Don't cry - X CAPITOLO

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***STEFANO'S POV***

-Lore chi è?- gli chiedo
-Una che mi rompe le palle sempre, solo per uno stupido bacio che le diedi per un obbligo.- lui sbuffa.
-Ma non la ami?- gli chiedi guardandolo mentre cerca di cucinare. Mi trattengo dalle risate senza farmi notare. È buffo. È incapace a cucinare.
-No, non la amo. E mai lo farò.-
-Ah, capisco e...- lui mi blocca prima che potessi finire di parlare.
-Dai, cambiamo argomento.-
-Ma okay. Come vuoi.- ridacchio appena e anche lui di conseguenza alle mie risate.

Mi alzo e mi avvicino alla cucina.
-Sei negato con la cucina, eh?- rido.
Lui sbuffa ridendo. -Sì, è vero.- mi dice.
Rido.
-Ordiniamo il sushi?- rido.
-Ci sta.- ride anche lui.

Chiamiamo un ristorante giapponese ed ordiniamo del sushi.

Nel mentre che aspettiamo, iniziamo a fare un po' di matematica.
Prendo il libro e il quaderno.
Il libro è nuovo. Mai aperto. È ancora sigillato.
Lo passo a Lorenzo.
-Ma non l'hai mai usato?- mi chiede lui, mettendosi seduto sul divano.
-Umh.. no...- dico titubante. Non ho mai fatto matematica, l'ho sempre odiata. Sono solo stupidi numeri e lettere. A che ci servono nella vita? Le "equazioni" a cosa serviranno? Booh.

Lui prende il libro e comincia a sfogliarlo.
-Dai iniziamo dalle basi.- mi dice.
-Si, ma io manco quelle so.- rido.
-Dai, provaci... Più per più?-
-Eeeemh... Più?- Lanciata completamente a caso.
-Bene, visto? Poi.. meno per più?- mi chiede guardandomi negli occhi.
-Mh.. più?- chiedo.
-Nah, riprova.-
-Beh, meno allora.- ridacchio.
-Bravoo.- ride.
Continuiamo con altre stupide e noiose domande sulla matematica.
-Allora, ci sono le parentesi graffe, le quadre e le tonde. Quali si risolvono per prime?- mi chiede lui.
Che culo. Questa la so.
-Facciamo una cosa.- propongo io -Se so questa, dopo posiamo i libri, okay?-
-Mh.. okay.- dice lui.
-Allora, si risolvono prima le tonde, poi le quadre e infine le graffe.- dico.
Lui mi guarda quasi stupefatto. Come se non ci credesse.
-Uau, bravo.- ride. -Dai, scommessa persa, posiamo i libri.- ride.
Rido anche io.

Nel frattempo sono passati circa 30 minuti, allora suona alla porta il fattorino del ristorante giapponese.
Vado ad aprire io e pago.
-Ma dai, volevo offrire io.- dice Lorenzo.
-Prendilo come un ringraziamento per avermi aiutato in matematica.- rido.
-Ma...-
Lo blocco.
-Niente ma.- rido.
Lui ride e ci sediamo a tavola.

Iniziamo a mangiare.
Era tempo che non mi divertivo così con qualcuno.
Mi piace avere una persona su cui contare... è... bello.
Non avrei mai pensato di poter stringere di nuovo questa amicizia, e invece si, e la cosa non mi dispiace affatto.

Intanto finiamo di mangiare.

Devo andare a casa. Uff. Devo andare ad una festa di 18 anni con i miei genitori oggi.
Odio stare con loro, ma.. beh, mi obbligano.

Sbuffo e dico.
-Lore, devo andare.-
-Come mai..?- sembra quasi triste.
-Devo andare al diciottesimo compleanno di mio cugino, con i miei.-
-Ah..- dice con un tono velato dalla tristezza.
-Eh..- sospiro e vado verso la porta prendendo lo zaino sulla spalla.
Lui mi segue e mi apre la porta.
-Ci vediamo.- dice lui sforzando un sorriso.
-Ciao.-
Sorrido ed esco.

Mi dirigo verso casa.
Arrivo e mi vado a chiudere in camera, con lo sguardo rivolto verso il soffitto, guardando un punto fisso, con le mani sotto la testa.

***LORENZO'S POV***

Sospiro e chiudo la porta... sì, già, sono triste che se ne sia andando...
Infondo chi vuole che la persona che ama se ne vada?


Sospiro e mi stendo sul divano.

C'è caldo qui.
Non ho voglia di stare in casa.

Mi alzo, prendo una felpa blu dall'armadio ed esco di casa.

Vado in un parco. In questo parco venivamo sempre io e Ste da piccoli.
Ci piaceva giocare qui.

È un parco che è quasi sempre vuoto.
Giocavamo a nascondino, lui si nascondeva dietro gli alberi o in uno di quei due grandi tubi che si trovano al centro del parco.
Non ho mai capito a cosa servano, ma sono belli.
Ti ci puoi nascondere ed evadere un attimo dalla realtà, infatti mi dirigo direttamente lì, mi siedo con le ginocchia contro il petto e le braccia che le circondano.

Prendo il telefono e comincio a scorrere un po' la home di instagram, mi arriva una notifica.

stefanolepri ha appena condiviso una foto.

Mi precipito subito ad aprire la foto e vederla.

È bellissimo...
La guardo per diversi minuti, poi apro la chat con lui su Whats App.
Rileggo un po' le chat e poi comincio a fare ciò che faccio praticamente sempre, scrivere un messaggio, per poi cancellarlo e non inviarlo praticamente mai nella vita.

Ciao Ste, sto scrivendo questo messaggio, tanto so che non lo leggerai mai, li cancello sempre questi messaggi del cazzo. Non puoi avere nemmeno idea di quante volte io abbia scritto queste cose. Ma sono così, sono codardo, non ho le palle. Ho paura della tua reazione. Ho paura che possa ferirti, che possa farti "male" leggere questo messaggio...
Ma purtroppo è solo la dura realtà.
Io ti amo.
Quella sera quando te lo dissi, non me ne resi conto, ero ubriaco. Non ragionavo, ma sai com'è, in vino veritas.
Eh, già. Ti amo.
È difficile dirlo, soprattutto sapendo che la persona a cui è riferito non ricambia.
Perché secondo te mi sono trasferito di nuovo qui a Firenze, davvero credessi che mio padre avesse trovato lavoro qui?
Sono venuto solo per vederti.
Solo per stare con te.
Lo so che sei etero, e non voglio rovinarti la vita.
Scusami ancora.
Ti amo, ti ho sempre amato e lo farò sempre. ❤

Le lacrime scendono, mentre leggo più e più volte il messaggio.

Sta volta, però a differenza delle altre volte il messaggio, non lo cancello, ma lo invio.

L'ho fatto...

Subito però mi accorgo dell'enorme cazzata che ho fatto.

Non dovevo inviarlo.

Crollo subito in un pianto isterico, e lancio il telefono, rompendo il schermo.

Piango ininterrottamente.
Che cazzo ho combinato? Non dovevo. Perché?! Perché sono un coglione.

Dopo un po' prendo il telefono e lo sblocco, vedo che il messaggio è stato visualizzato, ma non ha risposto.

Mi sento morire dentro. Crollo in un pianto disperato.

Chiudo gli occhi mettendo la testa sulle ginocchia.

Ad un certo punto sento una mano sulla spalla.

-Non devi piangere.- mi dice asciugandomi le lacrime con il pollice.

My Hero || Lorefano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora