Amanda Dades stava giocando nel cortile della sua casetta, assieme alla sorella Cassandra. corse verso l'ulivo dove da piccola era solita nascondersi rendendosi conto, però, di starci perfettamente, senza nemmeno cercare di stringersi; la pianta occupava due volte il suo esile corpo.
Confusa fissò le sue mani: piccole e morbide, le sue unghie poi non erano lunghe e laccate del solito smalto nero ma bensì corte e rosee.
Alzò la testa e lo spettacolo che si ritrovò davanti la fece sudare freddo.
"Si vedono le stelle da quassù"
Disse l'ancor più piccola Cassandra, ignara di quello che le stava per capitare. Il suo piccolo e tozzo piede, infatti, scivolò lungo la ceramica del tetto e senza un urlo la bambina iniziò a precipitare.<<Cassie!>>
Amanda si alzò di scatto dal suo letto,
ansimando e balbettando parole di cui probabilmente non sapeva il significato.
Stava per sfregarsi il viso con le mani quando si accorse di una sostanza calda e vischiosa che le scorreva lungo i palmi;sangue, pensò e ne ebbe poco dopo la conferma.
aveva questi incubi dal giorno in cui, intraprendendo il college universitario aveva deciso di allontanarsi dal suo paese d'origine spezzando ciò che la teneva unita alla sorella, Cassandra, deceduta anni prima.
Spesso i suoi sogni erano causa di dolore, anche fisico :
sbatteva la testa contro la testiera del letto, urlava finché la gola non le bruciava o come in questo caso stringeva i pugni fino a tagliarsi i palmi.Andò in bagno a risciacquarsi e a disinfettarsi la ferita cercando inutilmente di non dare fastidio alla sua coinquilina.
<<Amy?>>
disse una voce impastata dal sonno.
<<si?>> rispose la diretta interessata.<<ancora incubi?>>
Amanda non rispose alla domanda ma si limitò a dire:
"scusa se ti ho svegliata beth".Si risciacquò il viso e si osservò nello specchio: le grandi occhiaia le incorniciavano gli occhi azzurri, che avevano perso la loro solita lucentezza.
Una scarica di chitarra lacerò il silenzio.
Sapeva già da dove veniva;
prese il telefono e scrisse un messaggio:"ti sembra ora, Sharman?"
la risposta arrivò poco dopo:
"si"
"sei fastidioso"
"impara ad apprezzare la buona musica"
"preferirei che fosse buona musica, e non alle tre di notte"
"Ah si? E sentiamo, quale sarebbe per te la buona musica?"
"non ne discuterò certo adesso!"
"pff"
"torna a dormire Daniel."
"Se voglio, ciao"
La ragazza chiuse la chat di quello che aveva segnato in rubrica come "quello rompipalle" e cercò di recuperare quel poco di energie che le rimanevano.
~
<<Amy, svegliati>>
La ragazza aprì lentamente gli occhi.
<<la sveglia ha suonato tre volte, sei in ritardo>>Bethany la sollevò per un braccio cercando di darle una svegliata.
Amanda si alzò e guardò la sveglia.
"7:55"
la testa le rimbombò nonappena mise i piedi per terra.
<<credo che salterò la prima lezione, ok Beth?>>Bethany scrollò le spalle
<<Va bene, se hai bisogno mandami un messaggio>>
E così dicendo, afferrò la borsa e uscì dal piccolo dormitorio.
che merda.
Aveva intenzione di saltare solo la prima ora ma, rimase a dormire per diciamo altre tre ore.
Non aveva dormito molto quella settimana e aveva bisogno di riposare nonostante quegli incubi continuassero a tormentarla
Certe volte aveva persino paura di riaddormentarsi.
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My only weakness ||Daniel Sharman [IN REVISIONE]
Romance"Non me ne frega un cazzo, Amanda." Il suo sguardo era duro e nei suoi occhi guizzò qualcosa. Amy potè giurare di aver reso, anche se solo per pochi secondi, vulnerabile l'insensibile Daniel.