Why? - XVIII CAPITOLO

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***LORENZO'S POV***

Piango.
Perché proprio a me? Perché?

Nel mentre la madre di Stefano è uscita di casa.
Ci sono solo io qui.

Prendo un gran respiro cercando di fermare le lacrime e chiamo il 118, dando tutte le indicazioni per raggiungere la casa.

Prendo Stefano e con delicatezza lo metto sul suo letto, mettendo la mia testa sul suo petto e con le lacrime bagnandogli tutta la maglia.

Arrivano i medici che lo mettono velocemente sull'ambulanza.

Salgo anche io e gli fanno dei controlli mentre percorriamo la strada per arrivare in ospedale.

Due medici si guardano negli occhi dopo aver visitato Ste.

Ho paura.
E se fosse più grave del previsto..?
Se non si svegliasse più?
I

nizio a tremare inconsciamente.
Ho troppa paura.

Guardo i medici.
Mi guardano.
-È suo fratello?- mi chiedono con voce ferma.
-È un amico..- dico tremando.

***STEFANO'S POV***

Riesco sentire tutto, ma non posso fare nulla.

Non ha avuto nemmeno il coraggio di dire che sono il suo ragazzo.
"Un amico" ha detto.
Un amico come tanti altri.

Dice di amarmi..
E intanto si scopre che una troia con cui è stato a letto è incinta.

La droga migliora sempre tutto.
Ora sono qui, su una barella che mi stanno portando in ospedale.

I medici hanno detto la mia situazione a Lorenzo, ma non ho voluto sentire.
Non voglio svegliarmi.
Sto bene così.

Sembra che quando tu stia male tutti ti vogliono quasi bene.

E poi sto in pace con me stesso.
Perché svegliarsi?

Nel mentre siamo arrivati in ospedale, non vedo nulla, ma sento persone piangere, le voci dei medici e le ruote della barella strisciare sul pavimento.

I medici hanno detto a Lorenzo che questa è la mia camera, la 166.

Ho appena sentito il rumore della porta che si è chiusa e ora nella camera v'è solo il silenzio, interrotto di tanto in tanto dai singhiozzi di Lorenzo causati dal pianto.

Sì, sta ancora piangendo.
Non voglio che pensi sia colpa sua...
Infondo io lo amo...
È solo che non mi perdono il fatto che ora quella Giulia è incinta di suo figlio...

È un errore della natura, penso sia molto più giusto abortire sia per Lorenzo, ma soprattutto, per il bambino.

Sento la mia pelle bagnata dalle lacrime di Lorenzo, che si è accasciato sul mio torace, mentre continua a chiedermi perché l'abbia fatto.

In realtà una risposta non c'è, è solo che io mi sento meglio, mi sento in armonia con il mondo.

Mi prende la mano.
Lo sento, me la stringe.
Adoro quando lo fa.. mi fa sentire al sicuro.
Con una semplice stretta di mano.

Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra: -Ti amo.-
Per poi mettersi si nuovo come prima stringendo la mano.

Resta così per un bel po' di tempo, quando poi sento la porta aprirsi e lui si stacca.
Chi è...?
Forse dei medici...

-Scusate... tolgo il disturbo.- dice Lorenzo cercando di non far vedere che piange.

Si avvicina qualcuno al mio letto.
Mi tocca la fronte con la sua mano delicata, spostando i miei capelli dal viso.
Sento che piange.
È la mamma.

Non voglio che mi veda così...
Già soffre abbastanza a causa di mio padre...
Non deve soffrire anche a causa mia.

Prende una sedia e si siede accanto a me.
-Perché l'hai fatto?- mi chiede piangendo.

Tutti a chiedermi perché.. nessuno a cui passa per la testa che io prima stavo peggio.
Stavo male sul serio.
Sento anche un'altra persona avvicinarsi al mio letto, prendendomi la mano.

Sono delle mano grosse, delle mani...
È mio padre.
No. Tutti ma lui no.
Lo sa che io lo odio.
Perché è venuto?!

Piange anche lui.
Ma che cazzo.
Non glien'è mai fregato nulla di me.
Mai.

Ora sembra nemmeno come se volesse recuperare tutto.
Che odio.

-Io non ce la faccio a vederti così... Rivoglio solo il mio piccolo Stefano. Sì, i rapporti tra di noi non sono mai stati il massimo.- fa una pausa per bloccare le lacrime.
-Ma io ti rivoglio qui con me. Voglio recuperare tutto. Insieme a tua madre. Io l'ho capito, forse troppo tardi... voi siete la mia famiglia.. e anche se non so dimostrarlo vi voglio bene, tanto. Troppo.
Soprattutto a te Stefano.- dice piangendo.

Ora come ora mi alzerei volentieri per sputargli in faccia.
Lo odio con tutto me stesso.


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