
Ricordo bene dove ho lasciato papà quel giorno. Dopo la lunga serie di opulente tombe di famiglia davanti alla quali passo rapida, lui è proprio dopo la prima svolta a destra. Eccolo lì, solo in mezzo a tanti altri visi e nomi dorati che occupano quel settore. Ho pagato così tanto per il funerale, eppure la lapide sembra la più modesta e umile, così tanto da chiudermi il cuore nella vergogna. So che non gli servirà a nulla là dove è andato ora, ma non posso fare a meno di soccombere ai sensi di colpa per non avergli saputo rendere onore meglio.
« Ciao, papà », sussurro dopo aver controllato di non avere nessuno intorno.
Mano nella mano, mi accorgo di ciondolare sui talloni. Schiena rigida, bocca riarsa.
« Mi... mi dispiace di non essere venuta a trovarti prima », inizio a dire a fatica, le parole escono con difficoltà, quasi fossero artificiali. Mi sciolgo solo in seguito, mentre tento di liberarmi di tutta la pesantezza che mi opprime il cuore e che mi ha impedito di parlare con lui per così tanto tempo. « All'inizio avevo paura di piangere, di stare male più di quanto non sia già stata... poi ho avuto paura che tu fossi arrabbiato con me. Scusami... forse non sono stata un granché come figlia. Non ti ho mai capito e ho sempre visto il negativo in quello che facevi. Tu avevi i tuoi problemi, e forse hai sbagliato a non parlarmene, ma io ho sbagliato ancora di più a non accorgermene. Ho pensato troppo a me stessa e non a te. Sono stata una figlia egoista... spero potrai perdonarmi. »
Mi guardo le mani, vuote, e alla fine mi siedo sulla lastra di marmo che copre la terra che lo ospita. Resto con lui per qualche tempo, parlandogli e chiedendogli scusa per non avergli portato nemmeno un fiore. A volte mi lascio andare nel silenzio, occhi negli occhi con quella foto dallo sguardo sempre malinconico, in fondo così simile al mio. Le lettere sono lucide, Davide Ferrari, padre amorevole. Penso al passato, alle memorie più care che ho di lui e che prima non ero mai riuscita a vedere. Le condividiamo in silenzio. Spero lui possa guardarle con me, come quando la domenica pomeriggio mi portava al cinema e mi prendeva i pop corn.
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The Galway Girl
ChickLitCOMPLETA - SEQUEL SOSPESO Sara, di irlandese, conserva soltanto qualche gene ereditato da una madre che l'aveva abbandonata in tenera età. Nata e cresciuta in Italia, si è appena affacciata al mondo universitario insieme alle sue tre bizzarre coinq...